Libera su decreto semplificazioni: “Positiva retromarcia del Governo. Permangono preoccupazioni”
Libera: “Positiva retromarcia del Governo su stralcio del criterio massimo ribasso. Rimangono forti preoccupazioni sul mancato cambiamento di rotta dalla logica emergenziale e sulla proroga delle deroghe al codice appalti”
“Il testo del decreto-legge recante “la governance del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento delle strutture amministrative e di snellimento delle procedure” approvato dal Consiglio dei Ministri risponde ad alcune delle riserve espresse sui contenuti della prima bozza. E’ da valutarsi positivamente lo stralcio del criterio del massimo ribasso, nonché il mantenimento fino a ottobre di una soglia del 50% sui subappalti, elementi che – grazie al confronto con le organizzazioni sindacali – introducono maggiori tutele di legalità e per la sicurezza del lavoro. Da apprezzare anche l’obbligo per le stazioni appaltanti di indicare le opere per le quali sia necessario prevenire il rischio di infiltrazioni criminali, nonché il principio di responsabilità in solido fra contraente principale e subappaltori, fattori che possono indurre un maggiore controllo sulla regolarità dell’escuzione dei contratti pubblici.
In una nota Libera commenta approvazione del decreto Semplificazioni in Consiglio dei Ministri.
“Dalle anticipazioni pubblicate sui contenuti del decreto – prosegue Libera – permangono però le preoccupazioni manifestate in relazione alla proroga, per il momento fissata al 2023, delle deroghe al Codice degli appalti, all’ulteriore innalzamento delle soglie di valore per affidamenti diretti senza gara, e alla stessa liberalizzazione dei subappalti posticipata al 1 novembre 2021. La logica emergenziale e la conseguente “fuga dalla regole” e dai controlli allargano così il loro raggio di applicazione, nonostante la comprovata natura criminogena. Trova conferma, inoltre, il cosiddetto ‘appalto integrato’, in cui progettazione ed esecuzione dei lavori sono oggetto della stessa gara e affidati allo stesso aggiudicatario, svilendo così a vantaggio degli interessi privati il ruolo e le competenze della Pubblica amministrazione e indebolendone la capacità progettuali e di supervisione.
In questa fase cruciale di rilancio degli investimenti pubblici gli strumenti di contrasto e prevenzione di mafie e corruzione andrebbero rafforzati e resi più efficienti, non considerati un intralcio, causa di rallentamento nell’applicazione di astratti – e certo condivisibili – principi di semplificazione e velocizzazione. Occorre – conclude Libera – allora investire nella trasparenza dei processi, nella consultazione della società civile per la definizione dei bisogni collettivi e per un controllo diffuso, nella qualità dei progetti e sulla loro sostenibilità ambientale e sociale, e più in generale su capacità di gestione e competenze tecniche di una Pubblica amministrazione chiamata a sostenere uno sforzo straordinario nei prossimi anni. Infine, va attuata in tempi brevi l’annunciata razionalizzazione, riduzione e qualificazione delle stazioni appaltanti, insieme con il potenziamento e la valorizzazione del ruolo dell’Anac.
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