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Quarant’anni fa l’attentato a Papa Wojtyla

Ennio Remondino il . Chiesa, Criminalità, Memoria

«Hanno sparato al Papa», 40 anni fa l’attentato a Wojtyla. Aspetti ancora poco chiari di quegli eventi drammatici, su trama e mandanti, dubbi legittimi e dietrologie strumentali sul quel 13 maggio 1981. Quesito storico religioso, che mondo sarebbe stato senza di lui?

«Hanno sparato al Papa»

Sono le 17.17 del 13 maggio 1981: Giovanni Paolo II, il primo Papa non italiano da secoli arrivato da ‘Oltre cortina’, viene colpito da due colpi di arma da fuoco. A sparargli, in una piazza San Pietro gremita, è il turco Ali Agca. Il Papa cattolico colpito da un musulmano. Il primo proiettile lo colpisce all’addome, il secondo a una mano. La corsa al Gemelli, l’estrema unzione del segretario personale, don Stanislao. Il mondo è sconvolto: hanno sparato al Papa.

L’arresto dell’attentatore Ali Agca

L’allora 23enne Alì Agca, l’attentatore, bloccato e arrestato dai gendarmi vaticani. Quel momento viene immortalato da Giancarlo Giuliani, storico fotografo di Wojtyla. «Tra tanta gente che scappava da piazza San Pietro qualcuno gridò “Hanno preso l’assalitore” . Riuscii così a fare lo scatto più importante in quel momento, quello dell’arresto di Ali Agca. La mia era l’unica fotografia di quell’istante così terribile».

Da allora ancora misteri

A 40 anni da quel giorno, il mistero dell’attentato di Karol Wojtyla non è ancora completamente risolto. Chi voleva uccidere il Papa? Chi c’era dietro Ali Agca? E poi, a fantasia, la pista bulgara, il Kgb, la pista mafiosa. Indagini serie e dietrologie strumentali. Il Papa si salva. Ali Agca processato, viene condannato all’ergastolo, poi perdonato da Giovanni Paolo II, graziato dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2000, dopo la “non contrarietà” del Vaticano. La vicenda si chiuse così, ma i dubbi restano tutt’oggi.

Sospetti da guerra mondiale

Giovanni Paolo II è ancora tra la vita e la morte, ma già ci si chiede chi ci sia dietro l’attentato: appari improbabile che i ”Lupi grigi”, l’organizzazione terroristica turca di cui Ali Agca fa parte abbia potuto da sola organizzare l’impresa. L’attentatore, nel corso degli anni e dei vari processi, ha dato le sue tante versioni, spesso contraddittorie e inverosimili per confondere il più possibile l’opinione pubblica, con quel contatto diretto persino con uno vecchio reporter di Remocontro.

Di sicuro Wojtyla era ‘scomodo’ all’Est europeo legato all’Unione sovietica. Ma prove in questa direzione non sono mai state trovate.

Che mondo sarebbe stato senza di lui?

La domanda la pone Mimmo Muolo su Avvenire. E cerca una risposta attraverso un testimone chiave di quei momenti, il cardinale Dziwisz allora segretario di Giovanni Paolo II ricorda quel 13 maggio 1981. «Lo sento ancora scivolare tra le braccia e invocare: o Maria, o Madre mia». Oggi il cardinale Dziwisz ha 82 anni, e dal 2016 ha lasciato la guida della diocesi di Cracovia, e una chiesa polacca molto vicina all’attuale governo ultra conservatore e antidemocratico di Varsavia, si ferma agli atti di fede.

Fonte: Remocontro

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Quarant’anni fa l’attentato a Papa Giovanni Paolo II, la programmazione Rai

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