Una lezione di coraggio
Con il suo editoriale letto in chiusura di Contromafie, Barbara Spinelli ci dà alcune lezioni di straordinaria chiarezza e attualità. Innanzi tutto una lezione di coraggio, contro il potere che sta “pervertendo la nostra democrazia”.”E’ venuto il momento di dire quello che sappiamo e non solo di formulare domande su noi stessi e sul nostro Paese”. Coraggio dunque di capire la gravità degli attacchi in corso contro la Costituzione e quindi contro la libertà di noi tutti, di denunciarli e di agire per una cultura della legalità, per una difesa del territorio “restituito a chi vuole abitarlo nella decenza”. Capovolgendo paradossalmente il giuramento di Ippocrate sul segreto, come nuovi medici di un’Italia malata dobbiamo invece spezzare la cortina dell’omertà e del silenzio, attraverso una parola semplice, comprensibile a tutti, non specialistica, ma soprattutto fatta di “esempi concreti”. E’ una bella lezione di stile, anche per un giornalismo che opera ancora per “quei 1500 lettori che contano”, come scrisse quarant’anni fa Enzo Forcella… Infine, come in altri suoi editoriali, Barbara Spinelli coglie il respiro della Storia e la lezione della memoria, alimentandone i nostri giorni. Da De Gaulle che costruiva la resistenza agli occupanti nazisti dall’esilio londinese, partendo “da una certa idea della Francia” al sacrificio di Falcone, Borsellino, Chinnici, Don Puglisi, Don Diana e dei tanti che hanno perso la vita per la loro fedeltà a questo Stato, in cui pure erano degli esuli. Un invito a tutti noi a fare la nostra parte fino in fondo, “per una certa idea dell’Italia”. Lo accogliamo senza riserve, facendo nostro quanto ha detto Nando Dalla Chiesa chiudendo i lavori di Contromafie: di fronte allo sfondamento da parte dell’avversario, occorre rispondere con il presidio, l’accerchiamento e il contrattacco.
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