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Il carrozzone clientelare della “Pignatato Patrimonio srl” non ha un potatore scelto

Di Enzo Palmesano il . Campania, Dai territori

Con determinazione del dirigente del Servizio tecnico del Comune di Pignataro Maggiore, ingegnere Girolamo Parente, numero 646 del registro generale, in data 5 ottobre 2009, si è provveduto ad impegnare la somma di 3800 Euro per la potatura degli alberi e delle siepi del cimitero comunale. L’incarico è stato affidato alla “Oasi verde” di Giuseppe D’Aniello, con sede legale in Pignataro Maggiore, “ditta idonea e specializzata – sottolinea il dirigente del Servizio tecnico comunale -, già operante presso questo Ente, con buon esito, la quale si dichiarava disponibile ad effettuare le prestazioni descritte al prezzo di 3800 Euro”.

Una decisione che non poca sorpresa ha suscitato nell’opinione pubblica perché tra le tante cose che dovrebbe fare il carrozzone clientelare della “Pignataro Patrimonio srl” vi è anche la manutenzione e la gestione del verde pubblico, dei parchi e dei giardini, come è previsto dallo Statuto della municipalizzata e come è stato ribadito con la deliberazione del Consiglio comunale numero 30 del 26 giugno 2008.
Perché  adesso spunta la ditta di Giuseppe D’Aniello? Per caso i defunti del cimitero di Pignataro Maggiore sono apparsi in sogno all’ingegnere Girolamo Parente e, invece di dargli i numeri per un terno secco, gli hanno detto di avvalersi della citata “Oasi verde”? La risposta non riusciamo ad immaginarla, noi poveri mortali. Attendiamo lumi – non votivi – da parte del sindaco Giorgio Magliocca, semmai in occasione di una prossima riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza in territorio pignatarese o di un nuovo raid Casapesenna-Pignataro del sottosegretario all’Interno, onorevole Alfredo Mantovano.

Vi sono tra loro Autorità che hanno sicuramente accesso ad una informativa della Stazione carabinieri di Calvi Risorta del 5 luglio 2004 secondo la quale il potatore scelto (nel senso che è prescelto dal Servizio tecnico del Comune di Pignataro Maggiore) Giuseppe D’Aniello è stato “sospettato negli Anni Ottanta di appartenere alla organizzazione camorristica ‘Nuova Famiglia’ clan Nuvoletta perché rimasto coinvolto in attività truffaldine connesse ai centri di raccolta AIMA”.

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