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La partecipazione attiva degli studenti a scuola e nell’università

Di Elisa Ferrero e Filippo Urbinat il . Atti e documenti

La promozione di percorsi di partecipazione studentesca è uno degli strumenti principali per educare alla cittadinanza ed alla legalità. Questo l’argomento principale del lavoro di gruppo “la partecipazione attiva degli studenti a scuola e nell’università”, in cui le testimonianze portate hanno permesso di condividere proposte concrete e buone prassi sviluppate nelle scuole e sui territori.

L’esperienza della scuola secondaria di primo grado “Don Pino Puglisi”, descritta dalla professoressa Annalisa Lo Sciuto, ha  permesso di far emergere la centralità della creazione di rete per attivare percorsi di partecipazione.
In effetti, a partire dalla narrazione delle attività di educazione alla legalità in un contesto difficile,  come quello di Brancaccio, si può sottolineare come la costruzione di rete permetta una maggiore efficacia dei percorsi ed un maggiore coinvolgimento e partecipazione degli studenti. Una rete che, ad un primo livello è gruppo di lavoro tra docenti per coordinare la didattica, ma che è in grado di aprirsi ad un second livello, rappresentato dall’incontro con il territorio. Il punto di forza della scuola è stato, infatti, il legame con le associazioni, quali Addio Pizzo e Libera, che hanno permesso di  acquisire una maggiore coscienza civica collettiva e di incontrare il tessuto sociale cittadino. Questi incontri hanno favorito l’assunzione di responsabilità dell’intero Istituto riguardo alcune proposte concrete di impegno nella promozione della legalità.

Lo stesso nucleo tematico è stato ripreso da Giuseppe Teri, insegnante di filosofia di Milano, nel raccontare l’esperienza del coordinamento tra studenti e professori come esempio di luogo per la partecipazione attiva attraverso l’organizzazione di momenti di educazione alla cittadinanza. Il professore ha chiamato in causa i docenti stessi, chiedendosi quanto siano in grado di avere passione nel momento in cui promuovono la legalità, passione nel considerare le regole non come una semplice obbedienza, ma come uno strumento per includere e accogliere. È proprio il testo Costituzionale che ne sancisce il valore come una promessa di uguaglianza.
Un secondo filone di ragionamento parte dalla consapevolezza che anche gli studenti subiscano il fascino del potere occulto, quale quello mafioso, per cui diventa necessario lavorare sulla categoria della gestione del potere, sapendo che ogni battaglia per la democrazia è una battaglia antimafia.

Un punto di vista complementare è stato offerto da Ilenia Guida, Presidente della Consulta Studenti di Napoli, che ha sottolineato come all’interno della scuola sia necessario un cambiamento che permetta agli studenti di abituarsi alla politica e al protagonismo e di partecipare attivamente alla didattica. In concreto, si è parlato di una vera e propria didattica alternativa, che superi la lezione frontale, per un modello basato sulla discussione e sulla libera espressione di tutti.

La riflessione sulla partecipazione coinvolge anche il mondo dell’Università, come rappresentato da  gli interventi di Fernando D’Aniello e da Paola Tacconi.
Il primo, segretario dell’Associazione Dottorandi e Dottori di ricerca Italiani, ha proposta una lettura del mondo universitario secondo cui si è passati dal dibattito sui diritti e sulla partecipazione degli studenti, a quello sulla mala università e sulla meritocrazia. Questi ultimi termini risultano essere particolarmente complessi, dal momento che rischiano di generalizzare problemi effettivamente presenti in alcuni contesti universitari, ma anche di giustificare interventi legislativi che squalificano e impoveriscono il mondo della ricerca.

La difficile situazione di alcuni atenei italiani è stata descritta anche dalle rappresentanti di Unilibera di Torino, che definiscono tragica la situazione del rispetto e del riconoscimento dei diritti degli universitari, sottolineando una mancanza di possibilità ed incentivi alla partecipazione. I movimenti nati negli ultimi mesi rivendicano proprio una maggiore trasparenza e possibilità di  incidere degli organi di rappresentanza.
L’ultimo intervento ha permesso di conoscere l’esperienza dell’ Associazione Participacion ciudadana, che in Ecuador promuove percorsi per educare alla cittadinanza anche all’interno delle scuole. In effetti, tra gli obiettivi principali vi è proprio l’educazione, considerato come strumento per lottare contro la corruzione e per sviluppare una cultura di dialogo e di rispetto per gli altri.

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