Sicurezza pubblica: troppi delinquenti in giro nonostante le zone rosse
Le permanenti forti restrizioni alla mobilità delle persone imposte per fronteggiare la perdurante grave emergenza sanitaria, avevano determinato, almeno nella prima fase dell’anno passato (marzo, aprile 2020) un calo significativo di delitti denunciati, che per alcune tipologie, per esempio dei furti nelle abitazioni, delle rapine in strada e negli esercizi commerciali, di borseggi, era stato addirittura di circa il 50%.
C’era stata, poi, una ripresa nel periodo estivo-autunnale e, quindi, un ulteriore calo nella parte finale del 2020. Non con valori così alti come in precedenza ma abbastanza da far ritenere che il trend sulla delittuosità continuasse anche in questi primi mesi del 2021 dove, sia pure in modo altalenante, si susseguono periodi di stringenti limitazioni alla libertà di movimento in molte regioni e di chiusura di molte attività commerciali.
In realtà, stando alle annotazioni sui mattinali di diverse questure e comandi dei carabinieri, in attesa di dati ufficiali che saranno elaborati nei tempi dovuti dall’ufficio interforze della Direzione Centrale della Polizia Criminale, e anche da quanto emerge dai fatti di cronaca riportati nei quotidiani locali, la situazione della criminalità di strada, in generale, non sembra affatto attenuata.
In questi ultimi giorni di marzo, ai gravi fatti di sangue di Palermo, con una sparatoria nel quartiere Zen e tre feriti, ai due cadaveri nella campagna di Villaricca, nel napoletano (due rapinatori investiti con l’auto e uccisi dal rapinato) ed ancora a Ponticelli con un pregiudicato ferito a colpi di pistola, probabilmente attribuibile ad uno dei tanti regolamenti di conti tra bande criminali, si sommano i tanti episodi di reati contro il patrimonio.
Molti sono compiuti di notte, come l’assalto al bancomat con un carro attrezzi a Castiglione del Lago (Perugia), a Padova dove la “banda delle ruspe” abbatte la colonnina del self service di una stazione di servizio carburanti per rubare i soldi (nella zona altri due colpi simili nell’ultimo mese) e, sempre a Padova, con alcuni banditi che sfondano la vetrina di un negozio usando un’auto rubata poco prima e si impossessano di centinaia di occhiali griffati.
Per non parlare dei ripetuti furti e tentati furti nei negozi e nelle abitazioni di alcuni comuni del centro-nord Italia tra cui quelli nella zona di Chieti e in quella di Borgo San Secondo a Torino.
Talvolta queste imprese criminali si risolvono in tragedia come è accaduto a Latina dove alcuni ladri, sorpresi a rubare in pieno giorno in una casa di periferia, si sono lanciati dal terrazzo del primo piano con il risultato che uno di loro, un pregiudicato di 55 anni, è morto nella caduta.
Insicurezza diffusa nelle case dove può capitare di essere rapinati da falsi corrieri come è accaduto a Roma, dove un giovane ha incautamente aperto la porta di casa “per la consegna di un pacco” trovandosi innanzi due banditi che lo hanno legato e imbavagliato rubando qualche centinaio di euro.
E’ necessario, senza dubbio, aumentare la prevenzione generale di polizia che vuol dire una presenza maggiore e ben visibile sulle strade di operatori delle forze dell’ordine ma è altrettanto urgente rivedere il sistema processuale-penale che appare inadeguato per garantire quella tranquillità e sicurezza invocate giustamente dai cittadini spesso sconcertati per l’estrema rapidità con cui i delinquenti, arrestati nella flagranza di reato da poliziotti e carabinieri, tornano in circolazione o vengono messi dai giudici ai “domiciliari” da dove, spesso, continuano a delinquere.
l tema della criminalità predatoria e quello delle mafie (italiane e straniere sempre più all’”ingrasso” con il narcotraffico) deve essere una delle priorità della politica se si vuole arrestare quel preoccupante senso di sfiducia tra i cittadini già demoralizzati per la profonda crisi sociale ed economica che stanno vivendo da oltre un anno a causa della pandemia.
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