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In piazza per la libertà di stampa

Di Riccardo Orioles il . L'analisi

Ottobre. Piazza del popolo, Roma. Ma pensa te se in un Paese come l’Italia, in pieno secolo ventunesimo, bisogna fare le manifestazioni per la libertà di stampa. Cose così hanno un senso solo in dittature africane tipo la Libia di Gheddafi o in cupi imperi sovietici alla Putin. E che c’entriamo noi con Putin e Gheddafi? Noi siamo occidentali, abbiamo la libertà e la democrazia. Mica come quei poveracci di giornalisti russi, che appena toccano qualche intrallazzo di governo gli arriva il killer sotto casa e li fa fuori (o li riduce alla fame chiudendogli il giornale). Mica come la Libia col Grande Fratello Muhammar che è l’unico a parlare alle folle in piazza, per radio e alla tv (prova a fare un comizio a Tripoli o una Samarcanda  a Telelibia).

Vabbè, siamo in Italia e gente come Gheddafi e Putin da noi, grazie a Dio, non la conosce nessuno. Come? Dici che il Presidente dice che Gheddafi è un grand’uomo? Che come gli annega lui gli emigranti non li annega nessuno? Vabbe’, ma per quatto emigranti… Nemmeno di razza bianca, forse nemmeno umani… Quisquilie, pinzillacchere, direbbe il grande Totò. Putin, l’amico Putin? E che c’entra. E’ vero, magari in Russia ammazzano qualche giornalista di troppo. Ma bisogna capirli: è gente communista, sovversiva, che critica il presidente, sfotte il Partito, si mette persino contro al Kgb. E allora che gli puoi fare, li lasci parlare? No. Metodi sbrigativi e chi s’è visto s’è visto. Ammazzano una giornalista e dopo qualche tempo Putin, che è un uomo di spirito, fa il gesto del bang bang con la mano, e l’amico italiano sorride. Siamo gente di mondo, mica sottilizziamo per una battuta. Come toccare il culo alla moglie di Obama, al ricevimento ufficiale. Che tentazione (e poi che male c’è?  Non sono negri?).

“Tutti in piazza il tre ottobre per difendere i giornalisti”. E dove siamo, in Colombia? E chi te li tocca, i giornalisti? Sì, ma in Sicilia… Dici che ne hanno già ammazzati una decina, giù in Sicilia, nel giro di pochi anni, e che ancora una settimana fa un boss ha dichiarato a un cronista “io ti faccio fuori”? E vabbè, che problema c’è? Basta non parlarne. Dimenticare i nomi, dimenticare le storie: non è successo niente. Figurati che qui siamo in Russia, in Colombia o in Libia, se qui al governo c’è gente che si abbraccia e va a letto con Putin, con Gheddafi o coi mafiosi.

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