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Assostampa Sicilia e libertà di stampa

Di no.fe. il . Sicilia

L’Assostampa siciliana fa sentire la sua voce dopo i reiterati attacchi alla libertà di stampa e le intimidazioni della mafia nei confronti dei giornalisti. Ieri l’osservatorio sui cronisti minacciati, Ossigeno, aveva richiamato l’attenzione sul caso di Josè Trovato, giornalista della provincia di Enna vittima di minacce da parte di un boss in carcere. Oggi grazie ad un ordine del giorno presentato dai segretari provinciali di Ragusa (Gianni Molè) e di Trapani (Mariza D’Anna) e approvato all’unanimità, sono stati fatti passi avanti concreti per Trovato ma anche per i giornalisti Giudice e Giacalone, coinvolti in procedimenti giudiziari per aver esercitato il proprio mestiere.

Caso Trovato. L’Assostampa siciliana proporrà all’Ordine dei giornalisti di Sicilia di avviare il percorso per il riconoscimento della compiuta pratica per il giornalista ennese de Il Giornale di Sicilia. Il collega è stato minacciato di morte da un mafioso della sua stessa città detenuto nel carcere di Caltanissetta, con una condanna (non definitiva) all’ergastolo per duplice omicidio. I propositi omicidi del boss sono stati rivelati a Trovato dai magistrati che le hanno apprese da fonti confidenziali all’interno del carcere. “Il fatto – dichiara l’Osservatorio Ossigeno –  risale allo scorso febbraio, ma è stato rivelato solo adesso dal giornalista al Cdr del giornale per cui scrive e a “Ossigeno per l’informazione”. Trovato ha rotto il silenzio di fronte all’estendersi delle minacce ai suoi familiari. In questi mesi ha avuto una blanda tutela di polizia. Adesso – concludono da Ossigeno –  probabilmente la protezione nei suoi confronti sarà rinforzata”.

L’iniziativa del sindacato siciliano è stata ufficializzata ieri nel
corso della seduta del consiglio regionale dell’Assostampa Sicilia che
si è svolta a Leonforte (Enna) e alla quale ha preso parte lo stesso
Josè Trovato. La proposta, avanzata dal consigliere regionale Giancarlo
Macaluso è stata immediatamente accolta dal presidente Daniele
Billitteri e dal segretario regionale Alberto Cicero, che la
sottoporranno al presidente dell’Ordine siciliano Franco Nicastro.

“Ci sono tanti “casi Trovato”che restano ancora
nell’oscurità ma la denuncia del giornalista  – commenta oggi Alberto Spampinato coordinatore nazionale di Ossigeno  – dimostra che a partire dalla solidarietà e da una intensificata attenzione verso questi
cronisti minacciati si può uscire alla luce e condividere il peso e la gravità di queste
intimidazioni evitando l’isolamento che ha spesso accompagnato queste vicende. L’attenzione che oggi con questo segno ha dato anche l’Assostampa Sicilia – conclude Spampinato  – da continuità a
questa azione fondamentale per la libertà di stampa”.

Processi contro Giacalone e Giudice. L’Assostampa Sicilia  –  fa sapere inoltre in una nota –  si costituirà ad adiuvandum nei procedimenti intentati  per risarcimento danni in sede civile dai sindaci di Pozzallo e di Trapani contro i giornalisti Rosanna Giudice e Rino Giacalone, rei di avere esercitato il diritto di cronaca e di critica nei confronti delle amministrazioni dei due Comuni.  Un sostegno in itinere dell’intero sindacato che suona come una aperta dissociazione dall’iniziativa dei sindaci dei due comuni che hanno ritenuto danneggiata la loro immagine dalle cronache dei colleghi siciliani.

Molto c’è ancora da fare nelle singole regioni per riaffermare una libertà di stampa schiacciata fra editoria impura e la pressione di mafie e corruzioni sul territorio. In un momento in cui la libertà di stampa è fortemente in affanno, anche piccole iniziative rappresentano segnali di resistenza democratica di una intera categoria che non si rassegna ad arretrare di fronte al suo diritto- dovere ad un’informazione libera e indipendente.

Il prossimo 3 ottobre in piazza del Popolo a Roma ci sarà spazio anche per queste storie d’informazione locale: la stessa stampa che muove l’informazione nel Paese, preziosa ma spesso negata, imbavagliata e quando non è abbastanza, portata a risarcire i danni in un aula di tribunale.

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