Un Paese in crisi ma sempre più “stupefacente”
Sono proseguite con rinnovato impegno anche a febbraio le operazioni antidroga delle forze di polizia in tutto il Paese che si conferma straordinariamente “stupefacente” per i consistenti sequestri di stupefacenti, per le modalità di commercio utilizzate, per i sistemi di occultamento, per il coinvolgimento di persone di ogni età, anche insospettabili.
In mancanza dei dati statistici mensili, nazionale e provinciali, della DCSA che, stando alle ultime notizie, sarebbero resi pubblici solo a cadenza trimestrale, dobbiamo basare le considerazioni su quanto noto dalle cronache quotidiane locali che, in realtà, sono particolarmente ricche di notizie sul narcotraffico.
Su tutte si rileva quella del sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza e dalle Dogane nel porto di Gioia Tauro, a metà mese, di oltre 1.300kg di cocaina purissima occultata all’interno di tre container carichi di caffè, carne congelata e frutta esotica provenienti dai porti del Brasile e dell’Ecuador. Grossa perdita per la ‘ndrangheta che gestisce il traffico della cocaina in buona parte dell’Europa e che da questa partita avrebbe potuto trarre un profitto di almeno 260 milioni di euro.
Quantitativi minori di cocaina sono stati scoperti a Sant’Angelo Lodigiano con un diciassettenne che, nell’armadio dei genitori, aveva occultato ben 35kg di polvere bianca (sequestro record nella provincia di Lodi) e 700 grammi di hashish: quantitativo non facilmente mimetizzabile in un armadio di casa. Ancora cocaina, un chilogrammo circa, nell’abitazione di un albanese, a Fidene (Roma), arrestato dagli agenti di polizia del Commissariato Celio con tutto il necessario, due presse idrauliche, per preparare i cilindri di cocaina. Ad Arezzo è andata male a due albanesi (arrestati dalla polizia) che lungo la strada di Peneto, alla periferia della città, avevano pensato di nascondere nella cavità del tronco di un albero, in un boschetto, 1,3 kg di cocaina.
In manette un insospettabile inserviente dell’ospedale Giovanni XXIII di Bari arrestato dalla Mobile dopo il sequestro di circa mezzo chilogrammo di cocaina in casa e nell’armadietto personale dell’ospedale. Ed insospettabile anche il giovane di 21 anni controllato, alla guida della sua auto, dagli agenti di polizia nei pressi del casello autostradale di Mileto (Reggio Calabria) con oltre un chilogrammo di cocaina occultata nel veicolo. Meno insospettabile l’ultrasettantenne che, a Torino, dopo una lunga “carriera” criminale costellata da furti, rapine, estorsioni, ricettazione, si dedicava negli ultimi tempi allo spaccio di cocaina e di crack (trovate circa duecento dosi nascoste nella federa del cuscino e nel materasso nella sua abitazione) e per questo arrestato dai poliziotti del Commissariato Barriera Milano.
Banda di spacciatori di crack (da qui l’operazione indicata “Crack&CO”), tutti senegalesi, quella finita in manette a Genova dove la squadra mobile ha stimato un giro mensile di denaro di circa 60 mila euro. Non sono mancati, naturalmente, sequestri di altri stupefacenti come i 300kg di hashish e marijuana intercettati dalla Polizia a Firenze mentre tre napoletani, residenti in città, li scaricavano in un garage e in provincia di Cagliari con il sequestro, in un ovile, di circa 64kg di marijuana.
Terminata, per poco, l’attività di due marocchini arrestati, a Milano, insieme ad altre tredici persone, per traffico di ingenti quantitativi di hashish piazzati anche nel Sud Italia dopo che gli “assaggiatori” del prodotto ne avevano certificato la buona qualità.
Tutto molto “stupefacente”e preoccupante in un Paese alle prese con le tante note emergenze.
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Traffico e spaccio di stupefacenti, un’attività diffusa nella società
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