Mafia, più cooperazione tra gli Stati europei per aggredire i patrimoni illeciti
In vigore il regolamento UE sul riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e confisca
Dallo scorso 19 dicembre 2020 è entrato in vigore il regolamento Ue 2018/180 sul riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e confisca.
Si tratta di un intervento che rafforza la cooperazione a livello europeo introducendo misure più efficaci e incisive per contrastare la proiezione internazionale di fenomeni criminali “lucrogenetici”.
Con una circolare ai questori il direttore della direzione centrale Anticrime, Francesco Messina, ha richiamato le innovazioni introdotte dal regolamento, evidenziando che l’espressione “procedimento in materia penale”, utilizzata dal legislatore europeo, consente di ricomprendere nell’ambito applicativo anche i provvedimenti di sequestro e confisca emessi nei procedimenti di prevenzione disciplinati dal Codice delle leggi antimafia (d.lgs. N.159/2011), presupponendo essi una valutazione di pericolosità sociale, fondata sulla sussistenza di indizi della commissione di reati, e un accertamento della provenienza illecita dei beni.
Con la nuova procedura l’autorità “di emissione” – il pubblico ministero o il giudice – della confisca o congelamento dei beni trasmette il provvedimento a quella di esecuzione, situata nello stato straniero dove si trova il bene mafioso. Quest’ultima deve procedere “senza ritardo” dice il regolamento dell’Unione. Per l’Italia, il Ministero della Giustizia è stato designato quale autorità centrale responsabile della trasmissione e ricezione amministrativa dei certificati di congelamento e confisca.
La portata del nuovo regolamento Ue è significativa perché introduce per i sequestri e le confische il principio del mutuo riconoscimento tra gli stati dell’Unione. Intende così superare le difficoltà in tema di cooperazione antimafia finora sorte a causa della sussistenza di diversi modelli di confisca nei Paesi membri. Ed è un altro passo in avanti nel consolidamento europeo della legislazione italiana antimafia, riconosciuta come punto di riferimento nel contrasto alle organizzazioni criminali con sempre maggiori interessi transnazionali.
La nuova normativa europea coinvolge le procure, i tribunali e le forze dell’ordine – Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza – con la delega di polizia giudiziaria; ma anche gli stessi uffici giudiziari, i questori e la Dia per le misure di prevenzione.
Trackback dal tuo sito.