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“Io vorrei”. La riforma (morale) dello Stato per azzerare i cavilli che aiutano le mafie

Nando dalla Chiesa * il . Corruzione, Istituzioni, Mafie

parlamentoQuando queste “Storie italiane” usciranno il Natale sarà già passato. Perciò non ha senso usarle, come avrei voluto, per scrivere un’ideale lettera a Babbo Natale o a Gesù Bambino.

Semmai ne approfitto per raccontarvi di un bimbo di sei anni che ha scritto una commovente lettera al vecchio Santa Claus chiedendogli di portare le medicine alla nonna per farla guarire. I nonni…

Sta di fatto che gli auguri di Buon Natale sono riuscito a farli. Mentre proprio non ce la faccio con quelli per il Nuovo anno. Se penso che ho passato tutto lo scorso 1° gennaio per rispondere o mandare direttamente gli auguri per il 2020 mi vengono i brividi.

Da tempo infatti non mando più gli auguri per “un anno felice” e nemmeno per “un anno pieno di successi”, e meno che mai per “un anno vincente”. In quest’ultimo caso perché la formula mi pare un obbrobrio mentale. Negli altri due perché alla mia età ho imparato che bisogna stare schisci e che la cosa più bella che si possa augurare a una persona è la serenità.

Felice, nell’anno, potrà essere qualche giorno, qualche attimo magico totalmente privato. Quanto ai successi, ne bastano un paio a riempirci l’anima. Ricordo dunque che l’augurio più frequente in quell’ultimo Capodanno è stato “che l’anno nuovo ti sia amico”. Volevo essere moderatamente ottimista e invece in due mesi si sarebbe rivelato un augurio stratosferico. Il bastardo, il 2020, non è stato amico con nessuno, ma traditore con quasi tutti. Credo che abbia fatto le fortune di qualche pescecane quando le mascherine costavano in farmacia 8 euro l’una. Sicuramente proveranno a farci fortuna banditi e mafiosi, dipenderà da noi.

Proprio così, dipenderà da noi. Mi ha colpito soprattutto un risultato del sondaggio Demos-Libera sull’Italia disastrata dal Covid.

Alla domanda su chi potrà tirarci fuori da questa crisi senza precedenti, la risposta più gettonata è stata “il governo”. E questo è senz’altro un segno di fiducia in Giuseppe Conte e nei suoi ministri di punta. La discrezione al governo ha dato insomma i suoi frutti, sconfiggendo 4-0 l’idea ormai trentennale che si debba urlare per valere più di un soldo di cacio sulla scena politica.

Ma è la seconda risposta più frequente la vera sorpresa. Che non indica i partiti politici. E nemmeno le imprese e nemmeno le banche. E neppure i sindacati o le professioni o il terzo settore. Ma indica i singoli cittadini italiani e le loro energie individuali.

Un modello di rigenerazione bellissimo, che non parla il linguaggio dello stato assistenziale, che non chiede di dare questo o regalare quello, ma chiede più verosimilmente di lasciar fare a chi ha voglia ed energie.

E’ un messaggio di speranza indirettamente mandato allo Stato: quando proveremo a rimettere fuori la testa non presentatevi con le vostre gabelle, le vostre regole asfissianti e le vostre burocrazie sadiche o corrotte. Arrivate anche voi con le maniche arrotolate e aiutate chi vuole solo lavorare per la ripresa del paese.

Ecco, se dovessi fare un augurio per questo 2021, alla faccia della quarta e quinta e sesta ondata perché “neanche il vaccino”, se dovessi farlo, dicevo, sarebbe esattamente questo: uno Stato schizzato prodigiosamente fuori dal cilindro del Covid e che si fa servizio per gli “uomini di buona volontà” (qualcosa di natalizio lasciatemelo…) e mette in riga mafiosi e affaristi, che abbiano o meno una falsa perizia medica o aziendale in mano.

Questo io sogno, pensate un po’. Le altre gioie che vorremmo le conoscete tutte e mai avremmo pensato che potessero essere tali. Dalla stretta di mano alla lezione in aula.

Auguri di un anno sereno, anche se non sappiamo neanche più come sarebbe. Il nostro metro è cambiato. Un medico di corsia vale più di un grande fratello, e forse l’augurio più grande è che continui così. Gramsci le chiamava le riforme morali.

Il Fatto Quotidiano 28/12/2020

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