Le 10 domande di Repubblica in tribunale perchè “diffamatorie”
A stretto giro con le polemiche sulle nomine Rai e l’attacco
frontale alla Terza Rete arriva anche un annuncio senza precedenti in Europa. Il
presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha citato in giudizio il quotidiano
Repubblica per avergli rivolto dieci domande sui recenti scandali che l’hanno coinvolto. Gli avvocati di Berlusconi hanno chiesto per quelle che loro ritengono domande “diffamatorie”
(e anche per aver ripubblicato un articolo de Nouvel Observateur) un risarcimento danni per un milione di euro al Gruppo L’Espresso.
giungo da Giuseppe D’Avanzo e poi rimbalzate su web e giornali per settimane (e
ancora rimaste senza risposta) sono retoriche e “diffamatorie”. “Cosi capita per la
prima volta nella storia dell’informazione italiana – scrivono dalla redazione
di Repubblica – che un giornale finisca
dal giudice per aver commesso il reato di porre domande”.
Orlando, ai microfoni dell’Agenzia Radiofonica Econews e di ItaliaRadioWeb stamani
hanno lanciato l’appello: ”Che tutte le radio, che tutti i siti, che tutti i
blog, che tutti i giornali anche quelli piu’ distanti e che odiano lo stile
giornalistico di Repubblica decidano
assieme di ripubblicare le 10 domande perche’ quello che accade oggi a
Repubblica potra’ capitare a chiunque”.
”domande” fatte da un giornale da il senso della crisi dell’informazione nel
nostro Paese e non ha precedenti nei Paesi democratici. ” Nei giorni scorsi
perfino l’Avvenire, Famiglia Cristiana e Radio Vaticana – continuano gli
esponenti di Articolo 21 – sono terminati nel mirino di questo tipo di destra.
Credo che sia arrivato il momento che tutto il mondo dell’informazione italiano
reagisca insieme a questa aggressione ”.
Si rivolgono infine direttamente al presidente del Consiglio, Giulietti ed Orlando
chiedendo che almeno questa volta: ”Si spogli di tute le immunita’, del lodo
Alfano, rechi in tribunale, si confronti con Ezio Mauro, risponda alle domande
e risponda anche alle domande dei giudici. Se vuole davvero verita’ e giustizia
non si puo’ nascondere dietro le immunita”’.
prima linea contro la cosidetta “legge Bavaglio” ad esprimersi stamani sul caso Berlusconi – Repubblica dichiarando: ”Vorremmo un Paese ‘normale’, dove porre delle domande da parte
di un organo di informazione non sia oggetto di una concessione, ma fatto
naturale e scontato. Da parte del Premier c’e’ una reiterata tendenza a considerare
l’informazione un disturbo, a non rispettarne il ruolo, ad avvalersi di
strumenti giuridici e legislativi per limitarne i diritti”.
Franco Siddi
segretario nazionale della Fnsi che ai microfoni di Econews e Italia Radio Web interviene sulla causa intentata dal Premier a Repubblica aggiungendo anche “”non
e’ possibile che la buona informazione sia solo quella che accondiscende alle
posizione del Governo e che plaude alle azioni pubbliche e private del Premier”.
Anche l’Ordine dei giornalisti con Enrico Paissan, vice presidente del Consiglio
nazionale dell’Ordine sottolinea: “Questa iniziativa si inserisce in un
clima e in una serie di atti legislativi o di proposte di legge (come quella
sulle intercettazioni) che tendono a comprimere e limitare fortemente il ruolo
e l’impegnativo lavoro dei vari soggetti del giornalismo e
dell’informazione”.
nuovamente quelle dieci legittime domande al premier cui lo stesso non ha
ancora risposto – chiedono da Articolo 21 Giulietti e Orlando. Molte le posizioni
a difesa della libertà d’informazione e del diritto dovere dei giornalisti di porre
domande, anche e soprattutto al presidente del Consiglio, per un episodio che a partire da oggi ci consegna un altro primato europeo del quale l’Italia avrebbe potuto fare a meno.
Ascolta l’intervista intergrale a Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. info
Qui l’appello per la libertà di stampa dei giuristi Cordero, Rodotà, Zagrebelsky
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