La Controfinanziaria 2021 di Sbilanciamoci!
Online la nuova “Controfinanziaria” di Sbilanciamoci!: l’analisi critica del Disegno di Legge di Bilancio 2021 e una contromanovra a saldo zero con 111 proposte per uscire dall’emergenza Covid-19 con un’Italia in salute, giusta, sostenibile. Scarica gratuitamente il Rapporto e la scheda di sintesi.
La Campagna Sbilanciamoci! presenta lunedì 7 dicembre, in diretta Facebook sulla pagina di Sbilanciamoci!, a partire dalle ore 11.00, il nuovo Rapporto Sbilanciamoci! 2021. Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace, l’ambiente.
Il nostro Rapporto 2021 – la cosiddetta “Controfinanziaria” – contiene la Legge di Bilancio che vorremmo: 111 proposte per un valore complessivo di quasi 36 miliardi per uscire dall’emergenza Covid-19 e imprimere un cambio di passo per la giusta ripartenza del Paese. Il Rapporto esamina in dettaglio il Disegno di Legge di Bilancio 2021 del Governo – che manca di strategia e di coraggio, e che giudichiamo insufficiente – e delinea una manovra economica alternativa a saldo zero, articolata in sette aree chiave di analisi e intervento. Dal fisco alla finanza e agli enti locali, dalle politiche industriali al lavoro e al reddito, dall’istruzione e la cultura all’ambiente, dal welfare all’altraeconomia, passando per la pace e la cooperazione internazionale: proposte concrete, puntuali e praticabili da subito grazie a cui superare la drammatica crisi legata alla pandemia e voltare pagina: con un’Italia in salute, giusta, sostenibile.
Un fisco equo e progressivo per finanziare la ripresa. Se non ora, quando?
Servono una svolta in politica fiscale e una netta discontinuità rispetto alle scelte del passato, che vengono sostanzialmente confermate nel DDL Bilancio 2021. Sbilanciamoci! chiede una riforma complessiva e organica del sistema fiscale fortemente redistributiva, incentrata sul principio di capacità contributiva e sulla progressività dell’imposizione. Il primo punto in tal senso è la riduzione delle tasse per i due scaglioni più bassi di reddito, dove sono concentrati i lavoratori con i più bassi salari e quelli del ceto medio: proponiamo una rimodulazione dell’Irpef che riduca di 1 punto le aliquote sui redditi fino a 28.000 euro e introduca due nuovi scaglioni con un’aliquota del 55% per i redditi tra 100.000 e 300.000 euro e un’aliquota del 60% per quelli superiori a 300.000 euro (maggiori entrate pari a 2,1 miliardi).
L’assoggettamento all’Irpef delle rendite finanziarie, una patrimoniale straordinaria, la riduzione della franchigia per la tassa di successione con aliquote crescenti rispetto alla ricchezza ereditata potrebbero portare a quasi 10 miliardi di entrate. Prevediamo anche una vera tassa sulle transazioni finanziarie su tutte le azioni e derivati e, nel caso azionario, su tutte le singole operazioni, con introiti di 3,7 miliardi. Quasi 900 milioni potrebbero essere recuperati con una maggiore imposizione sugli investimenti pubblicitari, una tassazione dei profitti del settore dei beni di lusso e l’introduzione di misure penalizzanti per il rilascio del porto d’armi. Per un serio contrasto a evasione ed elusione fiscale chiediamo infine un Piano straordinario di accertamento e riscossione, oltre al rafforzamento dell’attuale Web Tax (entrate di 6 miliardi).
Una quota rilevante delle risorse ricavate da tale programma fiscale, 6,5 miliardi, dovrebbe essere investita sugli Enti locali travolti dalla pandemia e da anni di tagli e definanziamenti da parte del governo centrale: i 6,5 miliardi servono a incrementare gli investimenti e garantire il livello essenziale dei servizi pubblici dei Comuni. A tutto ciò Sbilanciamoci! propone di aggiungere l’adozione di altre misure, a costo zero: dalla rimodulazione degli accantonamenti del Fondo crediti di dubbia esigibilità, allo svincolo dell’avanzo di amministrazione per finanziare la spesa corrente, fino all’abrogazione dei vincoli per le assunzioni degli enti locali. Infine, ribadiamo con forza la necessità di intraprendere decise azioni di contrasto alla criminalità organizzata e alle infiltrazioni malavitose nel tessuto economico-produttivo dei territori.
Ridare centralità all’intervento pubblico e assicurare lavoro e reddito per tutti
La pandemia ha evidenziato la necessità di tornare a valorizzare l’intervento pubblico, in modo da assicurare una ripresa fondata sulla tutela della salute e del reddito, la creazione di buona occupazione, la capacità di orientare la produzione sui settori più innovativi e avanzati, indirizzando il Paese su un sentiero di crescita socialmente ed ecologicamente sostenibile. Le risorse previste nel DDL di Bilancio, circa 5,3 miliardi nel 2021, per sostenere gli investimenti delle imprese dovrebbero essere inserite in un quadro di politica industriale che renda espliciti gli obiettivi da raggiungere, riducendo al minimo gli incentivi a pioggia.
Proponiamo pertanto di aumentare di un 1 miliardo i ristori per le imprese più colpite dall’emergenza Covid, associando a ciò un Piano di investimenti pubblici da 4 miliardi per la riconversione del sistema produttivo che consenta di avviare progetti – con specifica attenzione al Sud – per migliorare l’innovazione di processo e di prodotto, gli standard di efficienza energetica nelle attività industriali, l’uso delle rinnovabili e l’ammodernamento delle reti infrastrutturali, nonché per lo sviluppo di economia digitale e intelligenza artificiale. Chiediamo inoltre di finanziare con 800 milioni le attività di formazione dei lavoratori nei campi legati alle nuove tecnologie e produzioni e ai nuovi standard di efficienza energetica, così come di stanziare 1 miliardo per un Piano di appalti pubblici per le piccole e medie imprese: in molti settori si può indirizzare una domanda pubblica di grandi dimensioni per infrastrutture, hardware, software e servizi digitali, tecnologie e servizi ambientali, farmaci e servizi sanitari, creando nuovi spazi di mercato per le PMI.
La pandemia ha avuto e continuerà ad avere nel prossimo futuro un impatto devastante sul reddito degli italiani. È necessario adottare con urgenza una serie di misure migliorative riguardanti il Reddito di Cittadinanza, che nel complesso comportano uno stanziamento di circa 4,5 miliardi, tali da renderlo uno strumento davvero efficace e inclusivo di contrasto alla povertà di fronte agli effetti della crisi Covid. Infine, Sbilanciamoci! chiede da un lato di aumentare la dotazione del Fondo occupazione al fine di coprire il fabbisogno di ammortizzatori sociali e favorire il recupero occupazionale, dall’altro di implementare un Piano straordinario per la sicurezza sul lavoro: quasi 600 milioni sono destinati a finanziare tali proposte.
Si esce dalla crisi solo investendo nella cultura e nei saperi
Oltre 10 miliardi per cultura, istruzione e ricerca pubbliche: a tanto ammonta il piano di investimenti che proponiamo. In particolare, oltre 2,3 miliardi sono destinati alla scuola per la promozione del diritto allo studio (libri, trasporti, lotta al digital divide, etc.), di interventi strutturali di edilizia scolastica (ristrutturazione, efficientamento, messa in sicurezza e abbattimento delle barriere architettoniche degli edifici, costruzione di palestre, aule, laboratori), dell’autonomia scolastica e di una radicale riformulazione dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (ex alternanza scuola-lavoro).
Chiediamo poi di assegnare 3,5 miliardi all’università per sostenere gli affitti degli studenti fuorisede e varare stanziamenti sulle residenze universitarie, per assicurare il superamento dell’accesso programmato ai corsi di laurea degli atenei e per integrare in modo sostanziale il Fondo di finanziamento ordinario e il Fondo per le esigenze emergenziali. In questo modo, è possibile compiere un primo passo decisivo verso l’auspicata gratuità delle università, con la garanzia di un vero diritto allo studio e la cancellazione delle tasse universitarie. Sbilanciamoci! propone inoltre di allocare oltre 1,7 miliardi al finanziamento del dottorato e dell’intero comparto della ricerca e reclutamento, con la stabilizzazione dei precari, il superamento dell’assegno di ricerca e l’introduzione di contratti senza tenure track della durata massima compresa fra 1 e 2 anni, l’eliminazione del binomio Rtd-A/Rtd-B e la loro sostituzione con contratti unici di 5 o 6 anni.
Chiediamo infine 1 miliardo per la Cultura – uno dei settori più colpiti dalla pandemia – con cui assicurare i Livelli essenziali delle prestazioni culturali, finanziare uno specifico Fondo per spazi e nuovi centri culturali, migliorare la promozione dello spettacolo dal vivo, del libro e della lettura, dell’arte e dell’architettura contemporanee (soprattutto nelle periferie e in una chiave di rigenerazione urbana). Con una parte delle risorse ottenute dalla nostra richiesta di abolire il Bonus Cultura per i diciottenni si potrebbero poi coprire i costi per garantire a tutti l’accesso gratuito a musei, monumenti e aree archeologiche. A questo dovrebbe aggiungersi un piano di assunzioni al Mibact e di interventi straordinari di manutenzione e adeguamento degli spazi culturali, così come lo stop alla pratica delle esternalizzazioni dei servizi dei beni culturali.
L’emergenza Covid-19 non faccia dimenticare l’emergenza ambientale
Sbilanciamoci! intende affermare una visione e un piano d’azione che puntino in maniera decisa sulla transizione ecologica e la decarbonizzazione dell’economia, la lotta ai cambiamenti climatici e il contrasto del rischio idrogeologico, la tutela della biodiversità e del nostro patrimonio naturale. In particolare, proponiamo di avviare un programma capillare di piccole e medie opere pubbliche volto a migliorare la qualità della vita promuovendo occupazione e cura del territorio: a tal fine, chiediamo di destinare oltre 1,6 miliardi per l’ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture, soprattutto al Sud, investendo sulle ferrovie al servizio dei pendolari, la rete stradale Anas e provinciale, l’infrastrutturazione elettrica, i trasporti su ferro nelle aree urbane, la mobilità dolce e la logistica per l’interscambio modale. Inoltre, tali risorse dovrebbero andare a interventi di rigenerazione e riqualificazione urbana e di mitigazione dei cambiamenti climatici.
A questo deve associarsi il rafforzamento del sistema di ricerca e innovazione nel campo della transizione ecologica (800 milioni di stanziamenti previsti), finanziando programmi di ricerca pubblici sullo sviluppo delle rinnovabili, l’individuazione di soluzioni tecnologiche all’economia circolare, l’efficienza energetica, lo studio del rischio idrogeologico, la mobilità integrata sostenibile. Contestualmente, è urgente promuovere misure di fiscalità ambientale: a tal proposito, chiediamo la progressiva cancellazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi, che ammontano a quasi 20 miliardi l’anno (con un’entrata per le casse pubbliche di 4 miliardi nel 2021) e la loro trasformazione, entro il 2025, in Sussidi Ambientalmente Favorevoli.
Occorre inoltre sostenere i Comuni per la messa in sicurezza dei territori rispetto al dissesto idrogeologico e promuovere una seria lotta all’abusivismo edilizio, mentre per quanto riguarda la tutela della biodiversità servono finanziamenti aggiuntivi per i Parchi nazionali delle aree terremotate e per la redazione di un Piano nazionale di Restoration della natura volto al ripristino e rinaturalizzazione degli ecosistemi: su questi capitoli Sbilanciamoci! chiede di investire risorse per oltre 400 milioni. In campo energetico, proponiamo uno stanziamento di 300 milioni a favore degli impianti fotovoltaici e la riqualificazione energetica del patrimonio residenziale pubblico, dell’introduzione della rendicontazione dei cambiamenti climatici nelle politiche di investimento, della cancellazione di royalties e canoni per le trivellazioni offshore.
Il welfare e la solidarietà come assi strategici per la ripartenza
Il Covid-19 ha colpito un Paese che negli ultimi 20 anni ha tagliato le risorse per i Fondi sociali nazionali e ne ha prodotto la frammentazione, non ha ancora definito i Livelli essenziali di assistenza delle prestazioni sociali previsti dalla legge, ha disinvestito sul sistema dei servizi e delle infrastrutture territoriali, puntando sulla moltiplicazione delle erogazioni monetarie individuali. Oggi più che mai è urgente cambiare strada. Per migliorare il sistema dei servizi sociali chiediamo un piano di 20mila assunzioni tra assistenti sociali e domiciliari, educatori e psicologi in 5 anni (104 milioni il costo sul 2021); un intervento deciso per rafforzare l’assistenza semi-residenziale leggera e domiciliare rivolta agli anziani (540 milioni per coprire un bacino di utenza di 15mila anziani); un Piano nazionale per i senza fissa dimora che porti in 5 anni ad almeno 20mila nuovi posti di accoglienza notturna e 50mila di accoglienza diurna (100 milioni sul 2021); la cancellazione dell’assegno di natalità, destinando i circa 340 milioni previsti nel DDL Bilancio 2021 al Fondo di solidarietà comunale per il miglioramento dei servizi in campo sociale e il potenziamento degli asili nido.
In materia di politiche per la disabilità chiediamo di stanziare oltre 800 milioni per incrementare le dotazioni del Fondo nazionale per la non autosufficienza, del Fondo nazionale per le politiche sociali, del Fondo nazionale per il “dopo di noi” e del Fondo per interventi legislativi in favore dei caregivers familiari, nonché per la creazione di un Fondo per la vita indipendente. In tema di sanità, proponiamo di integrare con oltre 450 milioni le risorse per il potenziamento del personale sanitario e dell’assistenza territoriale e ospedaliera. Chiediamo poi che oltre 470 milioni vadano all’implementazione di un Piano di riduzione delle liste di attesa (ulteriormente allungatesi causa pandemia) e che 150 milioni siano destinati per garantire l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza. Infine, con l’incremento della tassazione sui prodotti da tabacco riscaldato – che godono di un significativo sconto fiscale rispetto alle normali sigarette – si potrebbe interamente coprire il costo del potenziamento della rete di assistenza domiciliare.
Sul fronte delle migrazioni e dell’asilo, per far fronte alla carenza di personale medico-sanitario legata al Covid-19, chiediamo che sia fatta rispettare la normativa in deroga del decreto Cura Italia per l’assunzione di personale straniero, insieme alla chiusura delle “navi quarantena” e alla garanzia dell’accesso dei cittadini stranieri a tutti i servizi sanitari ordinari e straordinari anti-Covid. Chiediamo inoltre la chiusura dei Centri di Accoglienza Straordinaria (Cas) entro la fine del 2021 e il contestuale impegno di risorse per un sistema di accoglienza unico, pubblico, diffuso sul territorio e gestito dai Comuni. E proponiamo infine di dotarci di una nuova legge sulla cittadinanza e di un nuovo Piano nazionale contro il razzismo.
A causa della pandemia molte famiglie non sono più in grado di sostenere le spese per la casa: con urgenza chiediamo un piano di incentivi per la riduzione dei canoni di locazione (1 miliardo), la proroga dell’esecuzione degli sfratti fino a giugno 2021 (200 milioni), l’incremento del Fondo per la morosità incolpevole e del Fondo sociale per gli affitti (600 milioni). Il costo di tali misure può essere coperto introducendo una tassazione sugli immobili sfitti (400 milioni), misure di contrasto al canone nero (300 milioni), l’eliminazione della cedolare secca sul libero mercato (1,1 miliardi). Sul fronte delle pensioni, proponiamo interventi senza oneri aggiuntivi per le casse statali volti da un lato al rafforzamento delle prestazioni previdenziali dei lavoratori più deboli e all’offerta di una tutela ai giovani tramite la fissazione di una garanzia minima pensionistica, e dall’altro lato alla razionalizzazione dell’età di pensionamento.
Capitolo carceri: proponiamo di incrementare le misure alternative alla detenzione e realizzare interventi di edilizia sociale che facilitino il ricorso a tali misure da parte dei più svantaggiati, insieme a un aumento dell’organico degli operatori civili nei penitenziari. Il costo complessivo di queste proposte, 700 milioni, potrebbe essere interamente finanziato dalla legalizzazione della cannabis e la depenalizzazione delle condotte meno gravi relative alle altre droghe, con effetti positivi anche sul sovraffollamento delle carceri.
Una moratoria sulle spese militari nel 2021
La spesa militare italiana non arresta la sua crescita neanche di fronte alla crisi sanitaria, economica e sociale causata dalla pandemia di Covid-19. L’aumento che si evince dal DDL Bilancio 2021 è rilevante, a partire dal bilancio del ministero della Difesa che registra una crescita di circa 1,6 miliardi, passando da 22,94 nel 2020 a 24,54 miliardi nel 2021. A questo si sommano gli stanziamenti di risorse in capo ad altri ministeri (principalmente il Mise e il Mef), che fanno lievitare a circa 28 miliardi (cifra stimata) la spesa militare complessiva del nostro Paese per il 2021. In particolare, sono almeno 6 i miliardi previsti per l’acquisto di nuovi armamenti: in un periodo in cui di tutto ci sarebbe bisogno tranne che di armi, questo è inaccettabile.
Sbilanciamoci! propone di diminuire in modo netto le spese militari, con un risparmio di 5 miliardi sulla base di 4 misure: la riduzione del livello degli effettivi delle nostre Forze Armate a 150mila unità (1 miliardo); il taglio degli stanziamenti diretti e dei finanziamenti pluriennali per l’acquisizione di nuovi sistemi d’arma (2,8 miliardi); lo stop all’acquisto dell’ultima tranche di cacciabombardieri F-35 (500 milioni); il ritiro delle nostre truppe dalle missioni militari all’estero con chiara proiezione armata in conflitti (700 milioni).
Una parte delle risorse così risparmiate potrebbe finanziare vere politiche di pace e cooperazione internazionale, con un potenziamento degli Aiuti Pubblici allo Sviluppo (350 milioni) e delle attività di peacebuilding (20 milioni); con l’implementazione di una più larga sperimentazione dei Corpi Civili di Pace (100 milioni); con la riconversione a fini civili dell’industria a produzione militare (50 milioni) e di 20 servitù militari (40 milioni); con il reintegro dei fondi destinati alle Nazioni Unite (30 milioni) e uno stanziamento a favore della protezione dei Difensori/e dei diritti umani (8 milioni). Per quanto riguarda infine il Servizio Civile, chiediamo stanziamenti aggiuntivi pari a 100 milioni, in modo tale da approssimare l’entità del contingente effettivo di giovani in servizio a un totale di 65mila posti in Italia e 2mila all’estero.
Promuovere l’economia che fa bene ai territori e alle persone che li abitano
La crisi che stiamo vivendo trova un argine essenziale nelle iniziative dell’economia sociale e solidale: le reti dell’associazionismo e del mutualismo si sono da subito attivate per assicurare ai più bisognosi spesa e farmaci, aiuti alimentari, assistenza sanitaria e sociale. Sbilanciamoci! propone di sostenere i prodotti e servizi delle esperienze locali di Economia trasformativa, a partire dall’istituzione di un’Unità di valutazione dell’impatto economico, sociale e ambientale del commercio internazionale sul nostro Paese che indirizzi progetti pilota di re-internalizzazione di filiere strategiche: ciò può essere finanziato con l’introduzione di un Dazio sperimentale su beni provenienti da Paesi e/o prodotti da imprese non rispettose dei diritti umani.
Chiediamo inoltre che 20 milioni vadano alla moltiplicazione dei “Condomini solidali”, iniziativa che ha permesso di connettere, grazie al supporto dei Gruppi di acquisto solidale, i piccoli e medi produttori locali colpiti dal lockdown alle famiglie in difficoltà, assicurando prezzi equi e azzerando gli sprechi. Auspichiamo poi uno stanziamento di 50 milioni a favore dell’agricoltura sostenuta dalle comunità, un modello di organizzazione territoriale alla pari tra aziende agricole e consumatori attraverso cui si decide insieme cosa produrre, sostenendo gli investimenti in una prospettiva agroecologica e di sovranità alimentare.
A questo si deve aggiungere l’introduzione dei Consigli metropolitani sul cibo (1 milione) che consentano di collegare gli attori che si occupano di terra e cibo nelle aree urbane (contadini, Gas, mercati locali, orti, enti locali). 25 milioni dovrebbero andare poi alla creazione in tutte le Regioni di Ecosol-Hub: strutture di servizio per il sostegno alle reti locali di Economia solidale nel mantenimento e creazione di occupazione durante la ripresa post-Covid. Chiediamo infine di finanziare il Fondo per il commercio equo e solidale (1 milione) e di adottare un Piano strategico nazionale per la piccola distribuzione organizzata (10 milioni), che valorizzi le filiere corte nell’approvvigionamento collettivo grazie all’implementazione di almeno 100 progetti pilota.
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