L’amaca di Michele Serra
Il “piano per il Sud” proposto da Berlusconi avrà (immagino)una sua
quantificazione, nel senso che ci sarà poi qualche ragioniere di Stato
incaricato di fare la conta delle briciole necessarie a rabbonire i
nuovi questuanti. Nel frattempo, a noi italiani di età non più verde
(del Nord del Centro e del Sud) il “piano per il Sud” richiama vecchi
telegiornali in bianco e nero e addirittura cinegiornali dall’audio
stentoreo, con casse del Mezzogiorno, interventi speciali, fondi
straordinari, sforzi supplementari, e onorevoli (democristiani e
affini) che tagliano nastri e benedicono
iniziative tra gli applausi di sottoposti e clienti. Una tristezza.
L’unico “piano per il Sud” di una certa diversità, e di una qualche
verve, ha fatto capolino con le confische di capitali ai mafiosi, e con
l’affidamento di quei beni e di quei terreni a tipi tosti come don
Ciotti. Se Berlusconi fosse quel gran dritto che dice di essere,
farebbe quello che la sinistra non avrebbe mai il coraggio di fare:
chiedere a don Ciotti di farlo lui, un “piano per il Sud”. Dell’Utri
non sarebbe contento. Lombardo e Micciché dovrebbero trovarsi un
lavoro. D’altra parte, non è possibile accontentare sempre tutti.
* La Repubblica, 28 luglio 2009
Trackback dal tuo sito.