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Rosso mafia, la recensione

Silvana Carcano * il . Emilia-Romagna, Mafie, Recensioni

rosso mafiaL’anno scorso è stato pubblicato un libro sulla ‘ndrangheta che merita di essere ripreso, a un anno di distanza, per tornare sull’importanza della comprensione del fenomeno ndranghetista che dalla Calabria viaggia e infetta con virulenza ben peggiore del coronavirus l’Italia e parti del mondo intero.

Si tratta del libro «Rosso mafia, la ‘ndrangheta a Reggio Emilia», di Nando dalla Chiesa e Federica Cabras. Le riflessioni degli autori rimandano a un serio problema italiano, con domande esposte con chiarezza: «Com’è stato possibile un rovesciamento del senso comune per cui la mafia prospera dove c’è ignoranza, degrado sociale, disoccupazione, se poi ha colonizzato Reggio Emilia (e, aggiungo io, parti della Lombardia e del Veneto)? Com’è stato possibile questo paradosso? Va rivista a questo punto la teoria sul fenomeno mafioso? Che cos’è la ‘ndrangheta allora, alla luce di questi studi sul caso Reggio Emilia? Il caso Reggio Emilia è un caso unico o si colloca all’interno di un contesto più ampio, quello in cui vi è l’obiettivo di conquistare nuovi territori fuori dalla Calabria? Dove nasce questo paradosso della democrazia italiana?».

Non sono domande facili, spaventano, inquietano.

Ma vanno affrontate, non solo a livello istituzionale, ma anche a livello individuale. Non è compito solo del Governo, del Parlamento, della Magistrature, dei Sindaci e delle Forze dell’Ordine, sta in capo ad ognuno di noi studiare e comprendere il fenomeno mafioso, per quanto possibile.

La difficile situazione attuale non può distoglierci dal comprendere quali lotte vanno condotte senza sosta, indipendentemente dalla presenza o meno di un virus; non può farci dimenticare che siamo il Paese che ha dato vita ad almeno 4 delle più pericolose organizzazioni mafiose al mondo e che, se non ci occupiamo con determinazione e durezza di questo tema, la pandemia diverrà un pranzo succulento per i mafiosi a discapito di tutti noi.

Ecco, la lettura di un libro come Rosso mafia può essere un buon inizio per incamminarsi verso una maggiore comprensione. Oltretutto, cosa di non poco conto, il testo è scritto con un linguaggio scorrevole e piacevole, riprende affreschi storici e paesaggistici affascinanti, ricorda cronache esemplari che aprono il cuore e ripercorrono passi importanti di personaggi storici italiani.

Certo, leggere questo libro è uno schiaffo in faccia, proprio perché spiega precisamente che è uno schiaffo alla storia vedere quelle terre conquistate dalla ‘ndrangheta: fu a Reggio Emilia che nacque la bandiera tricolore e fu sempre Reggio che, nel 1796, si guadagnò l’elogio di Napoleone come «la città italiana più matura per la libertà»; fu a Reggio Emilia che, nel 1897, Giosuè Carducci definì il tricolore reggiano «bandiera benedetta»; fu questa città ad essere sempre fiera e combattiva per l’unità nazionale, prima, e antifascista, poi; fu in provincia di Reggio Emilia che i fratelli Cervi iniziarono la loro leggendaria storia personale e pubblica, a Gattatico, dove ora c’è l’Istituto Cervi; fu in quei territori che non si smise mai di combattere per la democrazia, con orgoglio e convinzione, per scacciare il fascismo; fu questa identità reggiana che, sconfitto il terrorismo negli anni settanta, si avviò verso la lotta alla mafia degli anni ottanta, dopo il ciclo terribile di omicidi eccellenti (Mattarella, La Torre, dalla Chiesa) promuovendo, tra le altre attività, prima in Italia, gemellaggi con le terre siciliane così lontane ma a cui serviva l’appoggio anche di Reggio; fu in queste terre reggiane che si espanse l’orgoglio identitario, nato da un’assunzione di responsabilità storica: «faremo con la mafia come con i nazisti».

Eppure, a Reggio Emilia è arrivata la ‘ndrangheta. E ne ha fatto terra di conquista.

La vicenda reggiana non è un episodio, fa parte di un processo di cui rivela (svela) l’organicità e la forza eversiva. Averne consapevolezza consente una maggiore profondità di sguardo sulle vicende in corso. Offre una maggiore intelligenza della minaccia e, prima ancora, la voglia di contrastarla.

«I movimenti della storia non sono mai irreversibili, infatti, qualunque sia la loro natura. L’importante è che incontrino movimenti di segno contrario e di energia almeno uguale. Non è condizione sufficiente, ma è condizione necessaria».

Buona lettura.

Consulente della Commissione parlamentare antimafia

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Nando dalla Chiesa, Federica Cabras
Rosso mafia
La ‘ndrangheta a Reggio Emilia
Bompiani, Milano 2019
Pagg. 256, € 18,00

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