Cronisti minacciati, presentati in commissione Antimafia gli ultimi dati del Viminale
Nel corso dell’audizione di Angela Caponnetto, Nello Scavo e Donato Ungaro, il presidente Fnsi ha illustrato le tendenze registrate dall’Osservatorio del ministero dell’Interno che certificano il drastico aumento degli episodi di intimidazioni ai giornalisti. E il segretario Usigrai, Vittorio Di Trapani, ha proposto un coordinamento internazionale contro le minacce via web.
Le minacce, sempre più frequenti, rivolte ai giornalisti attraverso web e social media, con le testimonianze di Angela Caponnetto e Nello Scavo, e l’emblematica vicenda di Donato Ungaro, che la ‘ndrangheta pianificava di “sistemare” per via dei suoi articoli sulle infiltrazioni della criminalità in Emilia Romagna. Questi i due filoni della nuova audizione di cronisti minacciati in commissione Antimafia, nell’ambito del Comitato per le intimidazioni ai giornalisti presieduto dal deputato Walter Verini.
Ad aprire l’audizione, in videoconferenza, il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Giuseppe Giulietti, che ha illustrato gli ultimi dati dell’Osservatorio cronisti minacciati del ministero dell’Interno che certificano il drastico aumento rispetto agli anni passati degli episodi di intimidazioni ai danni dei cronisti, con particolare riferimento alle minacce in rete, spesso caratterizzate da una chiara matrice “socio-politica” legata a gruppi estremisti, e che «quando hanno ad oggetto una giornalista – ha evidenziato – si “arricchiscono” dell’odiosa componente sessista».
Tema sul quale ha raccontato la propria esperienza Angela Caponnetto, finita nel mirino per i suoi reportage su migrazioni e accoglienza, e rispetto al quale il segretario Usigrai, Vittorio Di Trapani, ha avanzato una prima proposta, accolta dal Comitato, affinché «il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituzioni e media accendano un faro sulle minacce di stampo sessista rivolte alle giornaliste».
Altra proposta lanciata da Di Trapani è quella di lavorare a un coordinamento fra le istituzioni dei diversi Paesi che consenta di armonizzare le politiche e le diverse legislazioni nazionali in materia, «così da poter perseguire le minacce indipendentemente da dove arrivano, dal momento – ha osservato – che le intimidazioni spesso non conoscono confini».
Come ha testimoniato anche Nello Scavo, che, con Fnsi e Avvenire al suo fianco in qualità di parti civili, è stato di recente ascoltato dai giudici di Malta nell’ambito del processo intentato dalle autorità dell’isola a Neville Gafà per le intimidazioni rivolte, ancora una volta, via social al giornalista. Il quale, fuori dal tribunale, è anche stato insultato, «in perfetto italiano, così che non vi fosse il dubbio che non si capisse», ha ricordato.
Sempre sul fronte internazionale, il presidente Giulietti ha infine ricordato l’appello, promosso da 87 organizzazioni per la libertà di stampa, rilanciato da ultimo appena pochi giorni fa anche dai figli di Daphne Caruana Galizia, per una forte iniziativa delle istituzioni europee e dei Paesi europei contro il fenomeno delle querele bavaglio, le cosiddette “slapp”.
Ascoltato il racconto di Donato Ungaro, che da quando ha cominciato a scrivere di mafia ha perso il lavoro, ricevuto querele bavaglio «e ora – ha denunciato – un pentito ha svelato un piano per eliminarmi», il presidente Walter Verini ha in ultimo rinnovato la disponibilità del Comitato ad approfondire possibili iniziative a «concreta tutela dei giornalisti e a tutela del diritto dei cittadini ad essere informati».
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Atti intimidatori contro #giornalisti, fenomeno in aumento: 129 casi da gennaio a settembre 2020, il 42% via #social.
I dati dell'Osservatorio della direzione centrale #Polizia criminale presentati al webinar di #prefettura #Ferrara.➡️https://t.co/DUXoJxij7i #19novembre pic.twitter.com/z2M7Q45SW0
— Il Viminale (@Viminale) November 19, 2020
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