Pm Lari: “Su stragi ci sono piste non mafiose”
“Negli ultimi sei mesi siamo venuti a sapere alcuni particolari
che ci hanno permesso di spingere le nostre indagini sulle stragi in
territori non solo di mafia”.
Sergio Lari, procuratore capo della Repubblica di Caltanissetta che ha
riaperto tutte le inchieste sulle stragi siciliane, ammette che gli
investigatori stanno seguendo una pista nuova, non “puramente” mafiosa:
“Adesso, lentamente, emergono possibili se non addirittura probabili
tra Cosa nostra e settori deviati dello Stato”. Intervistato da
Repubblica, il pm spiega che sono state le rivelazioni del pentito
Gaspare Spatuzza a dare “la svolta alle indagini”. Si dice pronto ad
ascoltare Totò Riina (“Ho l’impressione che a quasi 80 anni voglia
levarsi qualche sassolino dalle scarpe”), e certo che l’agenda rossa di
Paolo Borsellino “l’hanno fatta sparire. Non certo i mafiosi. Il furto
può essere stato ispirato o organizzato da un altro livello”. Possibile
ritrovarla? “Non credo, chi l’ha fatta sparire diciassette anni fa l’ha
fatta sparire per non farla ritrovare mai più”. Infine, Lari spiega
quali sono i filoni che sta seguendo l’inchiesta: “Si lavora a alcune
ipotesi. Una è che Borsellino fosse venuto a conoscenza della
trattativa e che se si fosse messo di traverso. E, proprio per questo,
sarebbe stato ucciso. Un’altra ipotesi – aggiunge – quella trattativa
si era arenata, e allora Totò Riina ha deciso di accelerare
l’esecuzione della strage di via D’Amelio allo scopo di costringere lo
Stato a venire a patti”.
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