La geografia della speranza
L’Italia è un paese colmo di disuguaglianze, siano esse di genere, di reddito, di possibilità o di opportunità. Disuguaglianze che il coronavirus ha esacerbato e amplificato.
Ma è anche terreno fertile per la nascita di tante realtà, il famoso terzo settore, che fa della vocazione sociale, dell’integrazione e della cooperazione la propria mission. Realtà che si intrecciano e costruiscono reti fra loro per raggiungere meglio e prima i propri obiettivi.
Fra queste spicca la Rete dei Numeri Pari, che fa da raccordo a più di quattrocento realtà che sui territori promuovono le buone pratiche sociali. Associazioni che sopperiscono al vuoto politico con azioni concrete di welfare, di supporto e di rigenerazione del territorio, e che Martina Di Pirro ha deciso di raccontare.
La geografia della speranza è quindi un grande racconto di viaggio. Un viaggio articolato lungo più di un anno, che ha portato Martina Di Pirro a incontrare realtà diversissime fra loro per scopi, progetti e pratiche. Fra queste, una Onlus che gestisce beni confiscati alle mafie, ma anche un centro sociale che organizza doposcuola, palestre e corsi di musica; un’associazione che fa incontrare chi ha necessità di cibo con chi ne ha troppo, ma anche un coordinamento di docenti che diffonde cultura e didattica contro le mafie; il polo che accoglie persone senza dimora e lo stabile occupato che offre un tetto a chi non può permettersene uno. Alcune realtà giovanissime, altre con più di cinquant’anni di storia alle spalle.
La geografia della speranza è un’occasione per riflettere su quanto lavoro si faccia e su quanto ce ne sia ancora da fare sui territori, sulla strada, sopperendo a una politica spesso chiusa nei suoi palazzi, sorda ai bisogni delle persone vere, vive e reali che le vivono accanto.
Martina Di Pirro
La geografia della speranza
Viaggio nell’Italia che resiste
Edizioni Gruppo Abele, 2020
Pagg. 176, € 14,00
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