NEWS

Immigrazione clandestina: le inutili “strategie” politiche per controllarla

Piero Innocenti il . Migranti, SIcurezza

sbarchi clandestiniE’ sconcertante pensare di risolvere o anche solo di contenere il fenomeno della immigrazione clandestina procedente dal Nord Africa “staccando”, di tanto intanto, assegni ai Governi di quei Paesi da cui originano tali partenze.

Eppure si continua con questa “strategia” politica (gli ultimi milioni di euro sono stati assicurati dai ministri Di Maio e Lamorgese recatisi in Tunisia alcuni giorni fa ad incontrare il premier incaricato), nonostante il sostanziale fallimento di tante analoghe iniziative prese almeno da quindici anni a questa parte dai vari Governi con forniture, per diverse centinaia di milioni di euro ( fuori strada, gommoni, motovedette,equipaggiamenti vari, corsi di formazione ecc..), a Libia e Tunisia in particolare, per assicurare la vigilanza sulle loro coste e contrastare i trafficanti di esseri umani.

Si continua, dunque, a parlare di immigrazione via mare – la più pericolosa, con migliaia di morti ogni anno, gli ultimi 45 tre giorni fa nel naufragio di una barca innanzi alle coste libiche – e di “sbarchi autonomi” (“fantasma”) sulle nostre coste, sbarchi che ci sono sempre stati ma che, evidentemente, in passato non destavano questa speciale attenzione politica.

Con il Dossier Viminale di ferragosto, poi, il tema dell’immigrazione clandestina è tornato ad essere una priorità con i dati relativi subito enfatizzati da alcuni politici dell’opposizione e da alcuni quotidiani. Dunque, gli immigrati sbarcati dall’1 agosto 2019 al 31 luglio 2020 sono stati 21.618 (una buona parte, 7.409, di nazionalità dichiarata tunisina al momento dello sbarco), in parte soccorsi  (5.271) in aree  marine ben delimitate (SAR) o da navi Ong (4.066), ma in gran parte  (16.347) sbarchi autonomi.

Un numero certo maggiore agli 8.691 dell’anno prima quando furono ignorate, in relazione a precise direttive del Ministro dell’Interno del tempo, norme (e procedure) del diritto interno e internazionale in tema di soccorsi in mare e di divieti di respingimenti, ma inferiore a quello del 2017/2018 (42.700 sbarcati) e a quelli almeno degli ultimi cinque anni con il picco di 182.877 sbarcati del 2016/2017.

C’è, poi, il tema dei rimpatri divenuto una sorta di ossessione politica. Già nel precedente Governo era stato lo stesso Presidente del Consiglio, l’11 luglio 2019, a dichiarare che bisognava rivedere l’intero sistema che disciplina i rimpatri che pure nel periodo agosto 2018/luglio 2019 erano stati 6.862, scesi a 4.408 l’anno dopo (al 31 luglio 2020), calo dovuto alla parziale sospensione delle relative procedure dal 31 gennaio al 31 maggio per l’emergenza Covid-19 e che ha consentito il rimpatrio di soli 592 stranieri espulsi.

Aspettando le “novità” sui rimpatri (annunciate anche dal Ministro degli Esteri pro tempore nel settembre 2019), di fronte alle ripetute manifestazioni ipocrite di alcuni politici e rappresentanti istituzionali, non si può non sottolineare ancora una volta che i rimpatri non sono di facile attuazione in quanto subordinati al “riconoscimento” dello straniero da parte dell’autorità consolare del paese di provenienza, al rispetto delle norme di cui alla direttiva 2008/115/CE e, soprattutto, alla vigenza di specifici accordi di riammissione con i Paesi di origine (sino ad oggi risultano formalizzati solo con la Tunisia, nel 2017, con il Marocco nel 1998, con il Pakistan nel 2000 e con le Filippine nel 2004).

Ogni decisione di rimpatrio, poi, deve essere adottata “caso per caso”, non limitandosi a prendere in considerazione il semplice fatto del soggiorno irregolare ma valutando anche il rispetto dei diritti fondamentali della persona.

Le dichiarazioni pubbliche, dunque, rese di tanto in tanto, da quanti parlano di “imbarcare i clandestini e rispedirli tutti a casa loro” esprimono sicuramente una profonda ignoranza.

Si è ancora in attesa, tra l’altro, di quell’ampliamento della rete dei CPR (Centri per i Rimpatri) su tutto il territorio nazionale previsto con il decreto legge 2017/13 il cui obiettivo era quello di aumentare i rimpatri (ed anche sul punto le perplessità non mancano).

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link