Bologna 2 agosto 1980, strage neofascista
Il 2 agosto 1980 era un sabato. Non c’è un bolognese che abbia dimenticato dove era e cosa stava facendo alle ore 10,25 di quel giorno quando scoppiò la bomba alla Stazione facendo una Strage di innocenti: 85 morti e 200 feriti.
La verità era già tutta scritta nei documenti che sono stati per quarant’anni secretati e in quelli “riservatissimi” che testimoniano il ricatto del capo della P2 Licio Gelli nei confronti di esponenti dello Stato. Gelli, già condannato nel processo sulla Strage a 10 anni per calunnia aggravata, oggi è accusato di essere, con Umberto Ortolani (imprenditore e banchiere, braccio destro del Venerabile), Federico Umberto D’Amato (il potente capo dell’Ufficio Affari riservati del ministero dell’Interno) e Mario Tedeschi (giornalista, direttore del “Borghese” e parlamentare del Movimento sociale, la prima esperienza professionale è tutta un programma: redattore di “Roma fascista”), il mandante e il finanziatore dei Nar autori della Strage.
Il ricatto di Gelli riuscì per alcuni anni ad escluderlo dalle indagini. “In caso contrario tirerà fuori gli artigli” questa fu la minaccia del suo avvocato Fabio Dean durante un incontro con la Polizia, che, sempre secondo il legale “la Polizia può fare molto per ridimensionare il tutto”. La relazione dell’incontro rimase nel cassetto di un importante funzionario.
Il potere del Venerabile portò anche all’insabbiamento del “Documento Bologna”, mai ricevuto dalla magistratura, tornato alla luce del sole solo recentemente, dove si racconta dei 5 milioni di dollari usciti dal Banco Ambrosiano ed entrati nelle tasche del capo della P2, usati, questa è l’accusa che arriverà in tribunale nel prossimo novembre, per finanziare i Nar e la Strage di Bologna.
Trentasei giorni prima della bomba alla Stazione, sul cielo di Ustica si era svolta una battaglia aerea con l’obiettivo, da parte della Nato, di abbattere un Mig libico sul quale avrebbe dovuto esserci il colonello Gheddafi in volo verso la Polonia, invece fu la volta di un aereo civile dell’Itavia con 81 innocenti a bordo.
Bisognava distogliere l’attenzione da questa prima Strage! Chi lo crede commette un errore. La Strage del 2 agosto, come risulterebbe dai documenti in possesso di Gelli, era stata pianificata a partire dal 1979. Alla Stazione di Bologna agì un commando di 26 neofascisti, come dimostra il video di un turista tedesco nel quale è stato ripreso, subito dopo lo scoppio della bomba, il neofascista di Avanguardia nazionale Paolo Bellini (riconosciuto dalla ex moglie) una vita trascorsa tra terrorismo nero, mafia e ‘ndrangheta, accusato di concorso nella Strage per aver trasportato l’esplosivo per l’attentato.
La strage è neofascista! Gli esecutori materiali sono: Valerio “Giusva” Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini (allora diciasettenne condannato a trent’anni), il killer dei Nar Gilberto Cavallini (l’assassino del giudice Mario Amato ucciso poco prima della Strage), condannato solo recentemente in primo grado all’ergastolo per aver fornito supporto logistico al duo Mambro e Fioravanti. Questo è quanto risulta anche da un’intercettazione ambientale del 1996 dove Carlo Maria Maggi (ex leader del movimento di estrema desta Ordine nuovo, condannato per la Strage di Piazza della Loggia a Brescia del 1974), durante una cena in famiglia, alla domanda del figlio Marco che gli chiede se Mambro e Fioravanti sono stati gli autori della Strage di Bologna risponde: “Sì, sicuramente sono stati loro”.
I tentativi di depistaggio sono stati infiniti nel passato, uno su tutti la pista palestinese, ma continuano ancora oggi da parte di esponenti di partiti e movimenti di destra.
Non a caso per compiere la Strage fu scelto il primo weekend d’agosto. Quarant’anni fa le ferie non venivano distribuite nel corso di tutta l’estate, si andava in vacanza ad agosto. La bomba fu messa nella Stazione di Bologna il 2 agosto per uccidere, per ferire, per rendere invalide il maggior numero di persone, per far soffrire l’Italia intera.
A proposito di Giustizia: “Cosa sarebbe accaduto senza la ricerca della verità da parte delle Associazioni dei familiari delle vittime?”
E’ a loro che bisogna dire grazie. E’ a Daria Bonfietti e agli altri componenti dell’Associazione su Ustica se oggi possiamo affermare che il DC9 il 27 giugno 1980 è stato abbattuto e si è consumata una Strage.
E’ a Torquato Secci, a Paolo Bolognesi e a chi fa parte dell’Associazione del 2 Agosto che va il merito di aver riaperto le indagini sulla Strage della Stazione.
Oggi, finalmente, si conoscono i nomi dei mandanti e dei finanziatori: Gelli, Ortolani, D’Amato e Tedeschi. Ci sono voluti quarant’anni per comporre il puzzle della Strage. I cinque milioni di dollari sono serviti a Licio Gelli per finanziare i terroristi neri e per comprare apparati dello Stato compresi servizi segreti militari e civili, politici di estrema destra. Tutto da verificare ovviamente con il nuovo processo. I documenti trovati nella villa di Gelli a Castiglion Fibocchi il 17 marzo 1981 incrociati con le indagini sulla bancarotta del Banco Ambrosiano fanno parte della prova, in particolare vi è un documento scritto a mano dal Venerabile a dimostrazione dell’operazione dei 5 milioni gestita attraverso il suo fiduciario svizzero Mario Ceruti con una annotazione su di 1 milione di dollari in contanti che gli inquirenti sospettano siano stati consegnati ai Nar di Mambro e Fioravanti.
Esiste ancora un mistero!
Riguarda due degli esecutori materiali della Strage: Fioravanti (accusato di 93 omicidi, 8 ergastoli, nel 1995 condannato definitivamente come esecutore della Strage, arrestato nel 1981, dopo 18 anni, nel 1999, in semi libertà); Mambro (accusata dell’uccisione di 96 persone, 9 ergastoli, nel 1995 condannata definitivamente come esecutore della Strage, arrestata nel 1982, dopo 16 anni, nel 1998, in semi libertà).
Come è possibile che questi due assassini, Fioravanti dal 2009 e Mambro dal 2013, abbiano estinto la pena e siano liberi nonostante la condanna per la Strage del 2 agosto: 85 morti e 200 feriti?
Fonte: Articolo 21
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