In nome della Costituzione, della coscienza civile e cristiana
Difendendo a spada tratta il
provvedimento governativo sulla sicurezza, il capogruppo del PDL a Palazzo
Madama Maurizio Gasparri ha criticato quanto don Luigi Ciotti
ha sottolineato e cioè che “in tutti gli ultimi, in tutti gli immigrati
c’è Dio che vive in clandestinità”. “Che don Ciotti eviti di
diventare blasfemo”, è stato il lapidario commento di Gasparri.
Da quando la “guardia pretoriana”
del PDL si è schierata a devota difesa di qualsiasi atto del governo
o dichiarazione del premier, con un conseguente super lavoro dei vari
portavoce e uno spaventoso logorio della pazienza degli italiani, Maurizio
Gasparri si è distinto per la capacità onnivora di offrire in qualsiasi
campo un’aggressività e un linguaggio offensivo pari soltanto al
vuoto di pensiero e degli argomenti addotti. Niente dunque dovrebbe
più stupire nel suo stile di stampo avanguardista, residuato di una
antica cultura da inculcare con sane bastonature a chiunque la pensi
diversamente dal Capo, all’insegna insomma del “credere, obbedire,
combattere”. Pur adusi ormai a tutto, non supponevamo però che il
senatore Gasparri si sentisse tanto addentro ai principi evangelici
e alla dottrina della Chiesa da permettersi un così drastico monito.
Il “tempo della legge e dell’ordine” invocato da Gasparri non
si confa’ alla legge morale insegnata nel Vangelo e a cui si ispirano
le semplici parole di don Tonino Bello e di don Luigi Ciotti. Noi pensiamo
invece che non sia affatto blasfemo ispirarsi all’insegnamento e al
monito evangelico sugli “ultimi che saranno i primi”, quanto invece
ritenere che sia conforme alla legge del Signore respingere chi chiede
aiuto ed uguali diritti.
L’ordine a cui si ispirano il governo e il
senatore Gasparri calpesta i principi ispiratori della Costituzione,
ma ancor prima quelli della coscienza civile e cristiana.
Trackback dal tuo sito.