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Sicurezza e incolumità dei cittadini nella Fase 2

Piero Innocenti il . L'analisi, SIcurezza, Società

assistenti civiciNon mi sembra una grande idea quella che sta circolando in questi ultimissimi giorni di “assistenti civici” che circolano nelle strade delle nostre città per prevenire e controllare gli assembramenti ed  attenuare, così, i pericoli di contagi da coronavirus.

Si parla di sessantamila volontari in tutto il paese che con la pettorina della protezione civile dovrebbero ricordare ai cittadini in strada, “con la forza della persuasione, della ragione e dei loro sorrisi” (Boccia, ministro per gli affari regionali) il rispetto delle regole fissate in tema di distanziamento sociale, di mascherine da indossare, di capannelli da evitare.

Educatori e non ronde, si è affrettato a precisare Decaro nella sua veste di presidente dei sindaci italiani aggiungendo che “a Roma si firmano i decreti, le ordinanze, ma poi tocca sempre a noi sindaci occuparsi della propria comunità” (cfr. agenzia9Colonne del 25 maggio).

“Assistenti” che potrebbero scendere in campo molto presto e per tutta l’estate (Boccia) e che non si sa bene con quali criteri possano venire celermente selezionati per un compito non semplice, non avendo alcuna qualifica che gli consenta, innanzi a prevedibili reazioni verbali o peggio ancora, di persone ineducate, di esercitare alcun potere di polizia.

Il rischio, insomma, che si possano creare anche situazioni di nervosismo e di tensione tra persone e gruppi che potrebbero sfociare anche in risse.

Si può, forse, comprendere come nei giorni scorsi questo compito di vigilanza e di informazione nelle città sia stato svolto prevalentemente dalle polizie locali e dalle forze di polizia statali che debbono di nuovo affrontare nella quotidianità i tanti problemi che li riguardano particolarmente (con le ben note ridotte risorse umane), su tutti la ripresa della criminalità di strada, dello spaccio di stupefacenti rimasto, in parte, congelato dal lockdown collegato all’epidemia.

E tuttavia vanno ricordate le attribuzioni che il TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) all’articolo 1 attribuisce all’Autorità di Pubblica Sicurezza (i Prefetti ed i Questori) che, attraverso gli ufficiali e agenti di pubblica sicurezza, debbono vegliare, tra l’altro “alla sicurezza dei cittadini, alla loro incolumità” curando “l’osservanza delle leggi e dei regolamenti generali e speciali dello Stato, delle province e dei comuni, nonché delle ordinanze delle autorità..”.

Autorità di pubblica sicurezza che, lo ricordiamo, nei Comuni ove manchi l’ufficio di pubblica sicurezza (il Commissariato) è il sindaco.

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