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Roma, la protesta delle reti sociali in Campidoglio: “La città è alla fame”

Marino Bisso * il . Associazioni, Giustizia, Società

rete numeri pari campidoglioIl presidio del coordinamento Numeri Pari che raggruppa un centinaio realtà, associazioni, gruppi di mutualismo, comitati e sindacati: “Il cibo e la casa sono tornate a essere le emergenze come nel dopoguerra”. Consegnato un appello alla sindaca Raggi: “Bisogna cambiare il modello di sviluppo. Nulla deve tornare come prima del virus”

Contro le nuove diseguaglianze, povertà e l’assedio delle mafie: si sono ritrovati in piazza, davanti al Campidoglio, i rappresentanti della Rete dei Numeri Pari. “Abbiamo raccolto il grido di dolore e di protesta di una parte consistente della città. Quella che non ha di che sfamarsi, quella che non ha di che ripararsi. Il cibo e la casa sembrano questioni del dopoguerra e invece si impongono alla nostra attenzione nell’era digitale, dell’economia finanziaria e della globalizzazione. E forse sta proprio qui il problema”.

“Una città sempre più diseguale, dove le mafie rischiano d’insediarsi stabilmente e penetrare irrimediabilmente il tessuto economico, dove fasce di lavoro dipendente e autonomo rischiano di precipitare verso la povertà – spiegano ancora gli attivisti della Rete – dove si accettano le occupazioni di Casapound, anche durante la pandemia, e si sfrattano esperienze di associazionismo e di mutualismo che svolgono servizi di grande valore sociale, come la Casa internazionale delle donne, Lucha y Siesta, l’ex Manicomio di S. Maria della pietà e tante altre ancora (per questo chiediamo il blocco del regolamento sui beni immobili non disponibili)”.

Del coordinamento dei Numeri Pari fanno parte anche associazioni antimafia come Libera che da tempo denunciano l’assedio dei clan e il tentativo di mettere le mani sui nuovi affari sfruttando la disperazione e la crisi portata dalla pandemia da coronavirus.

“Una città raccontata dalla Sindaca, con un armamentario da Istituto Luce, e una città che soffre, che ha visto asciugarsi le risorse destinate alle politiche sociali e che ancora aspetta i buoni spesa, che avrebbero dovuto rappresentare una risposta di emergenza – spiegano le associazioni – Per questi e tanti altri motivi abbiamo scritto una lettera aperta alla sindaca Raggi che consegnamo oggi simbolicamente nella piazza del Campidoglio, riappropriandoci anche del diritto costituzionalmente garantito – osservando scrupolosamente le normative in vigore – a manifestare liberamente il nostro pensiero e ad esprimere il nostro dissenso”.

Roma, l’appello del mondo sociale a Raggi: “Nulla dovrà essere più come prima”

* roma.repubblica.it, 13/05/2020

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