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Terre di don Diana, il seme della rinascita

Di Stefano Fantino e Aldo Cimmino il . Campania

Cancello ed Arnone, poche migliaia
di anime e una piccola rivoluzione. Nel nome di Don Peppe Diana, l’inaugurazione
del festival sui beni confiscati ha messo in atto un primo significativo
passo verso la costituzione di una cooperativa sui terreni strappati
ai boss. La terra è dura, incolta, arsa dal sole. Condannata dall’immobilismo
istituzionale degli anni passati ad essere abbandonata dopo la confisca
da parte dello Stato.  Ma l’immagine che l’incontro di questa mattina
ha impresso nella memoria di una terra è un segno di speranza. Anzi,
più che una sola immagine, sono diverse le sfaccettature che raccontano
questa giornata. Gennaro Diana, padre di don Peppe, sul trattore ad
arare le terre di Gomorra ha un forte valore immaginifico, di memoria
e futuro saldati insieme. Ma lo sono altrettanto i colori delle persone,
ragazzi, volontari, giornalisti, politici anche, che, insieme a Luigi
Ciotti, hanno simbolicamente seminato i terreni un tempo nelle mani
dei casalesi. «Abbiamo seminato nello stesso modo in cui lo avrebbe
fatto Don Peppe» ha dichiarato il presidente di Libera, poco dopo la
semina, in un casolare ed ex bufalificio di frazione Acquaro a Cancello
ed Arnone. 

La giornata di apertura del festival
sui beni confiscati organizzato da Libera Caserta e Comitato don Diana,
coincide quest’anno con un impegno concreto nelle cooperativa che sorgerà
coinvolgendo i due comuni di Castel Volturno e Cancello ed Arnone. Proprio
dalla prima località provengono infatti i ragazzi che giunti da pochi
giorni nel campo estivo di lavoro stanno, per primi, rimettendo in piedi
un bene confiscato. Un impegno decisivo per il territorio, per affrancarsi
da una nomea tanto ingiusta quanto scontata, negli ultimi anni. Essere
terra di camorra, laddove le potenzialità sociali ed economiche di
una scelta nel nome della legalità potrebbero  restituire 
giustizia e dignità.

Una sfida sicuramente da vincere
nel nome della continuità dell’impegno; lo sottolinea don Luigi Ciotti
nel dibattito in Piazza del Municipio di Cancello ed Arnone:«Solo mantenendo
alta l’attenzione e resistendo alle insidie che i camorristi muoveranno
alla cooperativa potremo dire che non vince la camorra ma vinciamo Noi».
Quel “Noi” che comprende tutte le membra di una società che vuole
definirsi civile e che quindi deve riscoprire l’importanza di recuperare
un sentimento di dignità e di libertà, anche all’interno di quella
chiesa che come istituzione ha un mandato specifico su queste terre;
«Dio non è stato neutrale» ha denunciato Ciotti, e neanche don Peppe
Diana lo è stato denunciando, con grande forza, un modello culturale
di violenza e malaffare.

E l’appello, non solo velatamente,
è anche rivolto alla politica, sia locale, che nazionale affinchè
sia unita su una comunanza di intenti sul tema della legalità e del
contrasto alle mafie. L’impegno del sindaco Emerito di riportare a livelli
di eccellenza la sua terra, la presenza di una deputata e membro della
Commissione Antimafia (Laura Garavini) sono il simbolo di un impegno
bipartisan su un terreno che, per forza deve essere comune.  

A suggellare la mattinata la nascita,
ufficiale, dell’Associazione “Verso la cooperativa Terre di don Diana”,
un gruppo sorto per stare «vicino e cooperare con  quanti diiventeranno
ufficialmente membri di questo progetto- dichiara Lucio Cavazzoni di
Cooperare con Libera Terra- contando finora 38 adesioni tra le maggiori
associazioni agroalimentari e sindacali italiane». 

E dopo la mattinata, il focus si
sposta su CastelVolturno. Qui parte della nascente cooperativa è già
al lavoro. Passi da gigante in pochi giorni di lavoro, e il bene, un
tempo in possesso del trafficante di sigarette Michele Zaza si sta animando
e colorando, sulla spinta dell’impegno dei volontari che stanno lavorando
al campo estivo organizzato da Libera. Anche la statale, anonima, se
ne accorge. Da qualche giorno una segnaletica n legno,incisa dai volontari,
reca le seguenti indicazioni: Terre di don Peppe Diana. Ennesimo segno
di una riconquista già in atto.

Guarda la galleria fotografica (foto di Alessandra del Giudice) cliccando QUI

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