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Golem, i pizzini scritti da Messina Denaro, suo il pensiero non la mano

Di Rino Giacalone il . Sicilia

Una consulenza ordinata dalla Dda di
Palermo durante le indagini, e si scopre che i «pizzini» riconducibili
al latitante Matteo Messina Denaro non sono da lui «vergati» ma il
pensiero è certamente il suo. L’analisi è stata condotta sui «pizzini»
trovati a Provenzano e a Lo Piccolo, sono identici dal punto di vista
grafologico («ma la mano non è quella di Messina Denaro»), ideologicamente
però non c’è dubbio che «quella è la volontà del boss latitante».
«Pizzini» scritti sotto dettatura. È uno dei misteri della latitanza
di Messina Denaro, ma nel frattempo sono «pizzini» che svelano alleanze,
complicità affari.

Sono quei «pizzini» (quelli che riguardano
«affari» trapanesi) che per esempio «inguaiano» il funzionario regionale
dell’assessorato all’Agricoltura Girolamo “Mimmo” (o “Mimmetto”)
Coppola, indagato perchè sospettato di essere uno dei «postini» del
capo mafia. Così scrive (o faceva scrivere) Messina Denaro a Lo Piccolo:
«Carissimo spero di trovarla bene assieme a suo figlio….devo informarla
che sono interrotti i contatti con Tp perchè prima ci faceva da tramite
Marsala ma dopo quello che è successo in quest’ultimo paese non si
è ancora riusciti a ripristinare tutto…..lei deve mandare un suo
uomo da Mimmo che deve dire che io e lui abbiamo per adesso i contatti
interrotti così Mimmo capirà». Nel «pizzino» si parla di appalti:
«…il 2 per cento per i lavori al porto di San Vito…faccia sapere
a Mimmo che il lavoro è messo a posto». Anche in secondo «pizzino»
(quello pubblicato accanto) si coglie il nome di «Mimmo» di affari
che riguardano un albergo di San Vito, si parla anche di lavori in corso
a Punta Raisi, sui quali «Mimmo» avrebbe dovuto fare sapere qualcosa:
tra le imprese c’è la Cogeta di Trapani, dell’imprenditore Vito Tarantolo.Un
imprenditore già in passato coinvolto in indagini antimafia, arrestato,
patteggiò la pena e tornò a fare l’imprenditore.

A dare un volto a «Mimmo» ha contribuito
il pentito Gaspare Pulizzi, vicinissimo a Lo Piccolo, depositario delle
notizie più riservate della cosca: «uno dei postini era quello tale
Mimmo Coppola da Trapani … si parlava alle volte in quanto lui nominava
questo Mimmo Coppola che era uno degli ultimi anelli per arrivare a
Messina Denaro». Pulizzi indicò anche quando Lo Piccolo ricevette
l’ultimo «pizzino» da Messina Denaro: «…prima di essere arrestati
lui ha ricevuto un biglietto…nel mese di ottobre gli arrivò un biglietto…».

Mimmo Coppola ha ricevuto un avviso di
garanzia, una circostanza questa del coinvolgimento nelle indagini che
ha attirato molta attenzione negli ambienti politici trapanesi e siciliani.
Non foss’altro perchè è ritenuto uno dei più vicini all’ex vice presidente
della Regione Bartolo Pellegrino, del quale fu componente dell’ufficio
di gabinetto quando questi era al Governo regionale. Pellegrino è ora
sotto processo, per mafia e corruzione, la vicenda di Coppola suo collaboratore
più volte è venuta fuori durante il dibattimento perchè Mimmo Coppola
è fratello di un soggetto arrestato e condannato per mafia. In altre
indagini chiaro era emerso il ruolo dei Coppola, e di Filippo in particolare,
per dare aiuto ai latitanti. Abitudine che secondo le nuove indagini
non sarebbe andata perduta. Lasciato Pellegrino, Coppola avrebbe continuato
a stare vicino ai politici. Ma secondo le indagini anche ai mafiosi
come Messina Denaro.

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