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Forti e gentili sì, fessi no

Di Pietro Orsatti e Angelo Venti* il . Abruzzo, Progetti e iniziative

La orsatti.info/archives/tag/protesta” class=”st_tag internal_tag” rel=”tag” title=”Post marcati con protesta”>protesta – Duemila manifestanti hanno raggiunto piazza Montecitorio mentre in commissione Ambiente si discuteva il ddl del
sulla ricostruzione. Comitati, associazioni, centri sociali, semplici
cittadini e amministrazioni locali per chiedere che vengano rispettati
gli impegni presi

I primi aquilani arrivati con le macchine private dal capoluogo
abruzzese avevano già riempito lo spazio davanti a Montecitorio già
alle 10:30, due ore dopo si sono aggiunti i più di mille manifestanti
giunti con i pullman. E ci sono arrivati, davanti al Parlamento, in
corteo da piazza Venezia. Con alcuni minuti di tensione con un cordone
delle forze dell’ordine che voleva impedire che il corteo sfilasse
davanti a palazzo Chigi. Quasi duemila persone: gente dei comitati,
delle associazioni e semplici cittadini. Con i sindaci e gli
amministratori locali in prima fila. Perché la
contro il decreto Abruzzo in discussione in commissioni Ambiente alla
Camera ieri non soddisfa nessuno e unisce tutte le componenti sociali e
politiche, escluso il Sindaco del centrodestra di Villa S. Angelo che
ha deciso di sfilarsi da solo dalla .
«Si vede che qualcuno continua a pensare che ci sia spazio per le
bandiere», commenta un collega di un altro comune del cratere con tanto
di fascia tricolore. E lascia intendere che lo sfilamento del primo
cittadino di Villa S. Angelo non è stato ottenuto dalla maggioranza di
“gratuitamente”, ma grazie ad alcune “facilitazioni” e trattamenti di
favore sia durante la prima fase dell’emergenza che, poi, nei più di
due mesi di tendopoli. «Il
tratta le migliaia di cittadini terremotati come sudditi a cui elargire
delle graziose concessioni. Ricevere quanto necessario per ricostruire
le proprie case è invece un diritto», taglia corto Roberto Della Seta,
parlamentare del Pd. «Il decreto legge in discussione al Senato –
continua Della Seta – è pieno di buchi neri e voragini, non prevedendo
risorse certe e definite.

Il
ha promesso molto ma si rifiuta di inserire nel decreto impegni
vincolanti. Per ricostruire le case, comprese quelle dei non residenti,
per far ripartire le piccole e medie imprese, per sostenere il turismo,
ci vogliono soldi veri e da subito». Mentre si aprono delle tende sotto
la canicola e inizia l’attesa di sapere cosa si deciderà in
commissione, l’ipotesi, fatta trapelare dalla stessa maggioranza a mo’
di “intimidazione”, di porre la fiducia sul decreto con il pretesto dei
troppi emendamenti, scalda la già bollente piazza. E anche le
dichiarazioni dei politici locali arrivati a Roma con i propri
cittadini diventano ancora più taglienti. «Da quello che vedo ho forti
timori che dopo il 15 luglio, vale a dire alla conclusione del G8 a
L’Aquila, tutti noi abruzzesi ci si possa svegliare e sentirci dire che
siamo stati su “Scherzi a parte”» è la battuta di Massimo Cialente,
sindaco del capoluogo abruzzese. E Stefania Pezzopane, presidente della
Provincia, si rivolge direttamente al premier: «A maggio, in una
conferenza stampa a L’Aquila, Silvio
si era impegnato personalmente a cambiare il decreto.

E invece non è
successo. Ora qualcuno dice che ne seguirà un altro. Questo a
dimostrazione che il testo che si sta discutendo in commissione, e su
cui la maggioranza sembra non voler accogliere nessuna modifica, è
sbagliato». Con il passare del tempo, e con le pessime notizie che
arrivano dall’interno del Palazzo con il respingimento praticamente di
tutti gli emendamenti presentati dall’apposizione, la tensione comincia
a diventare palpabile. Aumenta lo schieramento della polizia e dei
carabinieri in tenuta anti sommossa a piazza Colonna dopo che un pezzo
della manifestazione aveva annunciato l’intenzione di dirigersi verso
il Quirinale. Dopo alcuni minuti di tensione e qualche spinta, le forze
dell’ordine hanno lasciato passare il gruppo intenzionato a raggiungere
la sede della presidenza della Repubblica, facendoli defluire su via
del Corso e poi verso piazza Venezia. Rimane l’amarezza di essere stati
praticamente inascoltati, con la complicità anche dei mezzi di
informazione: «Nel giorno in cui si sta svolgendo la marcia degli
sfollati delle tendopoli dell’Aquila, conclusa con un sit in a
Montecitorio, il Tg1 sceglie di parlare del terremoto in Abruzzo con un
servizio sulla ricostruzione della Casa dello studente», denuncia il
deputato Pd Tenaglia. L’appuntamento del G8 comincia a diventare
minaccioso per le troppe aspettative frustrate e le troppe promesse non
mantenute. Gli slogan con cui gli aquilani lasciano Roma sono
inequivocabili.

*da Terra

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