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Palermo, minacce social a Salvo Palazzolo di Repubblica

Redazione il . Informazione, Sicilia

palazzoloIl collega di Repubblica nel mirino dopo aver raccontato di un pregiudicato che distribuiva buoni spesa nei quartieri popolari di Palermo. Segnalato il caso al ministero dell’Interno. A lui,  ai colleghi del giornale e alla direzione de “La Repubblica” la massima solidarietà di Libera Informazione

Il comunicato della direzione di Repubblica

La direzione di Repubblica è al fianco di Salvo Palazzolo, “oggetto di inquietanti e inaccettabili minacce per aver fatto il suo lavoro di cronista. Nessuna intimidazione fermerà il dovere di informare e la ricerca della verità”.

Il comunicato del Cdr

Il Cdr e tutti i giornalisti di Repubblica sono al fianco di Salvo Palazzolo, vittima di ignobili minacce per aver svolto in maniera come sempre esemplare il suo lavoro d’inchiesta raccontando la distribuzione di generi alimentari allo Zen da parte del fratello di un boss mafioso. Chi ancora pensa di poter in questo modo frenare o solo intimidire Salvo, Repubblica e tutti i suoi giornalisti, si sbaglia di grosso. Ogni giorno questo giornale continuerà a dare conto di quanto accade senza fare sconti a nessuno, nella certezza di poter contare sulla fiducia dei suoi lettori

La solidarietà di Ordine e sindacati

Le minacce hanno fatto scattare la solidarietà dei colleghi ad iniziare dai vertici dell’Ordine. “In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo – scrive l’Ordine dei giornalisti di Sicilia – in cui la stampa è in prima linea per assicurare la migliore informazione possibile sull’emergenza Covid-19, c’è chi considera i giornalisti peggio del coronavirus. Lo hanno scritto, insieme a una lunga sequela di pesanti insulti e minacce via Facebook al giornalista de La Repubblica Salvo Palazzolo, cui va la solidarietà dell’Ordine”.

“Un cronista deve raccontare i fatti – si legge ancora nel comunicato – è quello che ha fatto con scrupolo anche questa volta il collega cui non è sfuggita la vicenda che ha visto tra i protagonisti di una distribuzione di generi alimentari alle famiglie bisognose del popolare quartiere Zen di Palermo alcuni pregiudicati e tra questi uno che due anni fa incontrava riservatamente il boss Calogero Lo Piccolo. Un cronista attento non può non porsi la domanda  se dietro a quell’atto di beneficenza non ci fosse piuttosto il tentativo da parte di ambienti mafiosi di rafforzare il proprio consenso sociale. D’altra parte è stata la Procura nazionale antimafia e lo stesso capo della polizia a lanciare l’allarme sul rischio che il crimine organizzato possa approfittare dell’emergenza Coronavirus proponendo una sorta di welfare sociale per aiutare le famiglie in difficoltà”.

“L’Ordine dei giornalisti di Sicilia – conclude la nota – nel ribadire la correttezza dell’operato del collega e il suo diritto a porre domande scomode su una vicenda che è al vaglio degli investigatori, chiede che siano identificati gli autori dei gravi insulti e che si ponga un argine a reazioni intolleranti e minacciose che sempre più spesso dilagano attraverso i social”.

“Con il collega Palazzolo – scrive in una nota l’Associazione siciliana della stampa – ci chiediamo se questa è solo generosità oppure una forma di controllo del territorio e di acquisizione del consenso sociale da parte di frange malavitose. Chi crede con le offese di poter impaurire o fermare l’informazione fa male i suoi conti perché la comunità dei giornalisti palermitani continuerà a raccontare quel che accade in città e a porre domande. Non si può permettere che la mafia si insinui nella società approfittando del momento di debolezza causato dal diffondersi dell’epidemia di Covid-19. Il sindacato dei giornalisti, nell’esprimere la solidarietà al collega, chiede alle autorità competenti che sia fatta piena luce su questa vicenda e s’impegna a vigilare”.

Anche il gruppo siciliano dell’Unione cronisti esprime solidarietà a Palazzolo: “Vicinanza e solidarietà – dice il presidente dell’Unci Sicilia Leone Zingales – Il collega ha esercitato correttamente il diritto di cronaca informando l’opinione pubblica su un episodio che oggi è al vaglio degli inquirenti. Nessun bavaglio per la stampa. Unci Sicilia sempre vicina ai colleghi minacciati. Oggi più che mai”. L’Unci Sicilia ricorda ancora una volta che “le intimidazioni e le minacce attraverso il web rappresentano la nuova emergenza dell’informazione cui occorre fare fronte velocizzando le procedure di identificazione degli autori e, se è il caso, predisponendo ulteriori modifiche normative”.

Fnsi: «Individuare i responsabili»

“Sono gravissimi gli insulti e le accuse rivolte attraverso i social a Salvo Palazzolo, cronista di Repubblica, dopo la pubblicazione di un articolo in cui racconta di come un pregiudicato di Palermo stia partecipando in questi giorni alla distribuzione di generi alimentari e altri beni di prima necessità in alcuni quartieri popolari del capoluogo siciliano. La Fnsi ha segnalato l’accaduto al ministero dell’Interno affinché il caso sia esaminato nella prossima riunione dell’Osservatorio per la sicurezza dell’informazione. Riteniamo indispensabile che per questo caso, così come per le minacce di cui continuano ad essere vittime il direttore di Repubblica Carlo Verdelli e il giornalista Paolo Berizzi, sia necessario avviare un’azione investigativa per risalire non soltanto alla catena degli esecutori materiali, ma anche a quella dei mandanti. Un Paese che considera fondamentale la libertà di stampa non può rinunciare a perseguire chi pensa di impedire ai giornalisti di fare il loro lavoro”.

Lo affermano, in una nota, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi.

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