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Un 25 aprile di Resistenza contro fake news e minacce squadriste

Giuseppe Giulietti * il . Informazione, Società

25_aprile_resistenzaIn questi giorni tristi, segnati dagli effetti malefici che nessun “muro” è ancora riuscito a fermare, abbiamo anche dovuto subire le bravate degli squadristi mediatici e politici, in servizio permanente effettivo.

Ci riferiamo alle nuove minacce  contro il direttore di Repubblica, Carlo Verdelli, e contro i suoi familiari, minacce continue, odiose, e mirate contro chi ha dedicato la sua vita alla libertà di informazione.

Minacce che arrivano dai medesimi gruppi che stanno costringendo ad una vita “sotto scorta” anche Paolo Berizzi, anche lui cronista del quotidiano “La Repubblica” e autore di una rubrica quotidiana che svela fatti e misfatti dei gruppi nazifascisti.

Il consiglio di Europa sta seguendo queste vicende e ha chiesto al governo italiano di intervenire con la necessaria determinazione.

Noi stessi, come Federazione della Stampa, insieme ad Articolo 21, abbiamo sollecitato il Ministero degli Interni ad attivare l’Osservatorio sui cronisti minacciati e, soprattutto, a mettere al bando i gruppi eversivi, perché la Costituzione è antifascista, e il fascismo non è un’opinione, bensì un reato.

Sino ad ora gli squadristi hanno goduto di larga tolleranza e di connivenze diffuse. I fasciosovranisti, prima dal governo, oggi dall’opposizione, hanno aperto le porte al negazionismo, all’antisemitismo, e hanno nuovamente provato ad equiparare fascismo e antifascismo.

Sono i medesimi che, in collegamento con centrali straniere, da Putin a Bannon, hanno promosso le campagne di fakenews contro il Quirinale, Papa Francesco, l’Unione Europea. Sono i medesimi che difendono il bavaglio turco ed esaltano le gesta di Orban, che stanno con i militari russi contro la Stampa e il giornalista Jacopo Iacoboni, e che urlano al bavaglio ogni qual volta si cerca di risalire ai mandanti e agli esecutori dei pestaggi mediatici.

Nei prossimi giorni, nell’ovvio rispetto delle norme a tutela della salute pubblica, non dimenticheremo di ricordare il 25 aprile, giorno della Liberazione dai nazifascisti, e il tre maggio, Giornata internazionale dedicata alla libertà di informazione.

Mai come quest’anno dovremo far sentire la nostra voce contro ogni bavaglio, di qualsiasi natura e colore, sempre, comunque, dovunque.

Per questo, a partire da oggi, abbiamo deciso di pubblicare un video, un pensiero, una testimonianza dedicata all’Articolo 21 della Costituzione, a anche ai trattati che dovrebbero proteggere la libera circolazione delle persone e delle opinioni.

Ci saranno messaggi dalla Turchia, dall’Egitto, dall’Ungheria, dalla Russia, dalla Siria, dalla Cina, spediti da giornaliste e giornalisti, blogger, disegnatori, artisti, imbavagliati, torturati, spesso in galera.

Allo stesso modo abbiamo chiesto alle croniste e ai cronisti italiani, costretti ad una vita “sotto scorta” di raccontare le loro storie ed anche i ricatti di chi, spesso, è costretto ad una vita precaria.

Non sarà un’iniziativa per addetti ai lavori, chiunque abbia cuore la libertà di informazione e la Costituzione ci invii la sua adesione, un pensiero, un video, un disegno, una canzone.

Da qui al 3 maggio sarà una lunga maratona social perché questi valori vanno incarnati e difesi non solo nelle date consacrate, ma ogni giorno. Non sono solo giornalisti naturalmente. Come è nostro costume, aderiremo anche a tutte le iniziative che andranno in questa direzione, perché l’importante non è arrivare primi, ma arrivare insieme.

25 aprile, centinaia di adesioni alla maratona social lanciata da Articolo 21

* Presidente Federazione Nazionale Stampa Italiana

Fonte: Articolo 21

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