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Il “Golem” di Matteo Messina Denaro

Di Rino Giacalone il . Dai territori, Sicilia

Hanno preso a prestito un nome che appartiene alla mitologia ebraica, Golem per l’appunto, gli investigatori della Polizia che hanno dato questo nome in codice ad una operazione condotta poche ore addietro è che è stata conclusa smantellando una parte, una buona parte, dell’organizzazione mafiosa della Valle del Belice, quella direttamente sotto al controllo del capo mafia latitante Matteo Messina Denaro.

Golem perché in ebraico significa anche robot, e le 13 persone arrestate agivano sotto gli ordini di Matteo Messina Denaro, servi, dotati di una straordinaria forza e resistenza, pronti a portare in giro la “verità” come la vede il latitante che nel tempo si è macchiato, in nome di questa sua verità, dei più orrendi delitti, mandante e autore di stragi come quelle del 1993 di Roma, Milano e Firenze.

Stamane, nelle province di Trapani, Palermo, Roma e Piacenza, investigatori appartenenti al Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili di Trapani e Palermo, al termine di articolate indagini (esperite principalmente in provincia di Trapani), hanno eseguito 13 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dalla competente Autorità giudiziaria, la Procura antimafia di Palermo, nei confronti di altrettanti indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di società e valori. 

Le complesse attività hanno consentito di individuare ruoli, strategie, modalità operative di “cosa nostra” trapanese, proiettata ad assumere condotte illecite, funzionali alla realizzazione degli interessi dell’associazione medesima, capitanata dal boss trapanese Matteo Messina Denaro, vertice della struttura colpita,  ed attualmente latitante. In particolare, i destinatari dei provvedimenti restrittivi sono esponenti strategici delle  famiglie mafiose di Campobello di Mazara e di Castelvetrano, storiche roccaforti del capomafia ricercato da 16 anni, dal 1993, da sempre “cosche” protagoniste delle più significative dinamiche mafiose nella provincia di Trapani

I soggetti arrestati hanno svolto, primariamente, un fondamentale ruolo nel sostegno alla latitanza di Messina Denaro, assicurandogli, tra le altre cose, il mantenimento di riservati canali di comunicazione con i componenti di vertice di “cosa nostra” palermitana. L’azione di copertura si è anche sostanziata attraverso la fornitura di  documenti d’identità falsi al ricercato, per consentirgli di eludere le indagini. Le attività di indagine hanno permesso, inoltre, di riscontrare una insistente azione estorsiva da parte di un cugino del latitante, Mario Messina denaro, 57 anni, imprenditore caseario di Castelvetrano, mediante imposizione di tangenti ad imprenditori locali, nonché di scoprire un traffico di sostanze stupefacenti tra la capitale ed il territorio trapanese.

Contestualmente sono stati perquisiti altri soggetti in libertà per i medesimi reati. Analoghe operazioni sono state eseguite in diversi Istituti di pena, con la collaborazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, nei confronti di 37 detenuti di area trapanese, essendosi manifestate, nel corso delle indagini, comunicazioni dal mondo carcerario verso gli indagati. Uno dei risvolti dell’indagine è stato quello di mostrare la possibilità di Messina Denaro di colloquiare attraverso i classici “pizzini” con i boss detenuti anche al 41 bis. Tra i soggetti coinvolti Mariano Agate, Vincenzo Virga, cpai delle famiglie di Mazara e Trapani, e il killer Vito Mazzara che di recente ha avuto annullato l’ordine di cattura per il delitto di Mauro Rostagno, ma resta in carcere a scontare ergastoli per altri omicidi, come quello dell’agente di custodia Giuseppe Montalto, ucciso l’antivigilia di Natale del 1995, la sua morte fu il regalo di Natale dei mafiosi liberi a quelli detenuti al carcere duro.

Nell’ambito dell’operazione Golem è stato disposto il sequestro di un’impresa olearia di Campobello con beni immobili annessi, per un valore di circa 2 milioni di euro, fittiziamente intestata a terze persone, al fine di sottrarre il patrimonio mafioso ad eventuali aggressioni di carattere patrimoniale da parte degli inquirenti.

I dettagli dell’operazione GOLEM saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà oggi alle ore 10.00 presso la Questura di Trapani, alla quale parteciperanno, tra gli altri, il Procuratore della Repubblica di Palermo, Dr. MESSINEO, ed il Direttore del Servizio Centrale Operativo, Dr. CALDAROZZI .

  

 

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