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Fiducia sul ddl intercettazioni
Legambiente: «Regalo a ecomafie»

Da La nuova ecologia il . Istituzioni

Legambiente boccia la decisione del governo di bloccare il
testo e porre la fiducia sul ddl intercettazioni. «In questi anni hanno
avuto un ruolo risolutivo per fermare i traffici illeciti di rifiuti in
tutta Italia»

“Porre la fiducia e approvare un testo che
impedirà di fatto d’intercettare gli eco-criminali, ed in particolare i
trafficanti di veleni, è un regalo all’ecomafia». Così il
vicepresidente di Legambiente e responsabile dell’Osservatorio Ambiente
e Legalità, Sebastiano Venneri, commenta la decisione del governo di
bloccare il testo e porre la fiducia sul ddl intercettazioni . «Le
intercettazioni telefoniche – prosegue Venneri – hanno avuto in questi
anni un ruolo risolutivo per fermare tante organizzazioni criminali che
hanno smaltito illegalmente rifiuti in tutto il Paese. Impedirle per
questi reati è un atto gravissimo che avrà gravi ripercussioni sulla
lotta contro la criminalità ambientale”.

“Abbiamo denunciato più volte la necessità di mantenere questo
strumento indispensabile per tutti i reati contro l’ambiente – come i
traffici illeciti di rifiuti tossici e gli incendi dolosi – senza
restrizioni di tempo e senza la necessità che vi siano evidenti indizi
di colpevolezza. E
su questo punto abbiamo avuto al nostro fianco il presidente della
commissione d’inchiesta sui rifiuti Gaetano Pecorella, il procuratore
nazionale antimafia Pietro Grasso, magistrati, giuristi competenti e
anche parlamentari di maggioranza. Senza intercettazioni –
prosegue Venneri – sarà più difficile continuare a scoprire e
perseguire con efficacia certi delitti devastanti, che ogni anno
concorrono a danneggiare gravemente il territorio italiano e sgominare
il coinvolgimento diretto nelle attività criminali di colletti bianchi,
professionisti, funzionari pubblici corrotti e così via. Una vera e
propria immunità per chi distrugge l’ambiente e mina la salute dei
cittadini”.

Legambiente ricorda che ad oggi i reati ambientali sono ancora
pressoché puniti con sanzioni di tipo contravvenzionale. In appena 7
anni dalla sua entrata in vigore, invece, la norma che riconosce il
delitto di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, ha
consentito alle forze dell’ordine e magistratura di portare a termine
ben 131 inchieste – l’ultima delle quali, coordinata dalla procura di
Modena, conclusa ieri – di emettere 841 ordinanze di custodia
cautelare, denunciare 2.425 persone, con il coinvolgimento di 68
procure di tutto il territorio nazionale. Peraltro il 2008 è stato
l’anno dei record per i trafficanti di rifiuti, che secondo il Rapporto
Ecomafia 2009 hanno fatturato circa 7 miliardi di euro, gestendo in
maniera criminale circa 31 milioni di tonnellate di rifiuti speciali.
“È un atto vergognoso – conclude Venneri – una pagina buia per la lotta
alla criminalità organizzata, un freno assurdo e ingiustificato
all’azione di contrasto delle forze dell’ordine e della magistratura”.

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