Aggressione a Mazzola: dieci richieste di costituzione di parte civile
Udienza rinviata il 20 febbraio per la valutazione delle parti civili tra cui Comune di Bari, Fnsi, Libera e Stampa Romana
Tanti i rappresentanti di associazioni, enti pubblici, sindacati e chiese di varie confessioni religiose presenti stamane dinanzi al Tribunale di Bari, per il sit-in di solidarietà a Maria Grazia Mazzola, inviata speciale del Tg1 aggredita e minacciata di morte dalla boss Monica Laera il 9 febbraio 2018.
Il presidio è diventato un momento di riflessione collettiva sul futuro della città e sull’impegno dei cittadini nel contrasto alla presenza mafiosa, sempre più pervasiva.
La presenza di Radio Radicale davanti al Tribunale di Bari ha dato il “la” al confronto tra i presenti. In mano, la Costituzione italiana, per ribadire l’urgenza di una Puglia libera dalle mafie e la necessità di un’informazione onesta al servizio dei cittadini.
“Questo di oggi è un momento importante di giustizia – ha affermato Mazzola – perché l’aggressione fisica di Laera aveva un obiettivo: impedire che io svolgessi un’inchiesta giornalistica sul territorio, proprio sui giovanissimi reclutati dalle mafie. Non è stata una bega di quartiere è stata un’azione nell’ esercizio del controllo del territorio di un clan rappresentato da Monica Laera, condannata per associazione mafiosa. Il giudice deciderà su questa richiesta di rinvio a giudizio per lesioni con l’aggravante mafiosa, minacce di morte, registrate da due microcamere. Per fortuna c’erano le microcamere, perché Laera ha presentato ben tre querele nei miei confronti, con l’obiettivo di mistificare i fatti e raccontare falsità. Sono state archiviate”.
Per la prima volta FNSI ha chiesto di costituirsi parte civile in Puglia, seconda regione per minacce nei confronti dei giornalisti: “La costituzione della Fnsi in questo processo è una ulteriore dimostrazione della grande attenzione che il sindacato riserva a tutti i giornalisti vittime di minacce, aggressioni e non solo, allo scopo di supportare processualmente, oltre che umanamente, i giornalisti. È evidente che le ragioni della Federazione nazionale della Stampa italiana sono proprio quelle contenute nello statuto: garantire la difesa della libertà di manifestazione del pensiero e l’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantiti”, hanno affermato Francesco Paolo e Roberto Eustachio Sisto che assistono il sindacato.
Prima volta in Puglia anche per il sindacato stampa romana: “Riteniamo che sia un dovere del sindacato essere accanto a Maria Grazia Mazzola per l’aggressione che ha subito. Non possiamo accettare che ci siano zone pubbliche di territori così importanti come Bari nei quali non si possono fare delle domande e quindi è fondamentale la nostra presenza”.
Hanno chiesto di costituirsi parte civile, oltre a Mazzola: Rai, Libera, Comune di Bari, FNSI, Stampa romana, Centro antiviolenza Renata Fonte, Centro antiviolenza Giraffa, UDI, Ordine nazionale dei giornalisti.
Erano presenti, tra gli altri: la vice-Presidente Nazionale avvocata Enza Rando, l’Unione Donne in Italia, i centri antiviolenza Renata Fonte e Giraffa, i Salesiani di Bari, le Sardine, l’associazione commercianti antiracket, le parrocchie, la CGIL, le chiese evangeliche.
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