Ester la nascosta
Ester, che in ebraico significa “la Nascosta”. Nascosta perché
illuminata da un pudore e una grazia che rifuggono l’ostentazione.
Nascosta ma in questo caso costretta a nascondersi.
Ester è
morta al largo di Lampedusa a causa di una distorta idea di legalità.
Una legalità che respinge, esclude, nasconde. E che arriva a travestire
la “crudeltà” da arma di legittima difesa.
Nessuno,
sull’immigrazione, ha la ricetta in tasca. Ma il forte elemento
multietnico della nostra società – una realtà di fatto, piaccia o
dispiaccia a qualcuno – ci impone di trovare il difficile punto di
equilibrio tra accoglienza e legalità. E’ in gioco lo sviluppo sociale,
economico e culturale di un Paese che è stato migrante, che ha proteso
in passato le sue mani trovandone altre pronte ad afferrale: come
possiamo dimenticarlo?
Ecco allora la necessità
dell’investimento economico, quello 0,7% del PIL promesso e mai
destinato ai paesi in via di sviluppo per liberare l’immigrazione dal
ricatto della fame, delle mafie, delle guerre. Ecco l’urgenza di
politiche sociali, di offerta di lavoro e opportunità di cittadinanza,
veri antidoti all’insicurezza, come dimostrano i dati sui crimini
commessi dagli stranieri regolarizzati e quindi responsabilizzati.
Ecco
infine, l’atto di coraggio richiesto alla politica: abbandonare la
facile strada del consenso per imboccare quella difficile ma feconda
della giustizia sociale. Una politica che sia capace di trasformare
quelle paure in speranze. Creando le condizioni perché non vi muoiano
più persone come Ester, messaggere nascoste di una speranza che non era
solo la sua ma quella di tutti noi.
da Libera.it
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