Donne e minori nel narcotraffico
Negli ultimi giorni si sono ripetuti, con buona frequenza e in diverse città, episodi di detenzione di stupefacenti ai fini dispaccio da parte di giovani, spesso minorenni.
E’accaduto a Pavia, innanzi ad una scuola dove poco prima dell’inizio delle lezioni un sedicenne è stato “fiutato” da un cane antidroga della polizia con diverse dosi di hashish confezionate in palline e pronte per la vendita. Nelle stesse ore, a Siracusa, i poliziotti pizzicavano tre baby pusher (tutti sedicenni) che alla scuola avevano preferito qualche giro per vendere hashish e ad Oristano i carabinieri denunciavano giovani ragazze che spacciavano marijuana, compresse di amfetamine e cocaina. E la stessa sorpresa toccava ai poliziotti di Lodi dopo aver trovato diverse dosi di marijuana nascoste nel reggiseno di una diciassettenne fermata durante un occasionale controllo.
Interventi ancora a Taranto con un giovane di sedici anni arrestato dalla polizia con una settantina di grammi di marijuana suddivisa in dosi trovate nella sua abitazione e a Pordenone dove pure un sedicenne veniva denunciato per la detenzione ai fini di spaccio di 42 grammi di “maria” trovati nello zainetto. A Padova, è toccato a due giovanotti di 15 e 16 anni, entrambi tunisini, arrestati dalla polizia dopo che, al termine di un inseguimento, gli erano state trovate 21 dosi di cocaina e quasi tremila euro proventi sicuramente dello spaccio.
Nel corrente anno sono già stati 865 i minorenni denunciati all’a.g. dalle forze di polizia con la previsione, a fine anno, di circa 1.100. In calo rispetto al 2018 quando si registrarono 1.275 denunciati (di cui 249 stranieri, in prevalenza tunisini, marocchini, romeni e senegalesi) con il valore più alto degli ultimi venti anni avutosi nel 2002 con 1.382 minorenni e quello più basso nel 2006 con 1.046 (dati DCSA).
Nella stragrande maggioranza dei casi (il 98%) si è trattato di denunce per traffico/spaccio (art.73 del T.U sugli stupefacenti) e pochissimi casi per associazione finalizzata al traffico. Lazio, Lombardia, Sicilia, Toscana e Veneto, sono le regioni che da alcuni anni hanno registrato il maggior numero dei minori coinvolti nello spaccio di stupefacenti.
Un decremento anche delle donne coinvolte nel narcotraffico si rileva quest’anno, almeno nei primi dieci mesi, con circa 1.600 denunce, dopo l’aumento che si era avuto nel 2018 (2.644 donne denunciate) rispetto al 2017 (2.374, con una incidenza mediamente di circa l’11% sul totale delle persone denunciate in ambito nazionale. Il valore più alto si è avuto nel 2010 con 3.377 denunciate e quello più basso con 2.015 nel 2011.
Contrariamente a quanto accade in alcuni paesi latinoamericani dove nelle organizzazioni di narcotrafficanti le donne hanno avuto ruoli non secondari, a volte rilevanti (per esempio Clara Elena Laborin Archuleta alias La Senora al vertice del cartello messicano dei Beltran Leyva o Sandra Avila Beltran conosciuta come La Reina del Pacifico per i vari carichi di cocaina spediti via mare), da noi, sino ad oggi, il ruolo delle donne è stato abbastanza marginale privilegiando le attività di spaccio, di corriere o di semplice custode della “merce”.
Il denaro e gli “affari” attirano tutti e quando, poi, la donna ha al suo attivo una bellezza particolare si registrano per lei maggiori possibilità di successo anche nel difficile mondo della criminalità del narcotraffico.
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