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Rossini: tentativo di aprire la mia cassaforte
A L’Aquila il nuovo Palazzo di Giustizia

Di Stefano Fantino il . Abruzzo

Appalti, giustizia, infiltrazioni mafiose possibili, tentativi di
furto. Si snoda in uno stretto slalom tra tutti questi elementi il tentativo
dell’aquilano, dopo il sisma di inizio aprile, di riprendere la normalità,
anche sotto il profilo giudiziario. Un lavoro non facile per la Procura
abruzzese su cui gravano anche le recenti indagine sui crolli durante
il terremoto e il compito di vigilare sulla futura ricostruzione. 
Il tutto in una situazione critica anche considerati i danni che le
strutture hanno subito e che rendono ulteriormente precaria la situazione.
 

A corollario la notizia delle scorse ore rilasciata dal procuratore
Rossini: una visita inaspettata alla cassaforte del pm aquilano. Nessun
documento è stato trafugato ma rimane il dubbio su chi abbia deciso
di introdursi nel vecchio tribunale de L’Aquila, inagibile e pericolante
fin dal 6 aprile scorso, per aprire la cassaforte nella stanza del procuratore.
«Hanno cercato di aprire la mia cassaforte, l’abbiamo trovata con le
chiavi nella serratura», ha spiegato questa mattina il magistrato aggiungendo
che il fatto si riferisce sicuramente a tempi successivi al terremoto
e ha confermato che nella cassaforte non c’erano dati relativi all’inchiesta
in corso sui crolli ma , vi erano soltanto fascicoli di processi. Nessun
documento è stato trafugato ha dichiarto Alfredo Rossini: «Non sono
stati portati via i fascicoli di processi, rimasti nella cassaforte
della mia stanza abbandonata – ha spiegato Rossini – che dovevano essere
completati e che ci accingevamo a ritirare». 

E se da un lato si parla di tentativo di furto dall’altro si dichiara 
che«le istituzioni pubbliche  cominciano a funzionare, si torna
alla normalità». Infatti, sempre sul versiante giudiziario, a L’Aquila
prende vita il nuovo palazzo di Giustizia, in un edificio del Consorzio
industriale in località Bazzano: all’inaugurazione ha preso parte anche
il ministro Angelino Alfano cogliendo l’occasione per ritornare sul
tema delle infiltrazioni mafiose nei futuri appalti e subappalti per
la ricostruzione.

A riguardo il guardasigilli ha dichiarato:  «Non alimenterei
allarmismi, le infiltrazioni possono annidarsi in tutte le opere pubbliche.
Abbiamo posto in essere un severissimo pacchetto di norme che contrastano
la mafia che includono gli imprenditori che sono stati d’accordo nel
denunciare, in caso di tentativo di estorsione, e che mirano a prevenire
le infiltrazioni nelle amministrazioni pubbliche». 

Ma a sostegno del fatto che il flusso di denaro, maggiore rispetto
ad altri interventi pubblici, sarà un facile terreno di infiltrazione
rimangono piccoli segnali. Come quello lanciato non più di una settimana
fa dal Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso e dal Presidente
dell’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) Paolo Buzzetti. 
Sono stati concordate azioni e modalita’ di intervento per la sicurezza
del territorio e la tutela delle imprese dalle pressioni della criminalita’
organizzata.

Le finalità sono quelle, si legge nel documento di intesa, 
«di costituire presso tutte le Prefetture elenchi di fornitori, non
soggetti al rischio di inquinamento mafioso, cui potranno rivolgersi
le imprese esecutrici», «di definire schede aventi il fine di garantire
la tracciabilita’ dei pagamenti con riguardo ai lavori pubblici.

Inoltre la necessità di prevedere registrazione di targhe di automezzi
per il trasporto di materiali e di identificare in maniera adeguata
addetti dei cantieri «al fine di intensificare la lotta al caporalato
ed al lavoro sommerso». 

Nel frattempo prosegue l’inchiesta sui crolli sospetti e probabilmente
i primi ragguagli si avranno a settembre.Lo ha dichiarato Alfano («in
autunno ci saranno i primi riscontri») mentre Rossini ha annunciato
alcune specifiche sul caso: «Ho avuto modo di vedere i risultati dei
carotaggi sul cemento armato»,  ha dicharato il magistrato, «e
ho notato una particolarità che le successive analisi potrebbero confermare:
il pietrisco usato per il cemento, si spera armato, è delle cave abruzzesi».

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