Libera smentisce i dati dell’Onu sulla produzione mondiale di cocaina
Il Direttore dell’Ufficio Onu per la lotta alla droga ed alla
criminalità (UNODC) Antonio Maria Costa ha spiegato la differenza tra
la stima UNODC della produzione colombiana di cocaina (600 tonnellate)
e la stima di Libera (circa 2.000 tonnellate) come la logica
conseguenza dell’adozione di due diverse metodologie. A nostro parere,
il problema va posto in termini completamente diversi: di metodologia
ce n’è una soltanto – ed è quella adottata dall’UNODC – basata sulla
stima della superficie coltivata, oltreché sullo studio del rendimento
nei differenti Dipartimenti della Colombia. E’ una metodologia
estremamente carente per le seguenti ragioni: a) le osservazioni
satellitari non possono riconoscere le piantagioni di coca nelle quali
sono state da poco raccolte le foglie; b) hanno notevoli problemi a
riconoscere le aree da poco fumigate; c) non possono rilevare le estese
superfici ricoperte da nuvole; d) hanno rilevanti impedimenti nel
riconoscere le piante di coca mescolate con altre coltivazioni oppure
celate dagli alberi. Per dimostrare gli enormi limiti di questa
metodologia, è significativo che le osservazioni satellitari delle
autorità statunitensi USA conducano a stimare una superficie coltivata
doppia di quella calcolata dall’UNODC (circa 170.000 ettari contro
circa 80.000 ettari).
Per inciso va anche detto che nel 2001
la superficie coltivata colombiana non era di 360.000 ettari come
risulta nell’intervista ma di 160.000 ettari: non credo che Costa possa
aver deliberatamente affermato un dato così impreciso; probabilmente
ricordava male o si è trattato di un refuso del giornalista nel
trascrivere.
Quanto al risultato del nostro studio, non è il
frutto di una metodologia alternativa a quella dell’UNODC ma di una
classificazione sistematica delle informazioni contenute nei comunicati
ufficiali – dell’Ejercito, della Policia, dell’Armada, della Fuerza
aerea, della Fiscalia e del DAS della Colombia – all’interno di un data
base. In particolare, i comunicati riguardanti la scoperta e la
distruzione di 311 cristalizaderos, cioè i laboratori di cloridrato di
cocaina (la polvere che va in commercio), nella metà dei casi (152)
comprendevano la stima delle produzione mensile di quel singolo
cristalizadero. Abbiamo sommato tali stime ottenendo un totale di
599,45 tonnellate mensili, mentre l’UNODC stima 600 tonnellate annue.
Poi bisogna aggiungere la produzione mensile, non indicata, dei
rimanenti 159 cristalizaderos scoperti e distrutti e la sconosciuta ma
certamente enorme produzione mensile dei tanti cristalizaderos non
scoperti dalle autorità colombiane! Come si può constatare dai dati, la
nostra stima di 2.000 tonnellate annue è stata minimale.
Per
il governo Uribe questi sono dati imbarazzanti poiché sono… i propri
dati. Ma creano imbarazzo anche all’UNODC che mantiene con il governo
Uribe ottimi rapporti e quindi solo a mezza bocca qualche collaboratore
dell’UNODC ha sussurrato che potrebbero essere il frutto di stime
esagerate da parte dei militari colombiani. Ammettiamo che sia così ma
l’elaborazione statistica del data base, appena conclusa da parte di
economisti delle Università di Trento e Bologna, conduce a dimostrare
il contrario: poiché indica una correlazione molto alta tra le stime
della produzione mensile e ciò che è stato ritrovato (prodotti chimici,
apparecchiature, alloggi, documenti scritti) all’interno del
cristalizadero. Ciò significa che, se di esagerazioni si è trattato,
sarebbero state concordate nei minimi particolari tra sei diverse
organizzazioni e tra centinaia di diversi battaglioni e distretti
dipartimentali in pieno contrasto con le stime governative che sono ben
più basse… E comunque, tra le informazioni contenute nei suddetti
comunicati ufficiali ci sono anche descrizioni dettagliate della
produzione giornaliera tratte da quaderni e altri documenti ritrovati
nel cristalizadero ma, soprattutto, in molti casi, c’è l’indicazione
della cocaina trovata e questo dato taglia la testa al toro: se in un
cristalizadero si scoprono 600 Kg di cloridrato di cocaina e si stima
in 3 tonnellate la produzione mensile, i due dati sono perfettamente
compatibili poiché, come è logico che sia considerato l’altissimo
valore della droga, i trafficanti si affrettano a portare via il
cloridrato di cocaina prodotto per nasconderlo o trasportarlo altrove.
Se
necessario e se da voi richiesto, il discorso potrebbe proseguire
ancora per dimostrare la serie infinita di altre carenze,
contraddizioni e manifeste forzature dei dati dell’UNODC.
Leggi l’intervista a Antonio Maria Costa
*da Terra 26 maggio 2009
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