Tratta e traffico di esseri umani: lo sfruttamento della disperazione e gli affari delle mafie transnazionali
Sono stati definiti criminali. E che invadono il nostro Paese, sottraendo lavoro agli italiani. Ma i “nuovi schiavi” che arrivano con i barconi, dopo un viaggio disumano, non sono che esseri umani che per riacquistare la propria libertà e dignità scappano dalla povertà e dai conflitti. E sono le vere vittime di un traffico illegale da cifre spaventose e gestito dalle organizzazioni criminali transnazionali. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, sono circa un milione gli esseri umani trafficati ogni anno nel mondo, di questi 500mila in Europa. L’Organizzazione internazionale del lavoro stima in12 milioni e 300mila le persone sottoposte a sfruttamento lavorativo e sessuale. Tra queste, ogni anno, circa 800mila persone sono trasportate oltre i confini nazionali per essere sfruttate in altri Paesi. L’80 per cento delle vittime è costituito da donne e ragazze; in più del 50 per cento dei casi, minorenni. Tutti dati raccolti in una relazione dal titolo “La tratta di esseri umani e le sue implicazioni per la sicurezza della Repubblica” del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) presieduto da Francesco Rutelli e trasmessa già un mese fa alle presidenze delle Camere. La relazione è frutto di un lavoro iniziato nel luglio 2008 con audizioni di esperti di organismi nazionali e internazionali. Un fenomeno, quello della tratta di esseri umani, dai guadagni elevati. Secondo quanto rilevato dal ministero dell’Interno, un mercato illegale che rende alle organizzazioni criminali diversi miliardi di dollari l’anno, una cifra inferiore soltanto al traffico di stupefacenti e di armi. E con l’implicazione anche del nostro Paese. Dalla relazione si evince che l’Italia è meta e snodo delle rotte dei trafficanti. Tra lavoro nero, accattonaggio, prostituzione, caporalato sono decine di migliaia gli esseri umani vittime del fenomeno. Nel 2007 nel nostro Paese sono state 1.267 le denunce per riduzione in schiavitù, 108 quelle per acquisto di schiavi, 645 quelle per sfruttamento della prostituzione minorile, 278 quelle per tratta di persone. Per quel che riguarda il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (commesso non solo dagli autori del reato di tratta ma anche dai trafficanti di migranti), nel 2007 le persone denunciate ammontavano a 1.770, mentre nel 2008 sono state 2.183. Le vittime vengono acquistate o catturate in Bielorussia, Moldavia, Ucraina, nella regione balcanica, in Niger, Ciad, Somalia, Libia, Nigeria e nel mondo asiatico. Circa le rotte utilizzate, esse mutano in funzione dell’efficienza e della incisività delle attività di contrasto. In ogni caso, è possibile tracciare alcune rotte ricorrenti, per le quali esistono evidenze di analisi d’intelligence di un utilizzo da parte delle reti criminali transnazionali: è il caso dei flussi dall’Estremo Oriente, i quali seguono la via degli Urali, del Caucaso, fino alla Serbia per poi raggiungere l’Albania o l’Ungheria. Dall’Albania (o dal Montenegro) le vittime vengono trasferite via mare in Italia, mentre dall’Ungheria transitano per la Slovenia per poi raggiungere il nostro Paese. O ancora, della direttrice nigeriana, la quale si avvale di metodi apparentemente legali (visti temporanei), per via aerea o marittima. L’Egitto funge da Paese di transito per gli emigranti provenienti da diverse aree del pianeta. E tra le rotte egiziane, due di queste portano verso la Libia, attraverso rotte desertiche, che prevedono un trasferimento a Tripoli o Zuwarah per poi raggiungere l’Italia, o via mare su barche da pesca, per poi proseguire – partendo dalle città libiche di Bengasi, Bamba o Tobruk – per l’Italia o la Grecia, transitando per la Turchia o Malta. Le tariffe imposte individualmente dai gruppi criminali variano dai 2.000 ai 5.000 dollari. “All inclusive”. E che alimentano quotidianamente le casse della criminalità globalizzata.
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