Il messaggio della Visitazione del Pontormo ai potenti della Terra
In questi giorni ho avuto modo di riscoprire nella chiesa di Carmignano la Visitazione del Pontormo, un’opera bellissima che avevo visto altre volte (anche nella bellissima mostra a Palazzo Strozzi di qualche anno fa dedicata al manierismo) e che riesce sempre a stupirmi ed emozionarmi per la sua bellezza e intensità.
Questa volta mi sono soffermato soprattutto sulla gravidanza di Maria ed Elisabetta e su come con grazia, leggerezza e semplicità, ad una visione attenta, si possa notare la rotondità del loro grembo che fa intuire la loro maternità.
Ed ho pensato a queste due donne, Maria una ragazzina ed Elisabetta una donna ormai in là con gli anni, ai loro mondi così diversi, e al loro tenero abbraccio.
Ho pensato a come Dio non smetta mai di stupirci e di andare contro al nostro modo di pensare, mettendo in luce tutte le nostre contraddizioni. Dio ha scelto come madri di suo figlio e di Giovanni il Battista, due donne che nella nostra mente non riusciamo a vedere come future mamme. Una poco più che bambina ed una quasi alla soglia della vecchiaia.
Dunque una scelta che desta scandalo, ma dalla quale nasceranno meraviglie per l’umanità. D’altronde Dio molto spesso nella Bibbia ha comportamenti opposti al nostro modo di essere e quella pittura, segno della fertilità che sta arrivando, ne è la piena dimostrazione.
E’ un Dio che crede tantissimo nella donna, quello che emerge dalla Visitazione del Pontormo e ne fa lo strumento principale di trasmissione d’amore.
Ho pensato a come il mondo potrebbe essere diverso se solo noi uomini imparassimo a dare più spazio, come ha fatto Dio, alla donna.
Ad iniziare dalla politica a livello mondiale, dove soprattutto gli uomini stanno facendo disastri irreparabili.
Anche in questi giorni ed ore, proprio in quello spicchio di terra dove le civiltà sono iniziate, dove il Dio di Abramo, Mosè e Giacobbe si è rivelato, dove ogni pietra e luogo ci parla di Javhe, dove le religioni monoteiste sono nate e dove quel Dio che nell’opera del Pontormo è solo fertilità e vita, noi sembriamo preferire chi ci parla di morte e di sterilità.
I colori nella Visitazione del Pontormo sono dolci, leggeri, intensi, perché credo che quell’opera voglia trasmettere a tutti un messaggio ricco di speranza.
Ed è bello vedere oltre l’abbraccio ancora nell’opera, le stesse protagoniste, Maria ed Elisabetta che assistono e guardano quel loro scambio di tenerezza. Spettatrici di loro stesse, danno a noi il senso di quel che dovremmo riuscire a fare nostro di quel quadro: la meraviglia di un Dio che é vita, dà la vita e ci spinge ad essere noi stessi fertili.
Chissà forse dovremmo far vedere quest’opera a Erdogan, spedirla alla Casa Bianca a Trump, farne altre copie della stessa intensità da inviare a Putin, a Netanyahu, ad Assad, al re dell’Arabia Saudita Salmán bin Abdulaziz, e alla guida suprema dell’Iran Khamenei (e a tanti altri come il Presidente della Cina Xi Jinping), per far capire loro che il conflitto porta alla sterilità e alla morte, e che è solo l’abbraccio che porta alla fertilità e alla vita.
Quell’abbraccio tenero che il Pontormo ci mostra in tutta la sua bellezza e potenza che noi continuiamo a far finta che non esista.
Trackback dal tuo sito.