Il giuramento
Le teste si possono tagliare o contare. Nel 1931 il regime fascista scelse entrambe le soluzioni e impose a tutti i professori universitari un giuramento di fedeltà al duce. Giurarono in 1238. Solo in dodici si rifiutarono.
Questo è il racconto di uno di quei dodici, ed è liberamente ispirato alla figura di Mario Carrara, medico legale, uno dei primi a rifiutare il freddo censimento con cui Lombroso aveva insegnato a catalogare gli uomini e le anime.
Mentre l’università celebra il concetto della razza, le carriere si fanno con la tessera del partito, gli studenti indossano le camicie nere anche a lezione, Carrara intuisce l’agonia scellerata del Paese e quando il rettore gli comunica data e prescrizioni del giuramento, ossia fedeltà al re e a Mussolini, capisce di non poterlo fare.
Non per puntiglio ideologico ma per sentimento di decenza. Perché quel giuramento è anzitutto ridicolo, grottesco, fasullo. In una parola: indecente.
Ne “Il giuramento” luoghi, amori, solitudini e passioni sono frutto della fantasia di Claudio Fava. Il resto, no. Carrara scelse di non giurare e ne pagò le conseguenze, senza poter conoscere la fine del fascismo e della guerra: morì in carcere, nel 1937, a 71 anni.
Fino all’ultimo giorno di vita continuò a lavorare al suo Manuale di medicina legale «…con animo sgombro da ogni preoccupazione e con quella libertà di indirizzo che è necessaria ad ogni attività del pensiero», come ci ha lasciato scritto.
In un tempo di nuovi e oscuri conformismi, le scelte di dignità di Carrara – e degli altri che, con lui, non giurarono – restano per tutti noi esempi forti, necessari. E dolorosamente attuali.
Claudio Fava
Il giuramento
ADD Editore, Torino 2019
Pagg. 128, € 14.00
Trackback dal tuo sito.