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San Valentino, i giornali tra vecchia mafia e nuove ramificazioni

Di Stefano Fantino il . Rassegne

Operazione “Naos”, la morte
in carcere del “papa” di Cosa Nostra: il 14 febbraio le notizie
sul tema “mafia” sono divise tra i richiami classicheggianti
di una operazione, il Naos è una parte del tempio greco, e quelli religiosi
di un “papa”, Michele Greco, che diceva di conoscere una sola cupola,
quella di San Pietro, in barba ad un passato mafioso di prim’ordine.
La morte di Michele Greco, da 22 anni rinchiuso in carcere, è roba
da storici della mafia, occasione per un ritratto a tinte colorite di
un boss conosciuto per le sue battute e le sue esternazioni sopra le
righe ma soprattutto mandante di diversi omicidi, tra cui quello del
giudice Rocco Chinnici. Il boss che accolse a braccia aperta i Corleonesi
non può che passare in secondo piano rispetto a una notizia, l’operazione
Naos, che testimonia e attualizza i tentativi di espansioni della criminalità
organizzata, anche in regioni solitamente dipinte come oasi felici,
come l’Umbria

  • Operazione Naos

«Patto criminale su appalti
e droga. 57 in manette»
, titola l’Avvenire a pagina 13, con un interessante
infrographics in apertura che sintetizza l’operazione Naos: 57 arresti,
6 regioni coinvolte, patto tra casalesi e ‘ndrine calabresi per traffico
di stupefacenti, riciclaggio assegni, auto rubate, edilizia e mercato
immobiliare. In manette anche Pasquale Tripodi, ex assessore Udeur al
turismo in Calabria (Loiero gli aveva ritirato la delega il giorno prima
dell’arresto) e altri politici calabresi. In taglio basso, sempre su
Avvenire, un pezzo di Paola Suraci, sulla situazione politica calabrese
dopo gli arresti dell’operazione Naos(«L’Udeur all’attacco: governatore,
dimettiti»
) e a pagina 2 un editoriale di Antonio Maria Mira intitolato
«La ‘ndrangheta si fa holding e si espande nel cuore verde». Corriere
della Sera che riporta la notizia a pagina 22 («Mafia, appalti e droga,
57 arresti. In manette assessore dell’Udeur»
) e pubblica un pezzo di
ricostruzione partendo dalle intercettazioni che hanno permesso ai Ros
di entrare in azione, in particolare in riferimento alle azioni di Tripodi(«Quelle
riunioni sulla Jaguar: «lui firma, a noi il progetto»
). Repubblica
riporta la notizia a pagina 22: apertura con un resoconto dell’indagine,
«Le cosche volevano colonizzare l’Umbria» e taglio basso dedicato
alle intercettazioni: «Quei politici sono in mano nostra. Noi ordiniamo,
loro eseguono»
. Il giornale di Rifondazione Comunista, Liberazione,
dedica una colonna , sotto la notizia della morte di Greco («Mafia
e giunte 57 arrestati in tutta Italia»
). Grande spazio per l’Unità
con tre articoli con due pezzi di cronaca a pagina 10 (vedi 1vedi
2
) e un pezzo di Fierro di approfondimento.

  • Michele Greco, morte di un
    boss

«Se anziché chiamarmi Michele
Greco mi chiamassi, ad esempio, Michele Roccapinnuzza, tanto per dire, non mi troverei
qui…» diceva il “papa” di Cosa Nostra al Maxiprocesso. Ma si
chiamava Michele Greco, mandante di diversi omicidi e in carcere da
più di ventanni. La sua morte, quella di uno storico capomafia, è
ripresa ampiamente da tutti i giornali. L’Unità sfodera il suo esperto
Saverio Lodato «Muore il boss Michele Greco, lo chiamavano “il papa”
di Cosa Nostra»
, in un articolo tutto sommato breve, soprattutto se
confrontato con il pezzo di Cavallaro sul Corriere della Sera («Greco
il “papa” che predicava la pace e ordinava gli omicidi»
) e con
la pagina intera dedicata alla morte di Greco dalla Republica. Repubblica
che, nella sua sezione R2, gli dà anche il richiamo in prima pagina
(cosa che non avviene con l’operazione Naos) e a pagina 46 titola «Michele
Greco, morto il “papa” re della mafia tra killer e salotti»
a
firma di Attilio Bolzoni. Liberazione dà la notizia in apertura di
pagina otto, più in vista rispetto alla Operazione Naos mentre
Avvenire, riporta la notizia senza clamori da pagina intera e senza
citare nel titolo l’appellativo di “papa” con cui Greco era noto
(«Morto a Roma il “padrino” Michele Greco»).

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