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Saviano: non comanda Michele Bidognetti a Caserta

Da Antimafiaduemila il . Campania

“E’ un buon colpo” l’arresto di Michele Bidognetti, messo a segno
ieri mattina dalla Dia di Napoli. Ma “non comanda lui a Caserta”.

Lo
sottolinea con forza Roberto Saviano in un’intervista apparsa
quest’oggi sulla Stampa.
Michele Bidognetti “non è il rappresentante più emblematico di quel
miscuglio melmoso di borghesia e crimine”. I veri capi, spiega lo
scrittore Saviano, sono i latitanti “dimenticati” Michele Zagaria,
detto “capastorta” e Antonio Iovine, “o ninno”, “personaggi
pericolosissimi per la capacità criminale ma anche per il loro potere
imprenditoriale e per l’appeal che esercitano sulla buona borghesia”.
Iovine e Zagaria sono attivissimi anche fuori dal loro territorio:
Iovine, ricorda Saviano, “è stato sotto osservazione per affari a
Roma”, era interessato al locale notturno Gilda; il nome di Zagaria è
emerso in relazione ai subappalti per la costruzione del Centro
Commerciale di Marcianise.
Nonostante la cattura di Giuseppe Setola e Francesco Bidognetti “non è
stato ancora interrotto il filo che attraversa la rete di affari” anche
se “sono venuti fuori i rapporti tra la borghesia produttiva e la
macelleria mafiosa” testimoniati dagli “appalti gestiti da un fratello
di Setola nell’intera provincia di Caserta, intrecci sotterranei coem
il ruolo di primo piano di Riccardo Iovine, fratello di Carmine, nella
gestione dell’ospedale di Caserta che è al centro dell’inchiesta che ha
provocato l’arresto della signora Mastella e, indirettamente, la caduta
del governo Prodi”. La situazione, in sintesi, è “fluida e pericolosa”.
La società civile, denuncia Saviano, purtroppo continua a temere questi
latitanti o “preferisce fingere di non vedere e non sapere”. Non è
certo un buon segnale che il direttore di un giornale, “parlo della
Gazzetta di Caserta” dice Saviano, “pubblica tranquillamente una
lettera del camorrista Sandokan, facendola precedere dal distico La
ringrazio per la stima”.

di Dora Quaranta

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