Piemonte, il 21 marzo a Novara
Il 21 marzo 2019 si terrà la ventiquattresima edizione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, ricorrenza che segna la storia di Libera, nata nel 1995 in risposta al periodo delle stragi mafiose.
A livello nazionale Libera celebrerà la Giornata della Memoria e dell’Impegno nel Triveneto e più precisamente a Padova, mentre a livello regionale la scelta è ricaduta su Novara, provincia nella quale esiste dal 2007 un coordinamento dell’associazione.
Perché il 21 marzo a Novara? A oggi non si registra nessuna operazione antimafia dedicata al territorio novarese, pur non mancando novaresi condannati per 416-bis o per concorso esterno in associazione mafiosa, oltre a diversi casi di estorsione e usura, spesso perpetrati con modalità criminali molto vicine a quelle mafiose, di prostituzione e di reati ambientali gravi, con tanto di collegamenti con la ‘ndrangheta. Molti di essi riguardano il mondo delle cave, settore economico di rilievo in provincia di Novara nel cui ambito si consuma nel 2010 il fatto che segna la svolta nella percezione della presenza criminale nell’opinione pubblica locale: l’omicidio di un imprenditore di Romentino (NO) compiuto con modalità paramafiose.
Il 2010 è anche l’anno dell’operazione Crimine-Infinito, che a luglio conduce dietro alle sbarre circa trecento affiliati alla ‘ndrangheta tra Calabria e Lombardia, nel cui troncone sono presenti anche i tre novaresi Rocco Coluccio, Carmine Verterame e Fabrizio Parisi (quest’ultimo residente a Ghislarengo, comune del vercellese al confine con la provincia di Novara, ma braccio destro di Verterame): tutti e tre verranno condannati per associazione mafiosa. Coluccio in particolare è identificato dalle carte processuali come figura di spicco negli ambienti criminali non solo lombardi ma anche novaresi, rivestendo il ruolo di responsabile di un gruppo ‘ndranghetista nel Novarese.
La conseguente domanda è scontata: chi sono gli altri affiliati? Una domanda che non trova risposta neanche con l’operazione Minotauro e le successive operazioni figlie, che negli anni successivi scoperchiano un altro vaso di pandora, quello piemontese. L’assenza di Novara suscita diversi interrogativi, riguardanti non solo i motivi dell’esclusione ma anche il più classico dei luoghi comuni sui novaresi: sono più piemontesi o più lombardi, in questo caso dal punto di vista criminale? La risposta la dà con un’immagine significativa Rocco Marando, uno dei pentiti chiave di Minotauro, rivelando come nella spartizione degli interessi sulla costruzione dell’autostrada Torino-Milano «la parte al di qua di Novara era di quelli di Volpiano (Marando apparteneva alla locale di Volpiano), la parte al di là era dei milanesi»: Novara è il confine.
Cambia dunque la prospettiva con cui si guarda al fenomeno mafioso nel Novarese, come suggeriscono anche i numerosi episodi che negli anni lo lambiscono, avvenimenti perlopiù apparentemente scollegati tra loro e riconducibili a diversi gruppi criminali, i quali sembrano convivere pacificamente in un nodo di confine come quello novarese, a metà tra Torino e Milano e non distante dalla Svizzera. Un’impressione rafforzata dalle evidenze del soggiorno di latitanti tra cui il più illustre è sicuramente Balduccio Di Maggio, ex autista di Totò Riina che, tratto in arresto nel 1993 a Cureggio (NO), collaborò all’identificazione e alla cattura del Capo dei capi.
La compresenza e la confusione di interessi delle diverse mafie sullo stesso territorio è ben rappresentata dalla storia della famiglia Di Giovanni, famiglia di origini siciliane giunta a Novara proprio dopo l’omicidio a Palermo di uno dei suoi membri e al centro di diverse inchieste riguardanti soprattutto i reati di usura ed estorsione e che, pur non avendo mai compreso accuse per 416-bis, hanno più volte evidenziato i collegamenti di questa famiglia con esponenti di differenti realtà criminali. Tra questi, come emerge dal dibattimento del processo denominato Bloodsucker (Sanguisuga), c’è proprio il pentito appartenuto a Cosa Nostra Balduccio Di Maggio, ma non mancano esponenti della ‘ndrangheta lombarda, tra cui Carmine Verterame, e piemontese. Il quadro del Novarese che ne emerge è quello di uno spazio franco, una terra di nessuno dove cercare rifugio dalla legge o dalla vendetta dei clan rivali e dove distinte forze criminali sembrano convivere e a tratti collaborare.
A restituire questa pluralità sono anche i beni confiscati alle mafie presenti nella provincia di Novara, uno dei motivi principali a sostegno della sua scelta per la celebrazione 21 marzo 2019. Il 2019 infatti sarà un anno decisivo per i beni che da molti anni attendono il riutilizzo sociale: l’appartamento e il negozio del capoluogo, la torretta di Borgomanero e soprattutto il Castello di Miasino, il cui iter di ristrutturazione dovrebbe terminare proprio in tale anno.
Lo scopo del 21 marzo è quindi duplice: da una parte raccontare un territorio apparentemente poco interessato da fenomeni mafiosi e richiamare l’opinione pubblica alla giusta attenzione, senza dover attendere operazioni di polizia o fatti di sangue, dall’altra riunire i cittadini intorno all’opportunità dei beni confiscati e sollecitare le istituzioni affinché portino a compimento il processo di restituzione alla collettività di queste risorse economiche, sociali e simboliche.
Per queste ragioni il Piemonte ha scelto Novara per celebrare la 24esima giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie.
Per accendere i riflettori sul nostro territorio e sollecitare l’attenzione dei cittadini e delle Istituzioni.
Per evitare che la nostra regione possa essere accogliente agli interessi delle organizzazioni criminali, possa fare affari con loro, richiedendone i servizi illegali che propongono.
Perché crediamo e vogliamo costruire un grande orizzonte di giustizia sociale.
Saremo il #21marzo a Novara per ricordarle tutte le vittime innocenti di mafia.
Per non dimenticare mai le ragioni del nostro impegno.
Perché ciascuno di quei nomi è una vita spezzata, un tesoro da custodire.
Storie preziose che camminano sulle nostre gambe.
#memoriaeimpegno #21marzonordest #21marzonovara
Le iscrizioni ai seminari e ai bus sono aperte fino al 14 marzo alle 12,30
L’appuntamento è giovedì 21 marzo alle ore 9.00 allo Stadio Piola di Novara
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