Forze di polizia: niente indagati e/o condannati (neanche parti di esse per un Ministro dell’Interno)
Bisognerebbe avere (molto) coraggio per prevedere, normativamente, periodici esami di affidabilità e di verifica sulla persistenza dei requisiti psico- fisici necessari perché un appartenente alle forze di polizia possa continuare ad esercitare le delicate funzioni a tutela della collettività. In Messico, per esempio, di tanto in tanto, in diversi Stati, si hanno notizie della destituzione di centinaia di agenti di polizia che, sottoposti, appunto, a tali testi di “confianza” non li hanno superati e in non pochi casi sono emersi anche loro collegamenti con esponenti della criminalità organizzata locale. In Italia non siamo certamente a situazioni del genere e, tuttavia, i numerosi episodi di operatori delle forze dell’ordine indagati e/o arrestati nel 2018, anche per delitti gravi, lasciano l’amaro in bocca, non solo ai cittadini ma a tutti gli altri operatori di polizia, la stragrande maggioranza, che svolgono il servizio con senso dell’onore e disciplina. Come vuole la nostra Costituzione. Alla fine di settembre del 2018 avevamo già segnalato almeno un a ottantina di sgradevoli fatti ai quali, purtroppo, negli ultimi mesi se ne sono aggiunti altri, per chiudere l’anno con due agenti della polizia stradale di Colleferro (Roma) arrestati dagli stessi colleghi per corruzione e concussione ( chiedevano soldi ai camionisti per evitare multe salate) e con un ex vice questore, a Vicenza, indagato per collegamenti con una banda italo-albanese di narcotrafficanti. Divise infangate che, ci auguriamo, una volta accertate le responsabilità personali, siano definitivamente tolte a chi doveva indossarle con profondo rispetto. Così come non le vorremmo vedere indossate dal Ministro dell’Interno ( condannato, del resto, a 30 giorni di reclusione, una ventina di anni fa, per oltraggio a p.u., pena sospesa) che non perde occasione pubblica, a fini elettorali, per mostrarsi con giacconi del Servizio Aereo della Polizia di Stato, felpe e alamari della stessa Istituzione, verso la quale sarebbe auspicabile maggiore attenzione magari per potenziarla con uomini e mezzi anziché con continui annunci sui social, sorrisi e selfie propagandistici con agenti di polizia in servizio. Ma, tornando a riepilogare alcuni fatti di cronaca, vanno ricordati quelli di fine settembre scorso, con la notizia di un maresciallo dei carabinieri in servizio a Roma arrestato per aver “venduto” dossier riservati nell’ambito dell’inchiesta dei magistrati romani e messinesi sul c.d “Sistema Siracusa” e quello della poliziotta in servizio al Commissariato di Ostia, indagata, con il divieto di dimora, per peculato (si sarebbe appropriata, in più occasioni, di beni sequestrati per poi rivenderli). Tra le notizie di ottobre scorso, quella dell’arresto, a Scordia (Catania), di due poliziotti e un carabiniere oltre ad una ventina di altre persone, per narcotraffico, corruzione e favoreggiamento personale. A Torino un carabiniere in servizio presso la Stazione di San Carlo finisce in manette con l’accusa di aver intascato soldi da un pregiudicato in cambio di informazioni. A Salerno, un ispettore di polizia finisce ai “domiciliari” nel contesto di una inchiesta conclusa con tredici arresti per spaccio di droga, mentre quattro carabinieri del NOE vengono arrestati per aver favorito, in cambio di denaro e altre utilità, la Srl Italferro nella realizzazione dei suoi obiettivi imprenditoriali. A novembre, un attempato vigile urbano (già coinvolto in altra vicenda penale per sfruttamento della prostituzione) viene arrestato dalla polizia dopo aver ritirato la “mazzetta” di 900 euro da un ristoratore del quartiere di San Lorenzo (Roma) e, sempre nella capitale, arriva, dopo oltre nove anni, la condanna a pene fra i 3 e i 10 anni, dei quattro carabinieri per il ricatto nei confronti di Piero Marrazzo, ex presidente della Regione Lazio. Forse, innalzando l’asticella della sorveglianza preventiva all’interno dei singoli Corpi, la situazione potrebbe migliorare ed in tal senso ci appelliamo a tutti coloro che, ai diversi livelli di responsabilità hanno il compito del controllo e del comando.
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