Bombe ad Afragola
Nella città del secondo santuario di Sant’Antonio di Padova più famoso in Italia, dallo scorso Dicembre sono scoppiate 8 bombe. Così Afragola, in provincia di Napoli, si fa sempre più rumorosa e tremante.
L’ultima è scoppiata lo scorso 14 Gennaio poco prima della mezzanotte: 8 bombe per 7 commercianti di Corso Alcide De Gasperi e Corso Vittorio Emanuele II (uno di loro possiede due attività) sono numeri che nel 2019 dovrebbero creare molta più notizia di quella che ancora non creano.
Per di più la notte tra il 15 e il 16 Gennaio è scoppiata una bomba alla pizzeria di Gino Sorbillo: allora sì che il web e i media hanno puntato i riflettori sulla terza città d’Italia e iniziato a fare domande, per quanto i fatti siano ovviamente slegati. Ma si sa: più se ne parla meglio è.
Cosa sta succedendo ad Afragola? Tra chi sta avvenendo questa guerra? E’ una guerra?
E la bomba a Sorbillo chi l’ha messa? La camorra? C’è un collegamento con le sue iniziative antirazziste?
Sono molte le domande alle quali ancora gli inquirenti non hanno trovato risposta, mentre la situazione ad Afragola peggiora.
Pare che, fino a qualche tempo fa, il clan Moccia dettasse legge sul territorio Afragolese e zone limitrofe e che adesso, decimato tra arresti e uccisioni, delle nuove leve stiano tentando di marchiare il territorio.
Inoltre, c’entra qualcosa il fatto che Salvatore Scafuto alias “Tore a carogna” stia “cantando” di tutto e di più in carcere? Oppure la vicinanza tra il giorno del 20 Dicembre, data in cui viene approvato il 41bis per Luigi Moccia, e il 26 Dicembre, data in cui scoppia la prima bomba, è già abbastanza eloquente da sé?
Che i negozianti della zona pagano il pizzo a due gruppi distinti e differenti lo si sa già. Per il resto, nessuno degli esercenti ha ancora detto nulla. Dovrebbero parlare? Sì, dovrebbero, sarebbe consigliabile. Ma condannare la paura è roba da sciocchi.
Con l’anno nuovo, i duemila sono più che maggiorenni e certe dinamiche dovrebbero, in teoria, appartenere ai tempi lontani.
Frasi come “Stanno ancora nel terzo mondo lì” o “Ma come? Le mafie non avevano affinato le loro tecniche, sono ancora con le bombe?” le lasciamo a chi delle organizzazioni criminali pensa di sapere tutto dopo aver solo e unicamente guardato la serie tv “Gomorra” (per cui nutro inoltre stima).
Ciò che accade a chilometri di distanza ci sembra lontano, “un altro mondo”, un altro modo di pensare e un’altra lingua parlata: per questo pensiamo che la cosa non ci tocchi. Perché, di fondo, ciò che manca realmente è l’identità di un Paese unitario, che ci unisce da profondo Nord all’Africa italiana (in cui sono nata).
Senza il forte sentimento di una penisola unita, forte e compatta, nessun movimento e nessuna azione saranno talmente forti da fermare le bombe delle organizzazioni criminali: lo scoppio terrificante della scorsa notte non ha scosso minimamente chi dormiva al caldo a Trieste, a Milano o a Venezia e, da sola, Afragola sarà costretta a tuonare ancora?
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