Arrestato il padrino americano
Immigrazione clandestina negli Usa. Rifiuto a deporre in un processo. Il presunto nuovo capo delle famiglie mafiose newyorkesi, il castellammarese Salvatore “Sal” Montagna, detto “Sal the Ironworker”, è finito in manette, arrestato dall’Fbi. E non è sfuggito alla sorte dei capi della mafia americana. Arrestati per ragioni diverse da quelle dell’appartenenza all’associazione mafiosa. Incastrati per altro. Montagna è cittadino canadese, essendo nato a Montreal 38 anni fa, ma le sue origini sono di Castellammare del Golfo, il paese natale dell’ex padrino Giuseppe “Joe” Bonanno, del quale sarebbe erede.
La prima volta che si parlò di Montagna fu nel 2006, quando sarebbe giunto in Italia e per tornare nel suo paese di origine. Un passaggio si disse obbligato, perché al suo ritorno negli Usa lui, portando appresso il placet dei mammasantissima siciliani, sarebbe divenuto il nuovo “padrino”, dopo che l’ex boss Joseph Massino fu condannato e divenne collaboratore di giustizia, e dopo la condanna all’ergastolo del suo presunto successore, Vincent “Vinny Gorgeous” Basciano.
Oggi le autorità federali americane accusano Montagna di oltraggio alla corte per essersi rifiutato di testimoniare di fronte a un grand jury dopo un arresto per gioco d’azzardo e usura. L’estradizione in Canada è legata al fatto che Montagna é cittadino canadese e, secondo le autorità statunitensi, avrebbe violato le regole sull’immigrazione in America. Il trasferimento dovrebbe avvenire nei prossimi giorni, anche se i legali di Montagna stanno cercando di opporsi.
A Castellammare del Golfo di Salvatore Montagna, originario di queste parti, quasi nessuno si ricorda, a maggior ragione del fatto che “Sal” una volta negli States ha fatto una «certa» carriera, è diventato, secondo l’Fbi il nuovo capo della mafia americana, e dunque c’è un serio motivo perchè nessuno a Castellammare del Golfo ne sappia parlare. Il suo rione castellammarese è quello di San Giuseppe, nella parte alta del paese. Qui sarebbero tornati da qualche tempo ad abitare i genitori di Sal, ma nessuno in paese è capace, o vuole, di indicare la loro casa.
Una mafia quella americana che non molla le sue origini. Di Castellammare sono stati i più potenti capi mafia Usa, a cominciare da quel Joseph Bonanno che ispirò a Mario Puzo il libro sul «padrino». A Castellammare del Golfo ha raccontato il pentito Nino Giuffrè i picciotti americani venivano ad «imparare il mestiere» o c’erano quelli di Castellammare che andavano negli Usa a “formare” i picciotti. Certamente in America c’è una regola che dentro Cosa Nostra continua ad essere rispettata, ed è quella che per diventare “padrini” bisogna essere nativi della Sicilia, o figli di genitori siciliani, meglio ancora poi se si è di Castellammare del Golfo.
«Cosa Nostra – dichiarò a suo tempo il vice questore e capo della Mobile di Trapani Giuseppe Linares, a margine di una conferenza stampa dopo un blitz antimafia (operazione Tempesta) proprio nel castellammarese – è come l’Araba fenice: risorge sempre dalle ceneri». «Ci sono precisi rapporti dell’intelligence – riferisce un italiano diventato esperto di sicurezza in America, Antonio Nicaso – che confermano come a seguito di faide e guerre di mafia e soprattutto dopo gli scompaginamenti determinati da arresti e condanne, la mafia ha deciso di affidarsi a Montagna, un nuovo uomo». Nicaso è perfetto conoscitore della realtà mafiosa americana, lavora in Canada, dove le cosche newyorkesi già ai tempi di Bonanno avevano impiantato una cosca a Montreal. Dove Sal Montagna è cresciuto.
La mafia e le sue origini castellammaresi. Ne parlò in un verbale il boss di Caccamo Nino Giuffrè dopo avere deciso di collaborare con la giustizia: «Si è deciso di ritornare alle origini a quel vincolo strettissimo che le prime potenti cosche del trapanese avevano con i picciotti di oltreoceano. Castellammare è fra l’altro un punto di incontro tra i Paesi arabi e l’America. Posso tranquillamente dire che Castellammare, oltre ai traffici normali, droga e tutto il resto, diciamo che é un punto dove si incontrano diverse componenti che girano attorno alla mafia. È un punto di incontro della massoneria, dei servizi segreti deviati».
Quanto sia potente la cosca castellammarese lo si deduce da una storia degli anni ’90, quando a Castellammare si rifugiò un narcotrafficante ancora oggi super ricercato, Saro Naimo, «un uomo potente», Totò Riina diceva che era «più potente del presidente degli Stati Uniti». L’attuale capo della mafia trapanese, il latitante Matteo Messina Denaro aveva pensato di rivolgersi a lui in quel periodo per cercare di riprendere un antico sogno della mafia siciliana, cioè quello di far passare la Sicilia sotto la bandiera americana. Il pentito e suo ex braccio destro Vincenzo Sinacori ne ha parlato in un verbale, Matteo venne prese per folle, ma il tentativo fu fatto lo stesso, solo che Naimo fece sapere a Messina Denaro che non poteva essere più tempo di queste cose.
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