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Colpita la testa della mafia nigeriana a Castelvolturno

Di Simona Sardo il . Campania

Dopo due anni
di indagini la dda di Napoli ha arrestato 45 persone  ed emesso
ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 62 indagati in cinque
regioni italiane e in cinque paesi: Nigeria, Turchia, Bulgaria, Olanda
e Colombia. Le accuse a carico degli arrestati sono sfruttamento della
prostituzione e traffico di stupefacenti.

L’operazione
“Viola”, coordinata dal pm antimafia Giovanni Conso, ha smantellato
un cartello criminale che ha come base operativa Castelvolturno, ma
è di matrice nigeriana ed ha carattere transnazionale.

Le donne che
arrivavano in Europa venivano infatti prelevate dalla Nigeria con l’inganno.
Minacce ai familiari, riti woodoo e sequestro dei documenti erano gli
stratagemmi usati per trasferire le vittime, spesso anche minorenni,
e metterle sotto il controllo delle cosiddette “madames”.

Un primo filone
dell’inchiesta ebbe già una conclusione nel gennaio dell’anno scorso,
con l’emissione da parte della Procura di Napoli di un provvedimento
nei confronti di 75 persone. Contestualmente, altre 29 erano state raggiunte
in Olanda, Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Francia, Spagna, Belgio
e Nigeria, da un provvedimento della magistratura olandese che accertò
la scomparsa di oltre un centinaio di nigeriane, sparite dopo aver chiesto
asilo politico.

L’organizzazione
finanziava la tratta con un traffico di droga proveniente dalla Colombia
e dalla Turchia. Grazie ai contatti stabiliti ormai da tempo tra nigeriani
con i cartelli colombiani e turchi, cocaina ed eroina venivano smistate
tra Torino, Brescia, Padova, Verona e Napoli.

I guadagni
poi ottenuti dallo sfruttamento delle donne andavano ad  alimentare
ulteriormente questo doppio mercato, riciclandosi attraverso attività
lecite quali i call center e i negozi etnici. 

Così il procuratore
nazionale Antimafia Piero Grasso ha descritto l’organizzazione: “Abbiamo
colpito la testa del sistema e questo è fondamentale perché quello
della criminalità nigeriana è un fenomeno molto più esteso di quello
che si vede”. Una criminalità, prosegue il procuratore, “che
nel nostro paese ha occupato gli spazi lasciati liberi dalle organizzazioni
criminali di casa nostra, soprattutto al nord, e che ha organizzato
qui addirittura la convention di tutti i clan presenti in Europa”.
Grasso sottolinea inoltre che in indagini così complesse è fondamentale
la collaborazione internazionale. Ed in quest’ottica, “i rapporti
con la Nigeria non sono ottimali e non sempre sono all’altezza”.
“Quando abbiamo sventato il sequestro di due bambini da un orfanatrofio
in Nigeria – dice – le autorità hanno collaborato. Ma forse in quel
caso non c’erano dietro gli stessi interessi che ci sono quando c’e’
in ballo la  droga”.

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