“Decreto sicurezza è una picconata al diritto d’asilo”
Il ridimensionamento dello SPRAR a favore di centri di identificazione potenzia un modello concentrazionario, rafforzando strutture potenzialmente esplosive sul piano sociale.
“Come cristiani che ritengono che il Vangelo sia primariamente servizio e accoglienza agli ultimi esprimiamo la nostra critica più severa a questo provvedimento”.
“Una picconata al diritto d’asilo e alla tradizione umanitaria italiana”. È questo in sintesi il giudizio sul decreto approvato questa mattina dal Consiglio dei Ministri in materia di immigrazione e asilo, espresso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e dalla CSD-Diaconia valdese.
“Sotto il cappello generico della sicurezza – affermano i responsabili delle due organizzazioni protestanti, attivamente impegnate in attività di accoglienza di migranti e richiedenti asilo – si approvano norme che limitano gravemente il diritto d’asilo, arrivando a ridimensionare la protezione umanitaria con la quale decine di migliaia di persone hanno potuto ricostruire la loro vita in Italia, sfuggendo a violenze e persecuzioni nei loro paesi, o in quelli di transito come la Libia.
La possibilità di costringere i richiedenti asilo in strutture chiuse di tipo carcerario fino a sei mesi criminalizza persone vulnerabili proprio nel momento in cui avrebbero invece più diritto alla protezione e a un’azione integrata di soccorso.
Il ridimensionamento del Servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) a favore di centri di identificazione con migliaia di persone, oltre a contraddire una positiva esperienza internazionalmente riconosciuta, rafforza un modello concentrazionario che già tanti problemi ha dato, sia sul piano della funzionalità che della legalità, e delle relazioni con i cittadini che abitano in prossimità. Non soltanto, quindi, con questo decreto vengono meno fondamentali istituti umanitari esplicitamente previsti dal Trattato costituzionale europeo, ma si rafforzano strutture potenzialmente esplosive sul piano sociale.
Come cristiani che ritengono che il Vangelo sia primariamente servizio e accoglienza agli ultimi, esprimiamo la nostra critica più severa a questo provvedimento e, fiduciosi che possa essere fermato o sostanzialmente modificato in tempi rapidi, dichiariamo la nostra convinta determinazione a proseguire nel nostro impegno per l’accoglienza, l’integrazione e la tutela dei diritti fondamentali dei rifugiati e dei richiedenti asilo”.
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