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Lo spaccio ferragostano

Piero Innocenti il . Droga

drogaContinuiamo a parlare di stupefacenti per cercare di fare informazione illudendoci di contribuire, anche solo per una infinitesima parte, a costruire un argine ad un fenomeno criminale che sta inquinando il nostro paese, insieme a molti altri. Una “fissazione” che poteva diventare anche una “ossessione” per i pericoli ben noti per la salute umana e che si alimenta, quotidianamente, con le tante vicende, spesso tragiche, che caratterizzano il mondo che ruota intorno al narcotraffico.

Anche in questi ultimi giorni, dalla lettura di gran parte della rassegna stampa locale sul sito della Polizia di Stato, si ha notizia di fatti e fatterelli di cronaca, non riportati in genere sui quotidiani nazionali, con situazioni davvero sconcertanti collegate al mondo della droga. È il caso, accaduto a Torino l’8 agosto, di una madre esasperata che coraggiosamente ha denunciato il figlio divenuto spacciatore e rapinatore facendolo arrestare dai carabinieri. Vergognoso anche l’altro episodio, di un paio di giorni prima, avvenuto in zona Dergano (Milano), con un giovane di 29 anni che ha cercato, non era la prima volta, di estorcere denaro alla nonna di 79 anni per acquistare droga, minacciando di far del male al suo cagnolino. Per non parlare di un inqualificabile spacciatore ternano bloccato dalla polizia mentre era alla guida spericolata della sua auto con la figlioletta seduta sul seggiolino posteriore con in mano un vasetto di omogeneizzati che in realtà conteneva una decina di grammi di cocaina purissima spacciata come latte in polvere. Mentre si continua a morire per abuso di eroina (ad Adrano, marito e moglie trovati cadaveri in casa), continuano senza sosta le consegne, anche a domicilio, di stupefacenti in molte città italiane. Così, due giovani rumeni, residenti a Vittoria (Ragusa), sono stati arrestati dalla polizia dopo che gli agenti avevano scoperto un nascondiglio, contente un chilogrammo di cocaina, sono il cruscotto accessibile soltanto con un ingegnoso meccanismo sbloccabile con una combinazione. Non è andata bene neanche ad un cinquantenne tunisino, già con precedenti di polizia, che a Perugia, mentre la polizia cercava di entrare nella sua abitazione per una perquisizione ha cercato di disfarsi di alcune confezioni di cocaina. A Roma, invece, grazie all’abilità di carabinieri-idraulici è stato possibile recuperare 470 dosi di cocaina e di crack che padre e figlia avevano gettato nello scarico del water opportunamente “intercettato” dai militari che immaginavano una mossa del genere. All’aeroporto di Fiumicino, poi, nel deposito di bagagli la sorpresa dei finanzieri che hanno trovato  oltre 12mila pillole di ecstasy in una busta termosaldata tra vestitini e giocattoli d’infanzia contenuti in una valigia “dimenticata”proveniente dall’Olanda.

Ci sono, inoltre, i casi, e non sono pochi, di persone arrestate per spaccio che, rimesse in libertà da poche ora tornano subito al “lavoro”. È accaduto, per ultimo, a Milano, l’8 agosto,con un algerino scarcerato e “preoccupato” di tornare presto a spacciare per essere nuovamente arrestato con un buon gruzzoletto di denaro racimolato in breve tempo nello spaccio in strada. Gruzzolo decisamente più consistente, 18 mila euro ed altro denaro sparso in casa,quello sequestrato dalla polizia durante la perquisizione domiciliare di uno spacciatore trovato in possesso di circa 70g di cocaina. Affari d’oro anche in Sardegna dove ad Ozieri, il 9 agosto, i carabinieri hanno arrestato una banda di quattordici spacciatori uno dei quali si spostava con una Ferrari 348 (sequestrata) per la consegna della “merce”. Naturalmente, in questo “lavoro” se ci sai fare puoi permetterti anche l’autista. È successo a Torino con un gabonese che spacciava servendosi per i suoi spostamenti in auto di un marocchino come autista pagato 100 euro al giorno. Proseguono, a ritmo serrato, anche gli arrivi di navi che trasportano hashish. L’ultimo è del 9 agosto con la nave Resmus di proprietà di una società lettone  intercettata in mare dalla Guardia di Finanza e condotta nel porto di Palermo. Nei locali di prua, nascosti tra bidoni di nafta, decine di pacchi contenenti hashish per oltre due tonnellate. Intanto in Calabria si susseguono le scoperte di piantagioni di marijuana di ottima qualità. L’ultima risale al 9 agosto, nel territorio di Lamezia Terme; tre serre con oltre 40mila piante.

Davvero troppe per non pensare alla supervisione della mafia calabrese.

Due considerazioni sul narcotraffico  e sull’azione antidroga rallentata nell’estate

La distribuzione regionale delle piante di cannabis sequestrate nel corso del 2017 va dall’85,27% al Sud Italia ed Isole, al 10,59% al Nord, al 4,14% al Centro. Sul totale di 265.635 piante eradicate in tutto il 2017 (un decremento del 43,31% rispetto al 2016), il maggior numero di sequestri è stato fatto in Calabria (107.922), Sicilia (55.214) e Sardegna (21.671), in regioni, cioè, che per le buone condizioni geoclimatiche rappresentano territori adatti a questo tipo di coltivazioni. Il decremento registrato nei sequestri, tuttavia, “non deve indurre a precipitose conclusioni”, come si legge nella relazione annuale della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (DCSA- Dipartimento della Pubblica Sicurezza) resa pubblica ai primi del mese scorso. Tale scostamento negativo – precisa la DCSA – “dovuto essenzialmente a due rilevantissimi sequestri effettuati nel 2016, non sembra ancora rappresentare una vera e propria inversione di tendenza di questo fenomeno  che, nella serie decennale, con eccezione del triennio 2011/2013, si attesta su posizioni più che doppie rispetto alla media del periodo”.

In effetti, già alla fine del luglio scorso le forze di polizia avevano individuato (e distrutto) oltre 200mila piante e gli ulteriori sequestri, in due distinte operazioni, di questi primi giorni di agosto da parte di militari della guardia di finanza e dei carabinieri, oltre 9mila piante nel territorio del Comune di Rosarno (RC), confermano, da una lato l’incisiva azione di contrasto al fenomeno della produzione  domestica di marijuana, dall’altro la particolare predilezione riservata da “segmenti” della criminalità organizzata a questa redditizia attività. Attività alla quale si affiancano quelle di traffico e di spaccio che proseguono con ritmi sostenuti durante il periodo delle vacanze estive, soprattutto nei luoghi turistici. È, dunque, in questo periodo che la repressione da parte delle forze di polizia dovrebbe raggiungere il picco massimo o, comunque, non rallentare. Invece, con le dovute eccezioni, in questo periodo dell’anno che va da giungo ad agosto, vuoi anche per i periodi di temporanea assenza dagli uffici e comandi per le “ferie” di poliziotti e carabinieri, si rileva, mediamente, un calo nelle operazioni antidroga.

Così, per restare gli ultimi anni, le operazioni a livello nazionale del 2014, nel periodo di giugno, luglio e agosto,, sono state, rispettivamente pari a 932, 1.332 e 1.347, ossia i valori più bassi dell’anno. Anche nel 2015 si annotarono valori bassi rispetto agli altri mesi e precisamente 1.340 a giugno, 1.244 a luglio e 1.469 in agosto. Analogamente nel 2016 e 2017 anche se  in quest’ultimo anno i valori mensili delle operazioni antidroga si sono attestate su oltre 1.700 al mese. Nel corrente anno, a giugno e luglio, le 1.600 operazioni mensili sono in flessione rispetto alla media di circa 2mila degli altri mesi. Naturalmente nessuno pensa che gli operatori di polizia non debbano andare in ferie per un meritato riposo. Certo è che se gli organici delle sezioni antidroga delle squadre mobili e dei reparti operativi dei carabinieri non avessero i “buchi” negli organici che hanno, l’azione di contrasto allo spaccio potrebbe continuare con la solita cadenza che si registra in altri mesi dell’anno. La verità è che, oggi, traffico e spaccio di stupefacenti diventano argomenti di vivace discussione politica e tra i cittadini, in particolare quanto i protagonisti sono gli stranieri.

Occorrerebbe, invece, senza riguardi per nessuno, con una legislazione sugli stupefacenti meno blanda e annacquata anche da una giurisprudenza altalenante, tenere in carcere questi delinquenti che stanno “narcotizzando” il paese e arrecando gravi danni alla salute dei nostri giovani. Continuando di questo passo, credo che l’età d’oro del narcotraffico non finirà mai.

Il narcotraffico nelle regioni italiane

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