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La circolare del Viminale sulle “sagre” paesane e la sicurezza da garantire

Piero Innocenti il . L'analisi

sagre paesaneMaggiore prevenzione. L’esigenza assoluta, cioè, di garantire più sicurezza per i cittadini in occasione di pubblici eventi, dopo i tragici fatti di Piazza San Carlo a Torino del 3 giugno 2017: questo era l’obiettivo della “circolare Gabrielli”, emanata dal Capo della Polizia alcuni giorni dopo quell’episodio, con cui si indicava uno schema di modello organizzativo di security, ossia servizi di competenza delle autorità di pubblica sicurezza, che devono predisporre tutto ciò che finalizzato a tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza e quelli di safety, ossia gli altri (sanitari, antincendio, transennamenti ecc.) spettanti alle amministrazioni territoriali, società, enti pubblici o privati.

Troppe volte vi erano state approssimazioni e superficialità da parte degli organizzatori, talvolta anche confusione nelle funzioni e nei ruoli delle autorità di pubblica sicurezza e dei sindaci. Così, di fronte alle ripetute lagnanze e prese di posizione di molti sindaci che hanno viste “compromesse” tradizionali manifestazioni paesane, divenute “più costose”, per assicurare adeguate strutture e servizi di safety, il Ministro dell’Interno, tramite il suo Capo di Gabinetto, il 18 luglio scorso, ha emanato la circolare n.11001/1/110(10) contenente la direttiva che fissa ” Modelli organizzativi e procedurali per garantire alti livelli di sicurezza in occasione di manifestazioni pubbliche”. La circolare è indirizzata a tutti i Prefetti e, per conoscenza, al Capo della Polizia-Direttore Generale della Pubblica Sicurezza.

Grande esultanza, così, in Veneto per il “salvataggio” di oltre cento eventi dell’estate con la circolare subito etichettata come “salva-sagre”. Ma anche in Piemonte tutti felici perché “sarà più facile organizzare eventi”, in Umbria con il “Palio meno ingessato”, nelle Marche, a Fermo, con il “Governo che ha alleggerito il decreto Gabrielli”. Le cose, in realtà, non stanno proprio così e per i Sindaci, a ben vedere, aumentano sensibilmente le responsabilità connesse allo svolgimento di tali eventi. Così, con la circolare in questione, che sottolinea subito il “..rispetto delle tradizioni storico culturali e del patrimonio economico-sociale delle collettività locali..”, vengono superate alcune “rigidità nell’applicazione pratica (..) del  modello organizzativo e procedurale..” indicato da Gabrielli ( che non era sperimentale come specificato nella circolare).E’ al Comune, dunque, che l’organizzatore dell’evento  deve inviare l’istanza per essere autorizzato alla pubblica manifestazione e questo “..potrà rilasciare direttamente il provvedimento autorizzatorio indicando (..) le misure di sicurezza da adottare”. L’istruttoria viene effettuata in Comune che deve esaminare i “profili di security e di safety”, e ciò richiede evidentemente professionalità non “comuni”; anche se di fronte ad eventi in cui si evidenzino “peculiari condizioni di criticità” (sempre valutate in Comune), il Sindaco deve informare la Prefettura che, rilevata l’effettiva esigenza, sottopone la questione al Comitato Provinciale per l’Ordine e ala Sicurezza (organo di consulenza del Prefetto che lo presiede e di cui fanno parte il Sindaco del Capoluogo, il Presidente della Provincia, il Questore e i vertici provinciali delle altre due forze di polizia).

In quella sede potranno essere “definiti” e “valutati” i dispostivi di security e di safety, modificandoli e implementandoli. Insomma, alla fine, mi pare di poter dire che ai Sindaci si chiede una assunzione ben definita e più vasta di responsabilità in tema di autorizzazione alle “sagre” (et similia), obbligati a valutare con molta attenzione che tutto si possa svolgere senza pericolo per i cittadini. E non è un compito così semplice come qualcuno può immaginare.

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