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#NoiNonArchiviamo, 4 luglio conferenza stampa

Fnsi il . Brevi

Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

La decisione del Gip di Roma Andrea Fanelli di richiedere ulteriori accertamenti sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin conferma che ancora molto resta da fare per ottenere verità e giustizia per la giornalista e l’operatore del Tg3 uccisi in Somalia il 20 marzo 1994.

Ora più che mai, dunque, è necessario intensificare gli sforzi per illuminare la loro vicenda e ribadire con ancora più determinazione che #NoiNonArchiviamo. Per questo la Federazione nazionale della Stampa italiana, insieme con le associazioni che hanno aderito alla campagna, promuove per mercoledì 4 luglio, alle ore 12, nella sede del sindacato, in corso Vittorio Emanuele II, 349 a Roma, una conferenza stampa per fare il punto della situazione e annunciare la volontà di costituirsi parte offesa al fine di dare un proprio contributo alle indagini che proseguiranno, per i prossimi 180 giorni, per gli adempimenti investigativi imposti dal giudice. In questo modo, la Fnsi avrà la possibilità di presentare memorie e di indicare agli inquirenti elementi di prova, proseguendo sul percorso tracciato da Giorgio e Luciana Alpi.

Alla conferenza stampa saranno presenti, insieme con il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna; il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani; i giornalisti del Cdr del Tg3; il direttore del Tg3, Luca Mazzà; i rappresentanti di Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione Stampa Romana, Articolo21, Rete NoBavaglio, Libera, Libera Informazione, Legambiente, Associazione Amici di Roberto Morrione, Amnesty International Italia.

Dichiarazione di Mariangela Gritta Grainer, già Presidente Associazione Ilaria Alpi

Dunque il gip dottor Andrea Fanelli ha respinto la richiesta di archiviazione dell’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin avanzata dalla Procura della Repubblica di Roma.

Una decisione, quella del gip, doverosa e che esprime “saggezza”: non si può chiudere l’inchiesta su un assassinio così efferato, ci dice.

Ci dice che la giustizia è un diritto dei cittadini e la magistratura non può, non deve rinunciare a cercare la verità e a fare giustizia: questo ci dice la decisione del gip.

Ci dice molto altro e noi vogliamo ricordarlo esprimendo ancora fiducia e speranza perchè “…chi ha funzioni pubbliche da adempiere, lo deve fare con disciplina ed onore .. (art. 54 della Costituzione).

Ci dice che erano valide le motivazioni con le quali il gip dottor Cersosimo aveva rigettato la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Roma nel dicembre 2007.

Ci dice che si è valutato con attenzione quanto scritto nelle motivazioni della sentenza di Perugia (12 gennaio 2017) che si concludono con due punti importanti:

“…deve revocarsi la sentenza emessa dalla Corte  d’appello di Roma ….nei confronti di Hashi Omar Hassan, con conseguente assoluzione del predetto reato ascrittogli per non aver commesso il fatto.

“…indipendentemente da chi fosse stato l’effettivo ‘suggeritore’ della versione dei fatti da fornire alla polizia …il soggetto Ahmed Alì Rage detto Jelle potrebbe essere stato coinvolto in un’attività di depistaggio di ampia portata…

 Attività di depistaggio che ben possono essere avvalorate dalle modalità della ‘fuga’ (oltre che dell’arresto di Hashi Omar Hassan ndr) del teste e dalle sue mancate concrete ricerche….”

Ci dice che non si condividono le affermazioni contenute nelle motivazioni della richiesta di archiviazione come ad esempio:

“…che tutti i reati ipotizzabili nella sentenza di Perugia sono ‘estinti’ per prescrizione”. E che il reato di depistaggio, introdotto dalla legge del 2016 n.133 “…non può certo trovare applicazione per fatti antecedenti la sua introduzione”.

…che l’ipotesi che il duplice omicidio sia legato al lavoro svolto da Ilaria Alpi su “…qualcuno dei traffici illeciti fiorenti in quell’epoca in Somalia dilaniata dalla guerra …resta un’ipotesi dato che la perizia balistica, che è l’unico dato oggettivo che avrebbe potuto convalidarla, ha escluso che la Alpi sia stata uccisa da un colpo di pistola sparato da vicino ed esclude  quindi si sia trattato di un’esecuzione decisa in precedenza)….”.

Ricordiamo che il depistaggio è legato a un reato gravissimo: duplice omicidio premeditato per il quale non esiste prescrizione.

Ricordiamo altresì che il depistaggio, trapela nella sentenza di Perugia, potrebbe aver accompagnato l’inchiesta, non aver riguardato solo alcuni episodi relativi alla condanna di Hashi Omar Hassan, e forse ancora in atto.

Dunque i prossimi 180 giorni non ci vedranno in attesa silenziosa ma impegnata con passione.

Il 12 giugno scorso Luciana Alpi è morta senza avere giustizia: ha raggiunto Giorgio che ci aveva lasciato una domenica assolata del luglio 2010.

Non potranno Luciana e Giorgio avere pace se non avranno finalmente verità e giustizia: allora potranno ritrovare anche Ilaria.

Cara Luciana e caro Giorgio noi ci siamo e siamo in tanti: continueremo l’impegno, vi sentiremo sempre qui, indomabili, e insieme a voi ce la faremo a contribuire a fare chiarezza perché:

Sappiamo quel che è successo quella domenica 20 marzo 1994

Sappiamo quel che è successo prima e anche dopo

Sappiamo il perché, forse anche da chi era composto il commando assassino

non sappiamo ancora con certezza chi ha ordinato l’esecuzione chi ha depistato coperto esecutori e mandanti.

#NoiNonArchiviamo

 

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