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Garavini: Accelerare sul “caso Fondi
Commissione Antimafia, missione lombarda

Di Stefano Fantino il . Lazio

Dopo un avvio in sordina la Commissione Parlamentare Antimafia muove
qualche passo lento ma deciso: la richiesta fatta al ministro Maroni
di analizzare il caso del Comune di Fondi, al centro di una inchiesta
per infiltrazioni mafiose è dei giorni scorsi. Il Viminale ha accolto
la proposta presentata dal Pd, dal senatore Li Gotti e dal deputato
Angela Napoli. Dopo sette mesi il documento della commissione d’accesso
nominata dal prefetto di Latina finirà sulla scrivania del Consiglio
dei Ministri, l’organo deputato a decidere sullo scioglimento. Ne abbiamo
parlato con Laura Garavini, deputata Pd in Commissione, eletta in Germania
e autrice, con Libera Informazione, di una ricognizione sulle attività
che l’Antimafia porterà avanti nei prossimi mesi.

 

Onorevole Garavini, finalmente si parlerà di Fondi in Consiglio
dei Ministri, come è andato l’incontro con il ministro Maroni? 

Il nostro gruppo in Commissione Antimafia ha chiesto che il rapporto
d’accesso ordinato dal prefetto di Latina Frattasi sul comune di Fondi
venisse recepito da l governo e che si procedesse al fine di valutarne
lo scioglimento. Il ministro Maroni si è dimostrato molto disponibile
e favorevole e ha dichiarato che porterà il caso all’organo deputato
alla decisione, ovvero il Consiglio dei Ministri.  
 

La richiesta della vostra parte politica è stata fatta propria anche
da altri membri della Commissione? 

Hanno accolto la nostra richiesta anche il senatore Idv Li Gotti,
e Angela Napoli, deputata del Pdl. 

Dalla relazione d’accesso cosa vi risulta, avete già acquisito il
documento? 

Devo dire che sul fatto pesano gravi ritardi, e per questo motivo
noi, come gruppo Pd in Commissione Antimafia, siamo irritati. Abbiamo
chiesto l’acquisizione degli atti in questione che al momento non è
ancora stata fatta. 

Quindi quali potrebbero essere verosimilmente le tempistiche, stando
anche a questo dato? 

Ovviamente le tempistiche dipendono dal Consiglio dei Ministri che
nel momento in cui prenderà la decisione renderà la stessa, di fatto,
esecutiva. Noi ci auguriamo che questa arrivi in tempi molto stretti
perchè il ritardo è già molto consistente essendo, da ottobre, quindi
da sette mesi, pronta la relazione prefettizia di accesso. Il nostro
auspicio e impegno è quello di premere per un accelerazione su questo
caso. 

Nel caso di Fondi si parla di vera e propria infiltrazione nel consiglio
comunale; vi sono altri casi però in cui non si arriva a tanto ma si
può sicuramente notare, come segnalano relazione di Dna e Antimafia,
una presenza importante delle mafie. Parlo dei casi, ad esempio, di
Parma e Genova, dei quali però sembra tabù parlare, viste le pronte
smentite di infiltrazioni da parte dei prefetti, locali, che ne pensa? 

 

Penso che sia estremamente preoccupante. Negare una realtà di collusioni
e la possibilità che in alcune zone vi sia il rischio di infiltrazione
mafiosa va contro la realtà e i dati che in questi anni ci dicono che
anche zone apparentemente al sicuro hanno problematiche di questo tipo.
Bisogna invece che si prenda una posizione netta per combattere questo
problema, anche da parte dei prefetti. Un atteggiamento negazionista,
che tende a sminuire la reale portata degli eventi  è smentita
dal lavoro degli inquirenti. Le audizioni che abbiamo avuto in Commissione
con il procuratore antimafia Piero Grasso, ad esempio,  hanno posto
in luce l’ormai preoccupante situazione di zone ricche del Nord, come
Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte, che, favorite dal periodo di crisi
economica, diventano perfette succursali del riciclaggio.

Ritengo quindi decisamente negativa la posizione di quei prefetti
anche perchè penso che un atteggiamento di questo tipo non faccia che
alimentare l”humus e l’indifferenza che giovano alle mafie. 

Parliamo di consigli comunali da sciogliere, ma pare chiaro che l’attuale
legislazione sia da ammodernare…  

Sì, sono d’accordo, l’attuale legislazione ha un urgente bisogno
di aggiornamenti. Allo stato attuale si procede, in caso di infiltrazioni
mafiose, allo scioglimento del consiglio comunale. Una svolta legislativa
sarebbe quella capace di indagare e rimuovere anche i funzionari collusi
e quegli esponenti “tecnici” non per forza presenti nel consiglio
comunale. Dalle loro mani spesso passa l’assegnazione degli appalti,
e ritengo quindi un punto focale quello di analizzare e indagare la
collusione a livello di funzionari amministrativi e non solo a livello
politico. 

Per quanto riguarda, invece, la commissione Antimafia, devo dire
che sul caso Fondi avete posto fine ad un silenzio che da mesi vi avvolgeva.
Come mai questo lavoro in sordina? 

Purtroppo il problema della lentezza in Commissione Antimafia esiste
e noi lo abbiamo denunciato. Abbiamo preteso la messa in agenda di missioni
importanti che la commissione svolgerà a partire dalla fine del mese.
La prima si focalizzerà sul clan dei casalesi e noi, come gruppo Pd,
già nello scorso mese di marzo abbiamo effettuato una breve ricognizione
sul territorio tra Caserta e Napoli alla ricerca di preziose indicazioni
dei nostri referenti. Una seconda missione, molto significativa, porterà
invece la commissione al nord, in Lombardia, dove il problema mafioso
è ormai molto grosso e consistente. Anche sul piano legislativo porteremo
avanti delle proposte per aggiornare la legislazione su queste materie,
ma ormai ci pare chiaro che la maggioranza non dia priorità a questo
tema. Anche oggi un ennessimo decreto finanzierà con risorse le ronde,
mentre la stessa finanziaria ha intaccato le riserve economiche degli
organi di polizia, consentendo quindi un potenziali intralcio. Mentre
noi riteniamo invece che sia prioritario in tema di sicurezze un contrasto
efficace alla criminalità organizzata. 

Lei è stata eletta in Germania, come si muoverà a livello “europeo”
la Commissione? 

Penso che la precedente commissione si sia mossa in maniera lungimirante
al di fuori dei confini nazionali, ricordiamo ad esempio la missione
esplorativa in Germania e la collaborazione con le autorità tedesche.
Il mio scopo è di lavorare in tal senso, dato che la situazione all’estero
è allarmante. Qualche settimana fa un giornale tedesco, “Focus”,
ha fatto una mappatura della presenza ‘ndranghetista in Germania dove
la situazione non si può minimizzare come nemmeno in Spagna, divenuta
ormai snodo cruciale per qualsiasi cosa riguardante lo smercio di sostanze
stupefacenti. Ieri in Germania ho avuto modo di parlare con colleghi
tedeschi di questi argomenti: bisognerà muoversi oculatamente con l’obiettivo
di armonizzare sul piano legislativo i metodi di contrasto.

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